Lo stesso discorso che Bruno Tavosanis ha fatto per le pagelle della Prima categoria, vale ovviamente per la Seconda. Vediamo allora di racchiudere in poche righe di commento la stagione di ognuna delle protagoniste della cadetteria. La prossima settimana, pagellone anche della Terza.
CASTELLO. La partenza sparata aveva fatto supporre una stagione trionfale e senza grossi patemi. Poi ad un certo punto, sembrava di rivivere l’incubo dello scorso anno, quando la promozione svanì sul più bello. Claudio Carnelutti, però, ha sempre creduto nei suoi ragazzi ed i fatti gli hanno dato ragione. Un complesso di prim’ordine, con una solida spina dorsale composta da Christian Cargnelutti, Nacchia, Zuliani e Schiratti.
ILLEGIANA. Il feeling mai sbocciato tra l’ambiente e Loris Rassati aveva fatto precipitare la squadra in una crisi di sfiducia e di risultati. Fermo restando che ognuno debba assumersi le proprie responsabilità per il cattivo rapporto col tecnico di Socchieve, va da sé che l’avvento di Tarcisio Iob ha fatto volare i neroverdi. Le novità Bedi e Daniele Carnelutti sono state il fiore all’occhiello di una squadra che ha fatto del collettivo la sua arma vincente.
SAPPADA. Alzi la mano chi pronosticava i veneti tra le promosse! Ma dietro un risultato che si può definire storico (la Prima categoria è la prima volta assoluta) non c’è l’imponderabilità del calcio, ma un ambiente che ha buttato nelle contese di ogni domenica il cuore, l’entusiasmo ed un determinazione feroce. Il lavoro del tecnico Daniel e la buona organizzazione societaria hanno fatto il resto, esaltando un collettivo capace di portare ben tre marcatori in doppia cifra.
SAN PIETRO. Il prossimo anno poteva scapparci un derby storico in Prima categoria ed invece il San Pietro ha sciupato tante occasioni che ora di certo rimpiangerà. Cosa è mancato ai viola? Mah, forse un pizzico di fiducia in loro stessi, un po’ di buona sorte e la mancanza di continuità che costituisce da sempre un freno alle ambizioni di vittoria.
VAL RESIA. A Resia non ci credevano in un pronto ritorno in Prima. Ed invece non ci è mancato molto, anzi… La coppia Alessio Buttolo – Emanuele Chinese hanno garantito un discreto numero di gol, ma lo zero perfetto nella differenza reti (38 i gol fatti, esattamente come quelli subiti) spiega molto di un comunque positivissimo quinto posto finale.
AUDAX. Forse ci aspettava un pochino di più da quella che comunque era una neopromossa. Gli acciacchi di Lorenzo Sala hanno sicuramente condizionato il potenziale offensivo dei biancorossi. L’impressione è che la squadra si sia un pochino smarrita in alcuni incontri ed abbia sofferto il salto di categoria in maniera evidente soprattutto con le squadre più accreditate (con le tre promosse, per esempio, 4 sconfitte e due pareggi negli scontri diretti).
ARTA. Anche dai rossoblu era lecito attendersi qualcosa di più, soprattutto in considerazione del fatto che lo scorso anno la promozione era sfuggita in maniera rocambolesca all’ultima giornata ed in casa di una squadra già retrocessa. Ed invece, i termali non hanno mai dato l’impressione di potersi inserire nella lotta promozione, vedendo più da vicino, anzi, la lotta salvezza.
EDERA. Campionato mediocre, ovvero nella media. I bianchi di Enemonzo hanno chiuso più o meno nella posizione che in molti pronosticavano. Non una squadra da retrocessione, ma nemmeno da promozione, come ha sempre ammesso con la solita onestà il tecnico Mazzolini.
AMARO. Un finale scientifico quella della squadra di Spiluttini. I biancazzurri sono arrivati a giocarsi la salvezza avendo nel mirino tre partite fondamentali nell’ultimo mese di campionato: le partite in casa con Rapid ed Ampezzo e la trasferta di Verzegnis. Fare bottino pieno avrebbe significato la slavezza. E così e stato, con tre vittorie decisive senza dovere aspettare l’ultima giornata.
RAPID. L’ennesimo miracolo di una squadra che tutti danno per spacciata ad inizio stagione ed invece è sempre capace dell’acuto finale. E’ davvero difficile spiegare il segreto di una compagine che ha molte difficoltà oggettive a ringiovanire l’organico. Esperienza e spirito di gruppo sono alla base della salvezza dei viola, alla ricerca, durante l’inverno, di qualche elemento da inserire in organico.
TIMAUCLEULIS. L’obiettivo della salvezza è stato centrato e quindi il bilancio può essere ritenuto positivo. Forse ci si aspettava qual cosina in più da una squadra che lo scorso anno aveva offerto un’immagine straordinaria di solidità, con una difesa quasi imbattibile. Resta il dato di fatto che la compagine di Claudio Bellina non è mai stata direttamente coinvolta nella bagarre per non retrocedere, restandone sempre ai margini.
VERZEGNIS. Una retrocessione che nemmeno Freud saprebbe spiegarsi. La rosa forse era meno “ricca” dello scorso anno, ma niente avrebbe fatto pensare alla retrocessione. Problemi societari? Fragilità mentale? Un pizzico di sopravvalutazione? Un po’ di tutto questo, certamente, ma la retrocessione dei verdi è uno di quei misteri che a volte il calcio regala.
AMPEZZO. La retrocessione era un’ipotesi ad inizio stagione, eppure i biancorossi ad un acerto punto sembravano in grado di giocarsi le loro possibilità. Un Burba troppo altalenante ed una difesa ogni tanto distratta alla fine hanno inciso in negativo. Il discorso Batigello? Suggestivo, ma alla fine poco utile, perché una squadra così ha bisogno soprattutto di certezze e Max abita a Reggio Emilia…
RAVASCLETTO. Una retrocessione che in Val Calda non considereranno un dramma. La squadra vive la sua piccola realtà con dignità ed orgoglio. Siccome nel calcio non si improvvisa nulla, il presidente De Crignis non si era nascosto le difficoltà cui sarebbe andato incontro, dopo un lustro positivo per i colori biancoverdi. L’ambiente ha bisogno di novità, a partire dalla panchina, dove Cicutti sembra avere finito definitivamente il suo ciclo.
4 Comments
by Daniele Piller (Sappada)
Grande Massimo!!!!! e sempre FORZA SAPPADA!!!!!!!!!!
by denis petris
vorrei ricordare che burba ha fatto 13 reti nel solo girone di ritorno
by EL MAT DI DARTE
Dite a BURBA di stare attento in curva
by moreno
La fortuna dell’Illegiana è stata quella di aver mandato a casa in anticipo il cosi chiamaro “PROFESSORE DEL CALCIO”
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