Riceviamo e pubblichiamo questa nota inviata dall’allenatore Ivan Veritti.
Potrei sembrare, apparentemente, fuori posto in questo sito web dedicato al “Carnico”, ma personalmente non lo credo, specialmente se per “Carnico” ci riferiamo al territorio in quanto tale e a tutti gli aspetti che influenzano positivamente o negativamente lo sviluppo dell’attività calcistica.
Da anni, infatti, si sente parlare, a torto o a ragione, di un calcio nostrano che non riesce ad esprimere talenti, di livellamento verso il basso, di regresso della passione calcistica, di difficoltà legate al calo demografico, di concorrenza associata ad altre attività sportive e non, di mancanza di professionalità di tecnici e dirigenti e di altri aspetti socio-sportivi che aprirebbero un dibattito molto ampio. Io, invece, voglio concentrare il mio intervento sul primo aspetto, per stimolare il “Forum del Carnico” ad aprire un confronto costruttivo che ricerchi possibili soluzioni ed esprima una volontà prevalente.
Da molti anni a Tolmezzo (baricentro e punto di riferimento della Carnia checché se ne dica) si sta cercando di fare settore giovanile in modo organizzato e professionale. Per incrementare e favorire il dialogo e la collaborazione con le società carniche che fanno settore giovanile, si è pensato di realizzare un progetto complessivo denominato “Progetto Giovani Calciatori Carnia” il cui scopo fondamentale consiste nel valorizzare e sviluppare i giovani talenti “carnici”, per offrire loro l’opportunità di emergere ed un trampolino di lancio, ma anche nel migliorare e sviluppare un programma ad ampio respiro, che coinvolga tecnici e dirigenti. Dopo anni (per non dire decenni) di incomprensioni e rapporti incancreniti si è deciso di seppellire l’ascia di guerra e provare a dialogare per il bene dei ragazzi, cercando di raggiungere insieme il miglior equilibrio, rispettando le vocazioni e gli ambiti di ciascuna realtà. Il progetto sta andando avanti ma, a causa anche, ma non solo, di oggettivi problemi di “numeri” (tutti vogliono fare la squadra e partecipare al campionato) non riesce a decollare nel vero senso della parola: serve, quindi, un cambio di mentalità ed una maggior consapevolezza da parte di tutti. Il vantaggio, alla fine, sarebbe a per tutti: del Tolmezzo, che potrebbe allestire squadre giovanili sempre competitive e dare continuità e ricambio alla 1^ squadra con giocatori “carnici” (eliminando una delle critiche che gli sono spesso mosse); delle società carniche, che vedrebbero rientrare, concluso il percorso, propri ragazzi e giocatori con alle spalle esperienze formative importanti; dell’ immagine della Carnia come terra ancora in grado di generare giovani calciatori di talento anche per società professionistiche; ma, soprattutto, dei ragazzi, di vivere esperienze come minimo “diverse”, che li sappiano aprire mentalmente prima ancora che calcisticamente. Non vorrei, a questo punto, essere accusato di fare discorsi retorici o, peggio, di fare gli interessi solo di una parte (nella quale per altro opero) ma, prima di potenziare e rilanciare Progetti e cercare nuove iniziative (oltre a quelle già sviluppate e che, per non rubare troppo spazio non cito), sarei lieto solo di capire cosa si intenda veramente fare e a cosa si sia disposti, tutti, a rinunciare, per non confinare ragazzi di valore nell’anonimato. E, allora, chiedo se non vi piacerebbe che uno (su mille!) ce la facesse, se non sareste orgogliosi di aver contribuito, anche marginalmente, alla sua fortuna, alla sua formazione, o anche solo il fatto di essere uno di Noi? A me sì, e sarei pure compiaciuto che poi i meriti fossero riconosciuti alle nostre società carniche e non, come invece succede, ai più furbi, ma anche più scorretti, di altre società regionali (ogni riferimento…). Siamo disposti, quindi, a fare un sacrificio e a fare anche tutti noi un salto di qualità?
Ivan VERITTI
33 Comments
by Marco
Caro Ivan… il quesito era:
Come mai qualche società concede i giovani al Tolmezzo e qualche altra no, in nome di una vittoria (es. campionato giovanissimi) che vale meno del 2 di coppe?
by ivan
lo scopo del mio scritto era appunto questo aprire un confronto, anche forte, ma che ritengo di fondamentale importanza per dare una svolta. Ripeto, è giusto sacrificare qualcuno che può farcela sull’altare del “dobbiamo garantire il calcio a tutti quelli del paese ad ogni costo”, o peggio come dici tu Marco, per vincere…. Le altenative non mancano e spesso in sede di progetto le abbiamo affrontate, per es. un minimo di collaborazione tra squadre limitrofe: una stagione faccio io, la prossima la fai tu. In fondo lo sappiamo benissimo quello che veramente conta è che i ragazzi, fino ad una certa età, abbiano la possibilità di giocare e basta! L’opportunità invece, per altri, di fare esperienze in campionti regionali è di fondamentale importanza, perchè è un’ occasione di confronto unica per aumentare il loro bagaglio tecnico-cognitivo. Con un movimento giovanile forte i vantaggi sarebbero per tutti con un po’ di pazienza (come già accennato), non foss’altro per il richiamo di tecnici preparati, diciamo sopra la media, che creerebbe un volano virtuoso facilmente intuibile.
by Guglielmo
Esimio Signor Veritti,
ho visto ragazzi che sono andati e tornati da Tolmezzo: risultato? “Bruciati”, nel fisico e nello spirito!
Piuttosto, lasciamo che questi giochino a calcio divertendosi, anche se in società “minori” e meno blasonate, in ambienti sani, genuini, sinceri.
Con tutta franchezza, ritengo il suo ragionamento oltremodo egoista…. piuttosto, rivolgo a Lei ed in particolare alla Sua societò più o meno la stessa domanda …. sareste anche Voi disposti a qualche sacrificio? Magari rinunciando allo spietato “cannibalismo” volto ad accaparrarsi tutti quei ragazzi più bravini rispetto la media… sì proprio quei ragazzi che poi tornano”bruciati” (o peggio, smettono) alle società di provenienza?
Grazie
Guglielmo
by ivan
rispettabilissima opinione, che non condivido in quasi niente specie nello “spietato cannibalismo”. mi spiace s’informi meglio, dalle società stesse se sono sincere almeno da quando ci sono io. Per gli anni precedenti forse ha un po’ ragione, ma ormai è il medioevo nel mondo in cui viviamo. Comunque volevo conoscere la volontà prevalente e certo non mi aspettavo che fossero tutti d’accordo. Grazie per l’intervento.
by massimo gressani
l idea di IVAN è interessante,io sono andato a tolmezzo nel 90 per fare gli allievi regionali e mi sono fermato a tolmezzo per11 anni(giocando anche con ivan).Secondo me è un esperienza che ogni giovane giocatore dovrebbe fare per rapportarsi con pari età della bassa friulana,però io vedo la situazione anche da parte delle società del carnico,se il ragazzo fa carriera chi prende i profitti(perchè siamo sinceri è di questo che si parla!!)il TOLMEZZO?e la società che ha lasciato andare il ragazzo rimane a mani vuote?Colgo l occasione x salutare ivan GRANDE VERITTI
by ivan
nel progetto citato, anche se non è questo lo scopo della mia riflessione, ma solo per doverosa conoscenza, sono specificati criteri per l’eventuale divisione del così detto “Premio di preparazione”, proporzionalmente agli anni e alle categorie sviluppate nelle varie società. Il bello che una volta finito il percorso (rientro volontario, limiti di età, non adatto alla prima squadra di eccellenza, ecc.) torna alla società di partenza a titolo gratuito, e se desidera andare in una “terza” a titolo definitivo o in prestito, le due società formative si accordano con lo stesso criterio. Per il resto ti ringrazio e la stima è reciproca.
by Diego Dorotea
@Guglielmo
Rispetto la sua opinione, ma dico anche che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, magari qualche ragazzo che è tornato da Tolmezzo si sarà anche bruciato, ma per tanti altri sicuramente sarà stata un’esperienza importante, sia dal punto di vista calcistico che umano. Io ovviamente parlo per esperienza personale, e per esperienza personale le posso assicurare che un'”avventura” nei campionati regionali ti fa crescere oltre che come calciatore anche come “uomo”, già, perchè mi creda che a 12-13 anni fare allenamento con -4 gradi e con il campo ghiacciato, andare a giocare con ragazzi grandi spesso anche il doppio di te, sentirti dare del “Carnico di m…” quando vai a giocare a Trieste e tante altre piccole cose, nel loro piccolo come si suol dire “ti formano il carattere”…poi dal punto di vista calcistico, il miglioramento del ragazzo dal mio punto di vista dipende da tante situazioni: adattamento del ragazzo, carattere del ragazzo, metodi di allenamento, ecc…ma mi creda, i ragazzi che si sono bruciati a mio parere lo hanno fatto al 90% per colpa loro, perchè magari hanno visto il Tolmezzo come un punto di arrivo e non di partenza oppure perchè il Tolmezzo ha dato loro alla testa(Ne ho visti tanti di ragazzini altezzosi solo perche giocavano a Tolmezzo)…Poi magari ci saranno tante altre cose che non vanno come dovrebbero andare e magari la penseremo pure allo stesso modo, ma sui “Ragazzi bruciati” proprio non sono d’accordo..
Un saluto a Mister Veritti ricordandolo che può anche passare a salutare ogni tanto 🙂
by Guglielmo
Vede Signor Veritti,
non Le ho chiesto di condividere o meno la mia personale opinione, tutt’altro!
Ho formulato una semplice domanda e, ad onor del vero, non ho ricevuto risposta.
Considerando il tono del Suo tentativo di replica, mi da tanto la sensazione di aver “toccato” un nervo scoperto… dopotutto non dobbiamo dimenticare chi siamo e da dove veniamo, forse proprio da quel “medioevo” calcistico cui Lei fa riferimento.
Buona fortuna
Guglielmo
by Ernesto
I giovani bravi, ma anche quelli semplicemente appassionati, devono andare a Tolmezzo. Devono!!!!!!! Non essere vittima di società ancora troppo campanilistiche e di tecnici, allenatori e preparatori non all’altezza……non che Tolmezzo sia Coverciano ma almeno c’è un minimo di selezione…e poi il fatto di fare più allenamenti, con ragazzi più bravetti, e confrontarsi in giro per la regione con avversari più forti non può che essere positivo, istruttivo e stimolante. I più forti giocatori del carnico vengono da esperienze del genere oppure sono dotati di capacità fuori dal comune. Ragazzi se avete la possibilità non rinunciate a imparare e cercate sempre di fare un salto di qualità……..si è sempre in tempo a tornare indietro…….. parola di uno che col Tolmezzo purtroppo non ha avuto niente a che fare mentre nel Carnico ha trovato un sacco di gente egoista e pochissima gente che davvero capisce qualcosa di calcio, fatta eccezione per qualche caso in prima categoria………una collaborazione vera (però biunivoca nel senso che anche il tolmezzo dovrebbe mandare qualche giocatore in crescita piùttosto che tenerlo fermo) è l’unico spiraglio di luce per lo sviluppo del calcio carnico……….
by Dario Cicutti
Non replico a quello letto finora perchè mi dilungherei e probabilmente mi renderei antipatico, posso dire però che ci sono concetti logici e giusti, un plauso faccio all’amico Diego per il suo intervento. Io posso dire che in qualsiasi attività sportiva e non solo sportiva ci sono delle scale da salire composte da tanti scalini ognuno potrà salirli e arrivare il più in alto possibile con tutte le sue problematiche che ogni scalino ti riserva; in questo caso dobbiamo mettere il ragazzo nelle condizioni di poter percorrere questa scala nelle migliori condizioni, mettendo da parte tutti i nostri egoismi dando a lui tutto il meglio per far si che arrivi il più in alto possibile, fatto questo il ritorno sarebbe per tutti. Detto questo lascio a tutti la propria riflessione. Voglio fare i complimenti a Onorato Job, anche quì ci sarebbero delle riflessioni da fare che riguarderebbero il movimento del carnico.
by Redazione
Abbiamo ricevuto un commento interessante ma firmato OPINIONE ed inviato dalla mail opinione@opinione.com…
E’ chiaro che non possiamo pubblicarlo.
Invitiamo perciò l'”opinionista” ad utilizzare perlomeno il nome o uno pseudonimo, oltre alla mail reale (che, ricordiamo, non viene pubblicata).
L’invito a seguire questa prassi ovviamente è rivolto a chiunque ci scriva. Grazie.
by fenix
Non è detto che tutti i ragazzi, anche se bravi, pratichino l’attivita’ sportiva per competizione bensì per socializzare e stare serenamente in compagnia; ne conosco qualcuno di bravino che alla proposta del tolmezzo ha detto di no! senza dimenticare poi che tre allenamenti settimanali piu’ l’impegno domenicale è inevitabile che influiscano sul rendimento scolastico che secondo me come genitore è la priorità n°1! Gioco da 20 anni nel Carnico e di giocatori ne ho visti a centinaia e molti fortissimi anche se non provenivano da Tolmezzo anzi più di una volta doveva arrivare da li’ il fenomeno o la promessa di turno e regolarmente faceva flop…..In definitiva, se uno se lo sente dentro è giusto che ci provi, altrimenti anche se bravo è meglio che rimanga nella sua dimensione. Saluti a tutti
by Giancarlo Benzo
Credo che il problema sia ancora il feedback di irrispettosa arroganza sistematicamente applicata in passato nei confronti delle società del carnico con poi ragazzi che invece di tornare alle società d’origine venivano venduti ad altre.
Un altro aspetto e che Tolmezzo dev’essere un transito e non un traguardo (con tutto il rispetto), salvo non approdi nei prof ma ci vogliono sghei! Quindi vorrei capire se, per caso, arriva una società professionistica a chiedere un ragazzo della juniores già in orbita prima squadra (quindi con un valore…) cosa il Tolmezzo vorrebbe messo sul piatto per il trasferimento. Se l’obiettivo é ” la fortuna della del ragazzo ” tale trasferimento dovrebbe essere favorito a piene mani, come si chiede che facciano le squadre del carnico nei confronti del Tolmezzo, per altro.
Se la mission della collaborazione di nuova gestione risponde esattamente a questi requisiti dettagliatamente prestabiliti, allora non aderire é sciocco.
by andrea
intanto voglio salutare il mio ex mister…io ho fatto parte di questo progetto e ho giocato nelle giovanili de tolmezzo per 4anni facendo anche qualche comparsa in prima squadra…personalmente posso dire di aver fatto un’esperienza bellissima e piena di soddisfazioni e penso di essere cresciuto sia mentalmente che calcisticamente…adesso sono tornato nel carnico ma non penso proprio di essere tornato “bruciato” come dice guglielmo…è giusto che ai giovani venga data una possibilità di crescita mandandoli a tolmezzo che è una vetrina per tutti i giovani…le società dovrebbero essere meno egoiste e pensare di più al bene dei ragazzi…
by Albino
Mi permetto di inserirmi nella discussione,
sono il genitore di un ragazzo che fa parte delle giovanili del Tolmezzo, dove è arrivato a dicembre 2010 da una squadra del Carnico.
Perchè a Dicembre ? Perchè mio figlio si trovava a fare allenamento con pochissimi suoi pari ( meno di 5 ), e mosso da infinita passione vedeva che per i suoi compagni al suo contrario non c’era la stessa motivazione nel giocare a calcio ( ricordiamoci, ognuno fa quel che può…..), pochi e niente allenamenti e di conseguenza in partita niente risultati.
Quì nasce il problema perchè un giorno mi dice basta, io voglio giocare a calcio! Già vuole giocare a calcio.
Allora parlo col suo Mister per chiedergli la liberatoria, che demanda la decisione al presidente della società, e questi inizia col ” vediamo ” ( prende tempo ).
Intanto si avvicina il termine di dicembre per lo svincolo, ed io torno alla carica, e questo signore ” non posso lasciarlo andare, poi come facciamo ?…etc. “, allora dopo altre mie cariche sempre rispettose, questi mi comunica che è la Società del Tolmezzo che deve entrare in trattativa con lui per risolvere la questione.
Dove vuole andare a parare? Vuole metterla sul piano del vile denaro, perchè chiede ben 500 € di premio di preparazione; solo di questo si preoccupa, vuol capitalizzare, non ha assolutamente a cuore il futuro e la passione di un ragazzo di 14 anni, che vuole impegnarsi di più, confrontandosi con altri coetanei nella sua passione, vuol solo portare profitto alle casse della sua società.
Alla fine grazie a Ivan e alla Dirigenza del Tolmezzo, abbiamo risolto lo stallo con un bel “BONIFICO BANCARIO “.
Cosa vuol dire premio di preparazione ?
– Allenatori pagati? non mi pare
– Scuola calcio? idem
Quindi quale è il pensiero che mi sono fatto ? E’ quello che per questa società e la sua dirigenza l’ obiettivo principale sia la caccia al tesseramento di ogni bambino del proprio circondario per aver cartellini da compravendere, e non la passione per il giuoco del calcio che anima questi ragazzi, dandogli la possibilità non di diventare campioni ( sono i genitori che lo sognano ), ma bensì di aumentare il proprio bagaglio ed esperienza in questo Sport.
Quindi posso solo pensare che alla fin fine di ambienti sani, genuini e sinceri…….come ha scritto un commentatore non ci sia abbondanza, e faccio un plauso agli scalini che cita Dario.
Questi sono i fatti, lascio a ognuno le sue considerazioni, ed auguro buon lavoro a chi lavora.
by Carlo Di Lena presidente Mobilieri
Essendo uno dei relatori del documento che sancisce le regole dell’accordo stipulato tra le Società che hanno aderito al “Progetto Giovani Calciatori della Carnia”, suggerirei a Ivan di pubblicare tale documento. Con questo pezzo di carta si sanciscono i principi sui quali è basata la collaborazione tra il Tolmezzo Calcio e le altre Società aderenti al pool. Credo che l’accordo rappresenti un notevole passo avanti da parte della Società tolmezzina che per anni non ha avuto rapporti idilliaci con il resto dela calcio carnico. Pertanto allargherei il forum alla luce proprio di questo documento basato su principi di reciporoca correttezza. Ovviamente i ragazzi sono invitati e non certo obbligati a provare questa esperienza che rimane si interessante ma senz’altro impegnativa sia per loro che per le rispettive famiglie. Infine è improrogabile il superamento degli ostacoli imposti dalla Federazione con la quale si deve trovare un “modus operandi” che permetta ai ragazzi i trasferimenti in maniera più snella e, magari, dare loro l’opportunità di giocare d’inverno a Tolmezzo e d’estate con i propri amici al paese d’origine.
Per la verità non sono tutte ad aver sottoscritto l’accordo e, evidentemente, il figlio del sig. Albino era tesserato proprio con una di queste – poche – che non lo hanno fatto.
by Gianpi
Ottimo, a mio giudizio, l’intervento del signor Carlo Di Lena nella sua proposta di rendere pubblico il documento relativo all’accordo per il Progetto Giovani Calciatori della Carnia. In tale maniera anche i tanti genitori che frequentano questo sito avrebbero la possibilità di consultarlo e decidere per il meglio l’andamento della carriera calcistica del proprio figlio.
Per quanto riguarda il fatto successo al signor Albino, in considerazione del contesto e dell’età del figlio, ritengo tale episodio oltremodo sconcertante.
by Leonardo
La questione non è certo nuova. Purtroppo i problemi legati alla crescita calcistica sono molteplici. Molti dei quali extra-calcistici. Il bacino molto limitato dove poter pescare i giocatori è solo il più evidente di questi. Purtroppo i limiti organizzativi e qualitativi in questi anni sono pesati quanto se non più dei limiti quantitativi.
Io sono un giocatore che ha fatto il percorso inverso a quello a cui voi vi riferite. Abitante di Tolmezzo, ho cominciato a 5 anni fino agli allievi, sempre nel Tolmezzo, salvo due esperienze a Osoppo, sempre con buoni risultati. Tutto questo finchè il desiderio di cambiar aria dopo 11anni e la coscienza di non essere all’altezza dell’eccellenza mi hanno fatto approdare al carnico. Campionato molto interessante e divertente. Come molti di voi hanno detto i giocatori si divertono molto di più perchè liberi da pressioni. Ma questo accade davvero solo nelle società in cui davvero c’è la preparazione, la competenza e spesso persone eccezionali che si spendono per la società. Ivan Veritti stesso è uno di questi per quanto riguarda il Tolmezzo. Per chi davvero ama il calcio non basta fare due tiri per passare il tempo e bere due birre al chiosco. è una vera frustrazione approdare in alcune società del carnico (e ce ne sono parecchie) dove non si impara nulla, dove non c’è un progetto e dove magari le presenze agli allenamenti sono bassissime. La pressione della categoria può far perdere l’entusiasmo, ma la mancanza di serietà ha effetti ben peggiori. Detto questo una collaborazione seria col Tolmezzo è indispensabile e può arricchire tutti. Ma va considerato che fatta eccezione qualche società davvero seria alla mano, tante altre pensano solo ai soldi. L’esempio riportato da Albino è solo uno dei tanti esempi. Spesso le società che si elevano a paladine del bene dei ragazzi sono le prime ad approfittarsene. Condivido in gran parte anche il pensiero dell’amico Benzo. Lo stesso Tolmezzo che tanto di buono fa (ci mancherebbe, essendo evidentemente il faro come dice Veritti) spesso ha dimostrato nel passato non molto remoto di preferire mercenari venuti da lontano che dare fiducia ai propri giovani, orgoglio di una terra. Ma ciò accade molto spesso anche nel carnico. Si preferisce sempre il giocatore anziano al giovane, o il nuovo acquisto esotico anzichè un giovane che solo giocando può davvero crescere. E qui da noi purtrppo il giovane non è quello di 16anni, è quello che magari ne ha tra i 18 e i 23. E così spesso le società si suicidano. Vero anche che molti hanno perso le motivazioni a Tolmezzo, sia per la mancanza di passione dei singoli ma anche per errori della società faro stessa. Sul fatto di lucrare e sfruttare i giovani pochissimi si salvano. Cosa fare? Una domanda che troverà probabilmente solo tante risposte teoriche. Tutti quelli che parlano, anche che qui rispondono, superficialmente hanno tutti ragione. Tutti parlano bene. Ma i problemi sono molteplici e hanno altrettante sfumature e punti di vista. A mio parere il problema più allarmante è uno: il 90% delle persone che si occupano dei settori giovanili carnici sono incompetenti e inadeguati, così come molti in prima squadra. Questa purtroppo è la norma e molte persone che ci sono dentro da tanti anni non possono rendersene conto.
by Leonardo
Chiedo scusa a tutti per lo spazio occupato dal mio commento che è molto. Purtroppo sono tante le cose da dire, e ne ho toccate solo alcune. Ancora scusa… 🙂
by Luca Morocutti
Buongiorno, faccio parte da 6 anni dei tecnici che il Tolmezzo rende dispoibili al proprio settore giovanile e confesso che non concordavo con Ivan sull’opportunità di inserirsi all’interno di questo spazio, poichè a mio avviso il rischio di generalizzare entrando in dibattiti che si potrebbero rivelare poco puntuali, soprattuto del nostro lavoro, non è trascurabile.
Nell’augurarmi di dovermi ricredere, a differenza del più saggio Dario cedo ingenuamente alla spinta emotiva di commentare l’intervento del signor Guglielmo almeno per la mia parte pro-quota di “cannibale” che pratica in un ambiente meno “sano”, meno “genuino” e meno “sincero” di quelli che evidentemente gli sono più vicini.
E’ evidente che fare parte di un gruppo di persone etichettte come quelle che briuciano ragazzi nello spirito e nel fisico, certamente mi rattrista… soprattutto se penso alle attenzioni, tempo, studio e “freddo” che investo ogni anno per cercare di essere prima uomo e poi tecnico con i ragazzi.
Potrei elencare una serie piuttosto lungo di argomenti che dimostrano il contrario di quanto asserito nell’intervento n.3, ma cambiando tenore mi limito a fare una proposta che tenda ad una migliore interazione tra Tolmezzo e Carnico, almeno per il mio settore che è quello dei portieri: io metto a disposizione tempo, sedute di allenamento, incontri per confrontarmi su questo ruolo. Ritengo che il divertimento a qualsiasi livello, passi attraverso una minima consapevolezza di quanto stiamo facendo ed insegnando, della valutazione di chi abbiamo di fronte, di quella del nostro ruolo. Personalmente sono abituato alla collaborazione con altri praparatori e apprezzerei moltissimo la disponibilità di coloro che come me hanno questa passione per beneficiare delle esperienze reciproche… magari Guglielmo potrebbe raccogliere l’invito passando l’informazione al preparatore della sua società.
Ringrazio per l’ospitalità.
by Regista
caro Sig. Veritti,
non so se io sono quello che lei definisce un giocatore di talento, ma nonostante ciò ho ricevuto un offerta di venire a giocare a tolmezzo un paio di anni fa ed è con somma sincerità che le dico che preferisco rimanere nel mio “anonimato” (come lo definisce lei) rappresentato da quel magnifico Campionato che è il Carnico, piuttosto che partecipare ad un progetto organizzato da un gruppo di esaltati, opportunisti e sfruttatori quali sono i dirigenti del tolmezzo…cordiali saluti 🙂
by Mario Crea
Che botta il post 21. Cosa mai sarà successo per portare “Regista” a fare delle affermazioni del genere?
by Paolo
Sig. Regista ho partecipato a campionati invernali e campionati carnici ma di benefattori non ne ho trovati da nessuna parte. Persone piu’ o meno valide si come in tutte le esperienze che ho fatto . Mia nonna che è morta a 102 anni mi diceva sempre : Paolo nanchie el cian al mof le code di bant (scusate se il friulano non è corretto) . Che sia proprio magnifico questo campionato carnico forse è un po’ esagerato. Saluti a tutti
by Flavio Cescutti
Penso che la verità come al solito stia a metà strada. Sono convinto che i preparatori dei ragazzi siano validi a Tolmezzo come a Sappada però è vero che il salto di qualità dei giovani è più agevole confrontandosi da Tolmezzo in “giù” per ovvi motivi di concorrenza tecnico/agonistica. Secondo me questa logica dovrebbe mettere fine a tutte le questioni legate a discutibili “ritorni economici” delle società del carnico verso Tolmezzo e viceversa. C’è però un altro aspetto che mi preme sottolineare: tornare indietro ogni tanto potrebbe giovare a tutto il movimento; i ragazzi li rimanderei a “giocare a pallone” piuttosto che a “frequentare scuole di calcio”, sono due modi di dire la stessa cosa ma ho idea che la prima abbia in più la “leggerezza” che secondo me nell’ambiente calcistico giovanile, non solo in Carnia beninteso, si è un po’ smarrita.
by massimo
Buon giorno a tutti, mi permetto di segnalare e di proporre nel rispetto di tutti e di tutte le idee espresse solo una cosa… chi parla o meglio chi scrive dovrebbe identificarsi con nome e cognome !!! altrimenti non è dibattito e confronto, come si fa a confrontarsi con uno che si nasconde !!! Cos’ facendo si rischia facilmente di cadere in basso ed in situazioni poco utili e si da l’opportunità a chiunque di denigrare chiunque!!!
Massimo Quaglia
by Redazione
E’ una battaglia che portiamo avanti da tempo, Massimo, ma purtroppo molti preferiscono non esporsi.
Il dilemma è sempre lo stesso: continuare a proporre un blog, dove per sua natura ci si può siglare anche con un nickname (che però deve essere sempre lo stesso), o dare spazio solo a chi si firma con nome e cognome?
Sarà un buon argomento di discussione a stagione conclusa.
by franco romano
Veramente molto interessante! Sembra, però, che molti interventi siano dettati più dall’amarezza di qualche adulto, (allenatore, genitore, giocatore) che dal reale bisogno di far crescere i nostri bambini o ragazzi. Per quanto riguarda le mie esperienze, tante ma non abbastanza, si vede le stesse cose e si sente la stessa amarezza anche sui campi di calcio, anzi, fuori dai campi di calcio dove allenatori, o improvvisati tali, genitori, giocatori adulti, vorrebbero che un calciatore entrasse duro sull’avversario o, ancora, non accetta un gol, un tiro o un passaggio sbagliato o, ancora, non accetta la presenza di un calciatore fuori peso a discapito del tipico furetto seduto in panchina o, ancora, critica un presunto modulo che l’allenatore avrebbe dovuto ma non ha adottato etc etc senza ricordarsi che sta guardando una partita giocata da bambini ai quali l’allenatore per prima cosa ha chiesto loro non di fare una diagonale difensiva ma se sapessero quale è la destra e quale la sinistra…. Io personalmente cerco di tenermi fuori dalle “beghe” di qualunque genere e se proprio volete che prenda le difese di qualcuno preferisco prendere quelle dei ragazzi in primis e delle società siano esse appartenenti al carnico o alla conca tolmezzina che si fanno un mazzo tanto per poi venir denigrate nei bar o sui siti da persone che, come sopra ribadito, fanno fatica a firmare le loro opinioni (tutte rispettabili anche se non tutte condivisibili da parte mia). Sono pienamente d’accordo con Flavio Cescutti: dobbiamo rivalutare il gioco del pallone e pensando chi ne sono i primi destinatari vorrei riportare una frase di, Geremia Gonano che durante una presentazione di un allenamento a noi aspiranti allenatori disse (forse anche Ivan la ricorda): quando insegnate ai giovani calciatori dovete prima di tutto pensare che non sono dei piccoli adulti. Poi ci possiamo sentire per le carte, i cartellini, i soldi dovuti o meno, la carriera da professionista o da dilettante nel Carnico ma prima facciamoli divertire, facciamoli correre dietro un pallone, facciamoli innamorare del calcio giocato e accompagnamoli in questo con giusto distacco, perchè solo così anche se torneranno o arriveranno delusi da Società calcistiche, dai loro Presidenti o dai loro allenatori, potranno inseguire il sogno dello sport. E nello “sfogo” di Ivan io ho avvertito proprio la passione per il calcio e per i ragazzi oltre che (giustamente) l’attaccamento ai propri colori, nulla di più.
Scusatemi se ho scritto troppo
Mandi mandi
by ivan
Sono soddisfatto di aver stimolato un dibattito acceso, a volte con espressioni troppo forti, ma è comunque un segno che il tema è sentito. E’ chiaro anche, che qui non si vuole affrontare tutti i temi e le problematiche che investono il calcio dilettantistico nostrano (sarebbe presuntuoso), ma solo cercare di creare una piattaforma condivisa per la valorizzazione sportiva dei ragazzi più talentuosi. Il principio a cui sono affezionato e a cui credo è quello che ognuno di noi deve cercare di dare il massimo e se si può dare 10, si può e si deve cercare di dare 10; nel caso specifico è chiaro che i ragazzi devono essere messi nelle condizioni (tecniche, logistiche, organizzative ed ambientali) di farlo. La domanda è vogliamo creare questo sistema Noi in Carnia? E se sì, siamo capaci di rinunciare a qualcosa? E poi, siamo in grado di creare una organizzazione efficiente e professionale?
Mi aspetto, quindi, che qualche dirigente responsabile di società carniche “che fanno settore giovanile”, oltre al presidente del Mobilieri, faccia sentire la sua voce e magari formuli qualche ulteriore proposta migliorativa e percorribile al Progetto GCC, di cui, al momento non ritengo di pubblicare il testo, si sappia che, comunque, è il frutto un lavoro svolto in sintonia da dirigenti responsabili e competenti, a cui stanno a cuore i ragazzi (altrimenti non l’avrebbero fatto) e la loro crescita formativa, nel rispetto di alcune regole di buona condotta, fondamentali al mantenimento di rapporti di collaborazione.
Sulla scorta di quanto detto (anche da altri), mi pare talmente logico che a nessuno si vuol far fare quello che NON desidera (e qui mi rivolgo a fenix) e senza ulteriori fraintendimenti è chiaro che non si vuole nemmeno sminuire il fondamentale ruolo educativo, civico, sociale e sportivo che svolgono i genitori, la scuola, le società sportive, anche le più piccole, gli amici e la comunità in generale, ci mancherebbe altro, si sottolinea però che, come l’allenamento, stimola ad elevare il livello delle prestazioni, così, aumentare le difficoltà al ragazzo significa anche spronarlo ad organizzarsi meglio, a rendersi autonomo, ad acquisire stima in se stesso, in fin dei conti a crescere meglio. Non si fa un bel servizio al ragazzo, se gli si impedisce di fare al max quello che desidera sportivamente, per motivazioni legate per esempio al rendimento scolastico, per esperienza diretta, spesso l’effetto ricevuto è l’esatto contrario di quello auspicato. L’educazione motoria è importante tanto quanto quella culturale, specie in questa scuola italiana dove la materia è relegata a cenerentola (due orette la settimana, magari fatte distrattamente), dove chi fa sport, non è certo agevolato, anzi, mentre in altri paesi all’avanguardia (in tutti i sensi) la scuola è organizzata in modo da consentire di svolgere bene entrambe le funzioni. E poi non lamentiamoci perché ad ogni olimpiade il medagliere italiano è desolatemente più vuoto di quello dell’ edizione precedente. Ma qui, mi sto rendendo conto di andare fuori tema, e quindi mi fermo…
A Giancarlo Benzo dico, per doverosa informazione, che il Tolmezzo Carnia (e sottolineo il doppio nome) non ha mai precluso a giovani calciatori di “provare” a fare l’ulteriore passo in avanti nella famosa scala che alludeva Dario, anche senza “sghei” o comunque talvolta senza nessuna garanzia economica. Per rispettare la privacy, non faccio esempi, ma se lui o qualcun altro vuole sapere qualcosa in più, può contattarmi e sarò lieto di soddisfare tale curiosità. Per la cronaca, comunque, partecipiamo a gran parte delle selezioni organizzate in regione e oltre regione, per società professionistiche (alcuni li abbiamo organizzati noi), oltre che ad inviare a stage o allenamenti singoli giocatori; siamo impegnati a valutare in questi giorni, per esempio, un programma di affiliazione ad un’Accademy. Come si vede non vogliamo essere il punto di ARRIVO, ma solo una stazione INTERMEDIA, per chi lo merita.
Non voglio dilungarmi in altri aspetti, pur importanti e meritevoli, come dicevo, ma volevo solo chiudere sottolineando che, anche a noi sta a cuore il sociale e abbiamo fatto ed abbiamo in cantiere ancora alcune iniziative in tal senso, ma qui mi fermo, perché non desidero essere accusato di voler solo fare uno spot al Tolmezzo Carnia e soprattutto per buona pace di molti, non voglio far credere che siamo degli angioletti! Buonanotte.
by Maurizio Mesaglio
Ciao, non so se qualcuno proverà quello che ho provato io …leggete l’ultima decisione pubblicata sul Comunicato Ufficiale Regionale n.30, della Commissione Disciplinare… riguardante proprio l’attività giovanili …. ho ancora i brividi…..ecco il link ..http://www.figclnd-fvg.org/it/scarica_file.aspx?nome_file=CU_30.pdf Credo porti qualosa alla discussione, anche se non riguarda società carniche ….. che credo mai arriveranno a questi livelli …
Buona Giornata
by giorgio cappellaro
Condivido al 100% quanto espresso dal sig. Veritti. Lo pregherei non per campanilismo, ma per territorialità di menzionare insiema a Carnia anche Canal del Ferro e Valcanale.
Cordiali saluti Giorgio Cappellaro
by El Mat di Darte
Rispondo al post 25.
Che siano come quei direttori di Banca che fanno dire ai propri collaboratori di non essere in Ufficio quando non vogliono rispondere a domande scomode?
by Guglielmo
Albino, quello che dici è sconcertante…. davvero una brutta storia.
La tua testimonianza dovrebbe far riflettere più di qualcuno, soprattutto i “santoni” del calcio carnico.
Buona fortuna per tuo figlio
Guglielmo
by massimo
rispondo serenamente al post 31.Questo dovrebbe essere uno spazio riservato al calcio. Per quanto riguarda il lavoro tutti i miei clienti hanno anche il mio nr di cell ( è indicato sul mio biglietto da visita ). Inoltre la porta del mio ufficio è sempre aperta a meno che non ci sia qualcuno…
Comunque non mi nascondo dietro un… el mat di darte !!! A disposizione e cordialmente saluto.
Massimo Quaglia
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