VECCHI LEONI: AULO BEARZI

aulo-1I protagonisti del Carnico di una volta, vecchi (più o meno …) leoni che hanno scritto pagine importanti di una storia appassionante, quando non c’era internet e le cronache erano scarne. Sembra un secolo fa ed invece eccoli qua, pronti a prendersi la fama del web per una … conoscenza postuma. La rassegna inizia con Aulo Bearzi …

Aulo Bearzi, classe 1949, è uno di quelli che cerca di “ingannare” il tempo che passa: alla soglia dei 70 anni, infatti, risulta ancora tesserato per l’Ancora, la squadra del suo paese. E non è uno di quei tesserati  … ad honorem, perché alcune stagioni fa (aveva esattamente 64 anni e 9 mesi) scese in campo nell’ultima giornata. Non da portiere, ruolo nel quale ha speso tutta la sua carriera, ma da centravanti. Non provate a chiedergli come finì quella partita (per la cronaca contro il Rapid), lui vi risponderà che ha giocato e basta. Di quando era portiere, invece, si ricorda tutto e ancora si infervora quando parla di quegli anni. Iniziò, giovanissimo, proprio con l’Ancora, prima di difendere la porta del Santa Caterina (2.a categoria regionale) dove si laureò campione regionale juiniores. Poi il ritorno in Carnia, al Ravascletto, prima di approdare ai Mobilieri. L’anno che era a Ravascletto, la squadra biancoverde giocava le sue partite a Sutrio, dove un dirigente locale lo notò e volle portarlo in gialloblu. Era il 1972 ed il suo rapporto coi Mobilieri non iniziò nel migliore dei modi: prima uscita ufficiale a Timau, in un torneo precampionato. Era il 2 aprile ed il giorno dopo Aulo avrebbe portato all’altare Marisa. Un week end intenso, insomma, che però non iniziò benissimo. A Timau, infatti, era già pronto per fare il suo esordio coi Mobilieri. Un dirigente gli disse “Metti su la maglia numero 1 che parti tu”. Invece, all’arrivo dell’allenatore Sergio Maieron la situazione cambiò: il tecnico disse che, fino a prova contraria, le decisioni le prendeva lui e così Aulo si ritrovò in panchina. La scelta di Maieron, naturalmente, fu una mazzata enorme per il nostro, il quale (per sua stessa ammissione) aveva proprio nella fragilità di carattere un suo limite. Peccato, perché per il resto, aveva tutto per i portieri dell’epoca, ai quali bastava essere fortissimi tra i pali. Le uscite, ai quei tempi, non erano un parametro di valutazione così determinante, al pari dell’essere bravo con i piedi, fondamentali che solo qualche anno più tardi avrebbero avuto ben altro peso causa l’evoluzione del gioco e alcune regole che hanno finito per snaturare il ruolo. Ma Aulo non se la prese ed anzi ben presto seppe conquistare la maglia di titolare. E nel 1974 fu uno dei protagonisti principali nel titolo vinto dai sutriesi. Suo grande ammiratore fu il presidente gialloblu Franco Quaglia che forse non lo “impose” da titolare, ma di certo fece pesare la sua carica. E a Quaglia sono legati alcuni bellissimi ricordi di Bearzi quando ripensa a quegli anni. Come quella volta ad Ampezzo, nella partita decisiva per il campionato, quando Aulo sfoderò una super parata su una conclusione del bomber ampezzano Jenny Fachin, che tirò una vera e propria bomba nel sette che fu respinta con un intervento straordinario: a quel punto Quaglia che era in panchina entrò in campo (a partita in corso!) e andò ad abbracciare Bearzi sollevandolo di peso. Il match termino 2 a 0 per i Mobilieri ed il viaggio di ritorno verso Sutrio fu caratterizzato da una lunga sosta all’albergo Roma di Tolmezzo. La festante comitiva sutriese arrivò lì verso le 6 e il presidente disse al titolare: “Da ora in pi, da bere per tutti quelli che entrano: pago io!”. Non osiamo nemmeno immaginare a quanto ammontò il conto. Per Aulo, dopo la gloria del pomeriggio, i tormenti della serata, che iniziò a taglietti e brindisi e finì a limonate calde e stomaco sottosopra … Altro personaggio che Aulo ricorda spesso nei suoi discorsi è don Ruggero Marin, personaggio storico del calcio di Prato Carnico. Durante un’ Ovarese – Ancora del torneo Val Degano, sul risultato di 0 a 0 , il don, dietro la rete, continuava a ripetere ad Aulo: “Vai piano, perdi tempo”. Un martellamento continuo: Aulo, che era uno al quale piaceva giocarsela, ad un certo punto esasperato, si gira e gli dice.”Don, se continui mi faccio segnare apposta”. Destino vuole che l’Oavrese trovi il gol vittoria a pochi minuti dalla fine, con un tiro imparabile. Il Don, naturalmente, ebbe subito la certezza che il gol fosse un regalo e non glielo perdonò mai, tanto che nella gita organizzata a fine stagione non volle che ci fosse Aulo! Eccola, qua, in pochi significativi passaggi, la storia di Aulo Bearzi, campione carnico 1974 ed ancora dirigente dell’Ancora. Lui dice che quello scorso è stato il suo ultimo campionato da dirigente, ma conoscendolo siamo sicuri che il prossimo anno lo vedremo ancora lì, a bordo campo, con la bandierina e la voglia ancora di esultare o imprecare. Scommettiamo?

2 Comments

  • Posted 26 Novembre 2016 12:38 0Likes
    by Manuele Ferrari

    Complimenti Aulo anche da parte mia. La storia ed i Vostri Gloriosi….Tempi, non devono essere dimenticati. Anche per questi motivi i miei complimenti a Tutti Voi per questa bella Iniziativa. Bravi Tutti. A presto. Mandi. Manuele Ferrari

  • Posted 27 Novembre 2016 18:13 0Likes
    by Fermo Intorre

    Disponibile, generoso, affidabile, buono e serio. Potrei aggiungere tantissime altre doti. Praticamente una straordinaria persona ed anche un ottimo portiere ai suoi tempi che non sono tanto lontani dai miei. Ma un difetto glielo troviamo. Certo: Qualche volta un po’ troppo impulsivo ma possiamo concederglielo. Grandissimo Aulo. E’ sempre un piacere vederti.
    Fermo Intorre

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