GENTE DI CARNICO: MATTEO DEL LINZ

Matteo in azione
Matteo in azione (foto A. Cella)

“Ma chi è questo Del Linz? L’unico Del Linz che mi ricordo è Graziano, bomber implacabile della prima Velox scudettata!”. Acqua. “Anzi no, ora che ci penso, mi viene in mente anche un certo Paolo, uno di Treppo Carnico che giocava col Paluzza”. Fuoco. Perché fuoco? Perché il Del Linz di cui stiamo per parlare è proprio il figlio di Paolo: Matteo. Matteo è il calciatore del momento e con i suoi 10 gol è il cannoniere non solo della Prima categoria, ma di tutto il Carnico.

Eppure di lui, attaccante dei Mobilieri, fino allo scorso anno si parlava poco, ma in questa stagione a far parlare di lui sono soprattutto i suoi gol. Lui segna spesso i gol “facili”, quelli che magari non rubano la scena ma alla fine sono pesanti. E contano, eccome se contano! Sono quei gol che segni perché il fiuto del gol (quel fondamentale che non alleni, ma si annida tra i cromosomi) ti fa essere sempre nel posto giusto al momento giusto. Presente Paolo Rossi, tanto per fare un nome? I compagni di squadra lo chiamano “Linç” ed ultimamente viene spontaneo chiedersi se quel soprannome sia un’abbreviazione storpiata del cognome o un diminutivo di “lince”, ovvero uno dei maggiori predatori delle foreste. Lui, magari, si sceglie spazi più piccoli delle foreste, accontentandosi di semplici aree di rigore.

A 23 anni Matteo ha già una storia mica semplice da raccontare. Era partito nelle giovanili del Paluzza, ma in nerazzurro è rimasto pochino, perché andò subito a Tolmezzo, dove dopo tutta la trafila arrivò alla juniores. Nel frattempo, quando giocava con gli Allievi, un semplice intervento di appendicite si trasformò in un piccolo, grande dramma, perché dopo il banale intervento i medici lo ricucirono senza accorgersi che era in corso una peritonite talmente subdola da sfuggire anche ai controlli di routine. Matteo rischiò la vita e in quel caso furono bravi i medici a scoprire l’origine dei suoi dolori e con una bella cura a base di antibiotici ristabilirono la normalità. Gli antibiotici, si sa, fanno miracoli, ma di certo non sono compatibili con l’attività fisica. Così il ragazzo ci mise un po’ di tempo a recuperare la piena efficienza. L’approdo nella juniores fu il primo trampolino di lancio e la Majanese lo volle per la prima squadra. L’esperienza di Majano però non fu brillante e così nella sessione invernale del mercato, Matteo tornò nella juniores tolmezzina facendo fuoco e fiamme, se è vero che nel girone di ritorno mise dentro ben 16 gol!

L’anno dopo, la società del capoluogo lo manda a maturare ad Artegna. L’Arteniese contava molto sui gol del bomberino carnico, ma un altro infortunio, la rottura del crociato, lo costrinse ad un lungo stop. “Linç”, anziché abbattersi o piangersi addosso, una volta ristabilitosi decise di ripartire dal Carnico, tornando nel Paluzza, in prima squadra, e come  prestito nell’under 20 dell’Ovarese. Più che i gol, in quel periodo contava che il ginocchio guarisse completamente. Nel frattempo, causa l’inattività, aveva messo su qualche chilo, esagerando, forse, nel mangiare il buon pane che papà Paolo, fornaio, preparava tutte le notti. Dopo Paluzza, via Tolmezzo, società ancora proprietaria del suo cartellino, ecco l’approdo a Sutrio nella scorsa stagione. Un’annata dura, come sono dure tutte le annate post infortunio, poi, quest’anno l’esplosione. Sarà contento papà Paolo, ruvido difensore del Paluzza a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta: non aveva grandi piedi, Paolo, ma grinta, coraggio e senso di posizione non gli mancavano di certo. Paolo ha accompagnato il figlio a tutti gli allenamenti e a tutte le trasferte, sobbarcandosi chilometri e chilometri per assecondarne la passione. Ora, invece, non va più a vedere le partite, per un omaggio alla scaramanzia, sempre presente nelle cose di calcio: finché Matteo segna, insomma, va bene così, con Paolo che non perde un minuto di radiocronache di “A tutto Carnico”! Di certo gli dispensa consigli e critiche (“Puoi migliorare ancora – gli ripete – devi essere più cattivo”) ma lo ha sempre lasciato libero di fare le sue scelte.

Mamma Patrizia (originaria, guarda caso di Sutrio!), invece, ha ricevuto un vero e proprio divieto ad andare ad assistere alle partite. Matteo la rimprovera perché è troppo critica: ”Dovevi fare così, dovevi fare cosà, sei sempre a terra” e robe del genere. Ecco, le ha detto Matteo, stattene pure a casa. Quella casa dove le discussioni in tema calcistico continuano, perché il bomber, quando è a casa, si sintonizza su Sky e non salta una sola partita della programmazione! Del resto lui se ne sta volentieri a casa, denotando una serietà che non è così scontata nei ragazzi della sua età: il sabato sera, se si esce, a mezzanotte a casa, una specie di … Cenerentolo del gol!

2 Comments

  • Posted 14 Giugno 2016 13:52 0Likes
    by Alessandro

    #grandelinç

  • Posted 14 Giugno 2016 16:13 0Likes
    by Carlo Di Lena

    La verità è che lavora nella stessa falegnameria di mister Buzzi e Gil, come Geppetto, gli ha confezionato una soletta di frassino risolvendogli “quasi” tutti i problemi di tocco e di mira. Funzionava anche quando giocava Marco Straulino…

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