Quando uno nasce il 14 luglio non può essere una persona qualunque. Oddio, in Francia, magari, la portata degli eventi di quel giorno d’estate è stata più importante, ma anche noi, in Carnia, nel nostro piccolo, abbiamo avuto nello stesso giorno, anche se 228 anni dopo un fatto importante: il 14 luglio 1968, infatti, è nato Roberto Fachin. Chi magari non si interessa di calcio si chiederà: “Ma chi Roberto Fachin, quello che lavora in banca?”. Ecco, sì, è proprio lui, quello che lavora in banca e sinceramente a chi l’ha visto sui campi di calcio in pantaloncini corti, vederlo in giacca e cravatta fa un certo effetto. Diciamo che con quella fascia di capitano al braccio sinistro faceva emozionare, perché forse in pochi casi quella fascia assumeva un significato che andava ben oltre il puro e semplice simbolo. La storia di Roberto Fachin inizia che lui forse ancora credeva a Babbo Natale, quel Babbo Natale che un anno gli portò uno di quei palloni incontrollabili tanto erano leggeri. E lui con quel pallone era fuori casa a palleggiare in mezzo alla neve, aspettando che arrivassero gli amici Bruno (Tavosanis) e Luigi (Ongaro) che con lui avevano in comune questa passione sfrenata per il calcio. Roberto però ha dimostrato, con gli anni, di saperci fare col pallone, mentre i due amici, visti i risultati, il calcio hanno preferito raccontarlo … In quel periodo Roberto viveva nei prefabbricati post terremoto vicino allo stadio tolmezzino che diventava, tutti i giorni, meta delle sue fughe da casa. Indossare la maglia della Pro Tolmezzo insomma fu una conseguenza … naturale, logica e ineluttabile. La Pro, però, mi raccomando, fate in modo di non confondere mai le realtà del calcio tolmezzino, perché la rivalità tra Pro e Virtus era fortissima e radicata anche nei giovani come Roberto che preferì andare all’Amaro in prestito piuttosto che vestire la maglia della Virtus quell’anno che la sua Pro non partecipò al campionato “Giovanissimi”. Ironia del destino volle che la finale di quella stagione fu proprio Virtus – Amaro e vinse la Virtus! … L’anno dopo tornò alla Pro, iniziando tutta la trafila fino alla prima squadra, con l’esordio che avvenne a Bressa quando ancora doveva compiere 17 anni. A spingerlo definitivamente verso il Carnico fu la confluenza nell’ U.C. Tolmezzo di Virtus e Pro. Appena manifestò l’idea di andare nel Carnico Toni Iob e Gianni Timeus si precipitarono su di lui convincendolo ad andare a Illegio. A 23 anni quindi eccolo in maglia neroverde con la quale si leverà tante soddisfazioni: aldilà delle vittorie (3 scudetti e 2 Coppe Carnia) sono stati i valori umani a farlo diventare uno dei simboli storici dell’intero Carnico. Leale in campo come nella vita non è la classica frase fatta e questo la gente lo capisce quando si sceglie un simbolo o più semplicemente un amico. Quel modo poi di vivere le cose con enorme partecipazione emotiva è sinonimo di schiettezza: quando il suo amico Bruno Tavosanis pochi anni fa gli portò una foto di Zico con tanto di dedica personalizzata (“A Roby …”), Roberto sembrava un bambino felice. Lui che era uomo fatto e padre di famiglia … Si parla di Zico e il pensiero va alle punizioni: il “Galinho” era un idolo del milanistissimo Roberto Fachin che non si perdeva un solo filmato (e allora non c’era internet …) delle punizioni calciate dal brasiliano. Saranno state queste video lezioni, sarà stata una predisposizione naturale, ma i calci piazzati gli riuscivano davvero niente male ed aveva la capacità di sfoderarli nei momenti che contano, in una finale di coppa, magari, o in una sfida al vertice col Cedarchis. Ma c’è stata anche una piccola crisi tra lui e la sua Illegiana. Forse ci fu un equivoco, una frase non felicissima di qualche dirigente neroverde, fatto sta che Roby si sentì quasi un peso ed accettò di andare un anno ad Arta. L’esilio durò un anno, appunto, poi rieccolo in “Pradelat” talmente motivato che la stagione del suo ritorno coincise con una serie di prestazioni incredibili e il record di gol segnati in campionato, ben 19!
Sentirlo parlare del Carnico è un piacere: si ricorda dei suoi allenatori nel settore giovanile (Franco Vuan e Gianni Timeus) di cui sottolinea più volte l’importanza per la sua formazione tecnica ma anche umana e poi non può mancare un omaggio ai tre tecnici dei suoi scudetti: Gino Menegon, uno stratega con una conoscenza profondissima di tutte le squadre avversarie; Claudio Brollo, attentissimo nel far emergere le caratteristiche umane prima ancora che quelle tecniche e Pierino “Nino” Delli Zotti, pragmatico e di poche parole, ma sempre quelle giuste, l’ideale per il Carnico. Particolare ammirazione anche per molti giocatori che ha incrociato da avversari, come Gino Cappellari e Luciano Stefanutti o la coppia di centrocampo Rella – Quaglia, coi quali ha ingaggiato tanti duelli sulle zolle centrali nelle sfide Illegiana – Cedarchis. Gli avversari nutrivano per lui lo stesso rispetto e la stessa ammirazione, per la correttezza in campo (non è mai stato espulso) e la capacità di stemperare in lunghe soste al chiosco le tensioni post partita. Un discorso particolare lo merita Fabiano Mecchia: lui e Fabiano hanno rappresentato due concezioni diverse del Carnico. Quando le rispettive squadre si affrontavano, Mecchia incitava i compagni di squadra: “Dategli a quello lì” e Roby di riamando gli sibilava “Tu sei l’anticalcio!”. Detta così sembra una diatriba carica di livore, in realtà era il rispetto dell’uno per l’altro, perché l’uno vedeva nell’altro quelle caratteristiche che non facevano parte del proprio bagaglio tecnico. Ma la scorsa estate, quando si sono incontrati ad una serata hanno fatto le ore piccole a parlare dei loro duelli, trasformando la stima in quella simpatia che ai tempi dei loro incroci sui campi non poteva emergere.
Ecco, se vi capita fateci una bella chiacchierata con Roberto Fachin: provate a parlargli del Carnico e lo troverete preparato e ancora profondamente coinvolto emotivamente. Perché lui è così, vive col cuore ed è capace di emozionarsi per il suo Milan e soprattutto per la sua meravigliosa famiglia per la quale avrebbe anche un progetto a medio termine: un trasferimento all’isola d’Elba, posto che adora. Quasi quasi ce lo vediamo in un posto tipo BarLume a parlare di Carnico, ricordando quella volta in cui Fabiano Mecchia …
14 Comments
by STEFANO IOB
Grandissimo Roby!
by Stefano vidoni
Roberto un grande del calcio carnico !!!!
by Andrea Zarabara
Un fenomeno vero, in campo e fuori!! Complimenti Roby!!!
by Gabriele
Il record di gol è 22 non 19.
Grande Roby
by Walter Bugliani
Grande come sempre caro Max..ma stavolta un pó di più visto che hai raccontato la storia di uno di quei pochi ( si contano sulle dita di una mano..) che considero “fratelli adottivi”.( un’altro è il Bruno ma non farlo sapere in giro!)
😀
by Doro Gjat
Nel sottoscala a casa sua aveva anche un pallone da basket, giuro! E in camera aveva una collezione niente male di Dylan Dog… Io ho sempre preferito quelli! Grande Roby! 🙂 <3
by Massimo Di Centa
La mia fonte è Roberto Fachin stesso e lui mi ha detto 19! 🙂
by Bruno Tavosanis
Carnico.it non mente: sono 19 🙂 Qui la classifica marcatori: http://2006.carnico.it/?edizioni=2006
by loris rassati
un gran salutone con dei bei trascorsi.
by Daniele Candido
Ce omp e ce giuiaduor di balon…Un vior artist denti e for dal cjamp di balon!!
by Marzio Damiani
Aspettando Bruno tavosanis, Luigi Ongaro e Marzio Damiani con partitelle due contro due a porte strette(a larghezza del tombino)
by roberto copetti
ciao roberto ti ho visto esordire con la pro tol mezzo poi abbiamo giocato qualche partita insieme eri un ragazzino magro ma molto bravo complimenti un caro saluto roberto copetti
by moreno
Ho avuto il piacere di giocare e devo dire che è una GRANDE persona, e un GRANDE giocatore, un MITO ciao Robi
by Manuele Ferrari
Scusa Roby per il ritardo…..Anche da parte mia un cordiale saluto e sinceri complimenti per quanto hai dato e fatto per il nostro Campionato Carnico. Mandi. A presto. Manuele Ferrari
Comments are closed.