Anche Massimo Radina, giornalista del Messaggero Veneto, conduttore di FVG Sport Channel e profondo conoscitore del Carnico ha voluto dire la sua sul Carnico di sabato …
L’ultimo comunicato della FEDERCALCIO regionale, prima dell’annuncio della sospensione dei campionati dilettantistici, interessava il campionato carnico. È proprio lì che cominciano ad esserci le prime indicazioni sul “temuto” anticipo del sabato (oggi la questione è apparsa sui giornali). Non mi sbilancio sulla questione, anche se a me piace molto l’idea di un campionato al sabato e magari le gare principali alla domenica. Non mi sbilancio perché non so bene quale sia il punto della questione, ovvero quale necessità spinga al cambiamento. E francamente allo stesso modo non vedo insormontabili controindicazioni al cambiamento. Non credo infatti alla favola del turismo col Carnico attrazione da mantenere alla domenica, non credo nemmeno al controesodo dagli amatori e non so infine quali benefici a livello di pubblico se ne possano trarre. Perché quindi giocare al sabato? Nei Dilettanti lo si fa per questioni di numeri, il pubblico viene calamitato nelle sfide più importanti togliendogli il conflitto d’interessi delle sue passioni, nel caso la domenica voglia guardare la serie A, l’Udinese al Friuli o semplicemente la squadra dei dilettanti vicina di casa. Questo non è un problema del Carnico, che vede il fulcro della sua attività disputarsi in estate, restando per molti unica attrazione. Chi scrive ha una sua visione e troverebbe stimolante qualche goccia di campionato al sabato, perché in fondo nel “sabato del villaggio” l’unico giorno di riposo per lo “zappator” era la domenica, oggi non è più una verità così assoluta. Rispetto però chi ama la tradizionale domenica del calcio in generale e del Carnico in particolare e credo che l’idillio, per restare in tema leopardiano, non verrà intaccato in questa stagione. Il
comunicato dice infatti: “*Il Consiglio Direttivo del Comitato Regionale autorizza sin d’ora la Delegazione Distrettuale di Tolmezzo a fissare l’anticipo al sabato di alcune giornate riferite alle singole categorie. In quelle giornate non verranno concessi altri anticipi salvo casi di conclamata evidenza”*. Se si userà il buon senso ci ritroveremo al massimo due volte nell’intera stagione con la Prima Categoria al sabato. Un esperimento. Credo valga la pena provare, anche perché da Trieste viene data solo un’indicazione, non un’imposizione. Assaggiamolo almeno questo sabato, se poi non piace, la prossima stagione si dovrà solo evitare di ordinarlo al gentile cameriere che lo ha proposto. Insomma la versione del
“Sabato del nostro calcio” applicata al Carnico non deve fare poi così paura. Altri mali in effetti (come sottolinea Diego Di Centa nel suo scritto) potrebbero nuocere a questo campionato che ha bisogno di essere ristrutturato. Non importa se accadrà di domenica o sabato, l’importante è cominciare a ritoccare nei punti giusti, perché chi scrive afferma da tempo sia sempre meno sostenibile per numero di squadre e tempi. Il campionato va accorciato, tant’è che questa stagione non vedrà la pausa di ferragosto. Poi certo il Carnico resta unico, perché lo cominciamo a raccontare partendo da lontano, perché non smette mai di far parlare e discutere. È fatto così questo campionato che tutti a proprio modo amano. O hanno amato, come Darmo Gerussi, presidente del Trasaghis. Nel comunicato scopro che il torneo Juniores quest’anno è dedicato a lui e a pochi mesi dalla sua scomparsa giusto ricordarlo così. Perché i giovani sono il futuro del campionato e i dirigenti, instancabili appassionati come Darmo, la linfa necessaria per continuare a riempire di calcio i giorni di una Carnia che non deve temere il rinnovamento.
8 Comments
by Riccardo Puntil
Ottima analisi… Decisamente condivisibile!
by paolo
su un passaggio sono molto d’accordo. ACCORCIAMOLO, non perchè sia brutto ma perchè tra turni infrasettimanali, coppa, stagione lunga, anticipi…si sta sempre più trasformando in un pessimo clone delle serie maggiori che ormai giocano ad ogni ora. il bello del carnico è la sua intrinseca dimensione amatoriale/campanilistica/semplice che lo rende per quello unico (sia il sabato che la domenica).
41 squadre divise in 4 categorie (ripristinando la doppia 3° categoria). eventualmente inserendo i play off….voglio vedere una 2° categoria dove i primi 3 vanno su e le ultime tre scendono se non è interessante fino all’ultimo. in questo modo il campionato può durare tranquillamente da maggio a settembre (senza dover andare ad ottobre che se è come quest’anno sembra primavera ma se becchi la stagione sbagliata…).
Proviamo a discutere sull’accorciarlo (con i pro e i contro del caso…primo fra tutti l’equazione meno partite=meno introiti=meno discussioni) più che sullo spostarlo. che poi sia volano di turismo (!?) di certo non lo è al 10 di ottobre!!!
p.s. andrebbe riformata anche la Coppa Carnia!!
by Giancarlo Benzo
Questa è una delle poche volte che sono d’accordo con Massimo Radina (vero Massimo?).
Il cambiamento viene visto con perplessità perchè l’essere umano è un grande abitudinario, e l’abitudine è una brutta bestia! L’essere umano fa sempre riferimento al passato e lo guarda con nostalgia: è stato oggetto di grossi studi e si chiama effetto ancoraggio. Il mondo sta cambiando (anzi è cambiato!) e con lui le abitudini e le esigenze. Non è detto che il futuro sarà migliore del passato, ma non è nemmeno scritto da nessuna parte che il passato resta l’elemento su cui fare rifermento. Bisogna guardare al futuro e ai sui fisiologici e inevitabili mutamenti con fiducia ed entusiasmo assoluto. Nel mondo di oggi chi non sa cavalcare l’onda del cambiamento resta al palo.
Non si tratta di scimmiottare i professionisti del pallone. Si tratta di “accorgerci” che le necessità possono essere diverse dagli anni che furono. Una volta c’erano meno auto e i giovani si spostavano di meno. Una volta c’erano meno alternative al calcio. Una volta certi valori può darsi fossero diversi. Una volte c’era più passione (forse). Una volta per un sedicenne essere solo convocato in prima squadra era motivo di orgoglio. Ma una volta era una volta e oggi non è ieri, e domani può darsi che sarà ancora diverso.
Non credo a certi problemi legati al lavoro, altrimenti non si spiega il proliferare del movimento amatoriale UISP e FIGC, con campionati che certo non si giocano la domenica. E poi il mondo, piaccia o meno, sta andando verso la domenica al lavoro.
Non credo al problema dei giornali per un semplice motivo: sono aziende che si mantengono vendendo copie e pubblicità e se un tema è meritevole di spazio perchè genera interesse e vendite lo spazio lo si trova. E poi anche il modo di comunicare è cambiato, un chiaro esempio è questo sito internet che solo 15 anni fa era futuristico e oggi è una disarmante ovvietà. Nell’era dei tablet e smartphone pensare di dover attendere il mattino seguente per apprendere una notizia e vedere una foto è fuori dai tempi.
Il campionato carnico veicolo turistico? (ho sentito anche questo). Ma non scherziamo! Il turismo si fonda sua altre basi.
Non so se si giochera il sabato o la domenica, o se un pò e un pò. Comunque sia qualcuno resterà scontento perchè accontentare tutti è utopico e forse è giusto così.
by Igor Cucchiaro
meno partite = meno introiti, meno introiti = meno tassa iscrizione.
by Daniele Candido
Condivido l’analisi dell’amico Massimo!! A mio avviso il Campionato Carnico é troppo lungo e ci sono troppe squadre (vedi l’andamento demografico in qui versano attualmente i paesi della Carnia) che vanno a ripercuotersi sulla difficoltà a reperire giocatori e fondi economici per allestire le squadre. Troppi sono i costi di gestione. Bisogna rivedere i tre gironi e relative promozioni e retrocessioni per dare più interesse allo stesso campionato. Ormai e già qualche anno che in Prima categoria ci sono 2-3 squadre che lottano per lo scudetto e le altre fanno campionato a se (vedi le classifiche finali: la 3^-4^ classificata a 20 punti di distanza dalle prime…), si salva la seconda, mentre per la terza ad agosto, a parte le prime 4-5 squadre, le altre sono già fuori dai giochi e quindi senza più obiettivi e stimoli, e terminare il campionato diventa quindi un calvario. Il fatto di giocare la domenica o al sabato é relativo, l’importante é giocare e divertirsi. Dal mio punto di vista, giocare la domenica é diventata ormai una tradizione con un suo “cerimoniale”, una specie di rituale sportivo, scandito dalla sveglia, al pranzo ed alimentazione pre-partita per arrivando direttamente alla partita giocata. Una giornata vissuta in maniera diversa rispetto al fatto di giocare di sabato, ma ripeto questo é soggettivo e strettamente personale. I tempi sono cambiati e le esigenze lavorative nonché familiari anche ed avere la domenica a disposizione sarebbe importante per molti, lasciando alle Società la possibilità di accordarsi per eventuali anticipi-posticipi. Pur tuttavia, ho notato che se una squadra chiede alla sua avversaria, lo spostamento della partita, quest’ultima, a volte, trova difficoltà a concederlo perché forse, se chiede l’anticipo, stai a vedere che ha magari qualche giocatore che non può essere presente e quindi preferisce non concedere lo spostamento della stessa per evitare di avvantaggiare la squadra richiedente. Per quanto riguarda, alcuni giovani, forse é vero che manca un po’ di voglia di sacrificarsi e che hanno altri interessi, ma questo accadeva anche quando ho iniziato a giocare io (26 anni fa), quindi sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. Per farvi un esempio, ricordo che quando giovavo con l’Ardita era compito del più giovane occuparsi a fine partita delle maglie da gioco (ritenute “sacre”!!!), le raccoglieva e le sistemava con cura e per bene. Guai a gettarle a terra e tantomeno usarle dopo la doccia per appoggiavi i piedi. Invece, il ruolo del Capitano, veniva affidato ad una persona carismatica (in quel caso era Manuele FERRARI) e quando parlava per dare indicazione tutti lo ascoltavano con grande rispetto e senza contraddirlo.
by moreno
scusate ma vorrei fare un quesito alla redazione, anche se non ha niente a che fare con i commenti, vorrei sapere da parte Vostra, visto che siete più competenti, se con il nuovo regolamento approvato per il campionato carnico 2012, se un ragazzo nato nel 1993 gioca in una squadra juniores, tesserato con la stessa società, può essere dato in prestito, oltre che giocare negli juniores, ad un’altra squadra del campionato carnico. Grazie.
by Massimo Di Centa
Allora, Moreno, cerchiamo di capire: se Tizio, classe 1993, è tesserato con il Fusca, può essere dato in prestito per il torneo juniores ad un’altra squadra, a patto che il Fusca non partecipi al campionato juniores. Per lo stesso discorso, se Caio (sempre classe 1993), è dato in prestito dall’Ovarese al Fusca, potrà disputare il campionato di Terza categoria col Fusca e giocare il campionato juniorese con l’Ovarese. Intendevi dire questo? Se non è così, riscrivi pure.
by moreno
Intendevo proprio questo! Grazie mille!!
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