“Ma qual è Guariniello?” . Sta quasi diventando un tormentone, in questi ultimi giorni la domanda che in tanti ci rivolgono appena arrivano in campo. Eh sì perché questo Gabriele Guariniello sta diventando famoso (almeno in Carnia, eh …) quasi come Raffaele Guariniello il magistrato piemontese che si occupò di calcio ma in maniera del tutto differente (quello, per intenderci, che condusse indagini per abuso di farmaci nel calcio e si occupò dei collegamenti tra calciatori e SLA). Gabriele, invece, ha una storia un pochino più semplice, ma pur sempre una storia interessante. Papà Paolo, per motivi di lavoro, alla fine degli anni Ottanta era ad Ozieri in provincia di Sassari, dove nel marzo del 1989 nacque appunto Gabriele. Il “rapporto” col pallone iniziò praticamente subito, perché il bambino ancora non camminava e già aveva una palla a portata di piede. Predisposizione naturale? Può darsi. E quando uno, come si dice, certe passioni ce l’ha nel sangue, il resto viene da sé. La trafila delle giovanili e poi l’approdo nelle prime squadre: ha vinto il camponato di Eccellenza col Sanluri nella stagione 2008/09, ha giocato nel Barumini in Prima e poi nell’Arbus in Promozione. Ancora un ritorno in Prima nel Samassi prima di attraversare il mare e andare nell’altra isola, la Sicilia, destinazione Favara, provincia di Agrigento. Basta andare un po’ su internet ed è facile scoprire quanto il ragazzo fosse apprezzato da quelle parti. Due anni fa, in cerca di lavoro Gabriele seguì i consigli di papà Paolo che nel frattempo si era trasferito in Carnia: “Prova a venire su, vediamo se c’è qualche lavoro”. Il lavoro non lo trovò, ma avrebbe trovato un’altra squadra: Il Tolmezzo, infatti, lo invitò ad allenarsi con la prima squadra e quando tutto sembrava pronto per il tesseramento, Gabriele tornò in Sicilia. Lavoro non ce n’era, la nostalgia era tanta e insomma non se ne fece niente. Il ritorno nell’isola lo riportò al calcio di quella terra, ma lavoro niente. Papà Paolo allora, dopo due anni, tornò all’attacco e finalmente riuscì a trovargli un posto come assemblatore in una fabbrica della zona. Stavolta, insomma, c’erano le premesse per restare e allora si fece avanti il Villa: visto che il pallone ti piace, gli hanno detto, vieni con noi. Tanto più che sulla panchina arancione era approdato anche Raffaele Maisano, allenatore del Tolmezzo all’epoca del “provino” di Gabriele coi rossi azzurri. L’accordo si fece subito e così da quest’anno Gabriele ha trovato nel Carnico il suo palcoscenico. E bisogna dire che, almeno, in questo primo scorcio di stagione sta recitando da protagonista assoluto. Tanti gol e un ricco repertorio, tanto che in molti, dopo averlo visto giocare affermano convinti che è un calciatore di categoria superiore. Tecnica di prim’ordine , pregevolissima meccanica di tiro, il cambio di passo che contraddistingue i giocatore di livello e una progressione secca che se gli lasci tre centimetri non lo prendi più. Nell’ultima settimana, cinque reti: tre ai Mobilieri in coppa e due al Cavazzo nell’ultimo turno di campionato. La sensazione è che di questi gol ne vedremo ancora molti perché il feeling con la porta davvero non gli manca e pazienza se usa quasi esclusivamente il sinistro, perché come tutti i mancini ha dentro di sé l’imprevedibilità e la genialità di chi fa le cose con l’arto che viene definito contro natura. Di lui si parla come di un ragazzo buono d’animo, tranquillo e molto disordinato nelle cose di tutti i giorni. Certo, vedendolo in campo tanto tranquillo non sembrerebbe. Capita, ogni tanto, vederlo battibeccare col pubblico che forse interpreta male qualche suo gesto: dopo un gol, infatti, corre verso una parte delle tribune e fa un gesto che sembrerebbe mimare uno che fa una ripresa cinematografica. E infatti, dopo il terzo gol rifilato ai Mobilieri un tifoso sutriese si sentì quasi offeso da quel gesto e dopo l’effettuazione dei calci di rigore che sancirono l’eliminazione del Villa gli urlò: “E cumò ce film giris tu?” blaterando titoli di film improbabili … In realtà, però il gesto che fa Gabriele è rivolto al gruppetto dei suoi amici che lo seguono sempre durante le partite e che hanno scommesso con lui una cena di pesce se raggiungerà il traguardo dei 20 gol stagionali. E così lui, quando segna, fa finta di mangiare, e quella mano che rotea è l’atto di portare la forchetta alla bocca e non quello di girare la manovella di una macchina da presa: E la cena è vicina, perché, nemmeno a metà stagione, tra campionato e Coppa siamo già a quota 11. Diciamo che i gestori del ristorante prescelto possono già iniziare a prenotare scampi ed orate … In Carnia dice di trovarsi bene, anche se non era abituato a fare tanti brindisi: passare dalle granite al cabernet non deve essere propriamente una passeggiata, ma ci dicono che si stia adeguando. Così come si è adeguato al Carnico che ha trovato un giocatore di prima qualità. E chissà perché, alle partite del Villa, ci sono sempre molti dirigenti del Tolmezzo. Dorigo, permettendo, naturalmente …
2 Comments
by Mattia
Guarí troppo forte..intanto inizio a tirare fuori il cash per la cena..GRANDE GABRI!
by Gianca
Siamo fortunati ad avere Massimo Di Centa e Renato Damiani. DUE eccellenze che danno rilevanza al Carnico ed ai suoi prsonaggi.
Un sentito grazie a nome di tutti i tifosi
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