Ma questo spareggio, si chiedono in molti, è la soluzione giusta per determinare la squadra campione del 2018? Se si guarda la logica fredda dei numeri sì, perché dopo tanti mesi di campionato le due squadre hanno terminato alla pari ed ognuna delle due avrà i suoi buoni motivi per recriminare. Certo, i rimpianti maggiori li avranno i Mobilieri, che hanno incredibilmente sprecato due veri e propri match ball. Il primo, nella prima giornata di ritorno, quando si presentarono allo scontro diretto col Cavazzo con 5 punti di vantaggio: vincendo avrebbero avuto un margine talmente ampio da poter gestire in assoluta scioltezza il resto della stagione. Anche un pareggio, comunque, li avrebbe mantenuti ad una distanza assolutamente rassicurante ed invece subirono una vera e propria lezione di calcio, con i viola che , per più di un tempo in dieci per l’espulsione di Andrea De Barba, comandarono il match a proprio piacimento, dando una dimostrazione di forza che di sicuro minò qualche certezza dei sutriesi. L’altra grande opportunità letteralmente bruciata dagli uomini di Buzzi è roba recente, risale all’ultima giornata di campionato, quando i “belli gialli” si sono fatti rimontare ben due gol dal Cercivento nell’ultimo quarto d’ora.
Anche il Cavazzo può recriminare per quella punizione di Cecconi che al 97’ significò il 2 a 2 nella sfida col Real, un pareggio che sembrava poter essere decisivo per l’assegnazione del titolo.
Ma come si presentano alla sfida le due squadre?
CONDIZIONE PSICOLOGICA. L’inerzia, per come si sono messe le cose è tutta a favore dei viola che fino alle 16,38 di domenica scorsa erano rassegnati ad un anno senza vittorie. Chiaro che avere ancora una possibilità ha dato loro una carica enorme, a differenza dei gialloblu che si sono visti scucire dal petto uno scudetto che sembrava davvero saldissimo. Ma il Cavazzo dovrà anche fare i conti con i fantasmi di due finali perse da favoriti, una delle quali proprio a Pesariis. A livello di personalità, la formazione di Chiementin ha senza dubbio il vantaggio derivante dall’abitudine a giocare questo tipo di partite e quindi maggiormente in grado di gestire la tensione. Cosa che i Mobilieri hanno patito come si è visto nell’ultimo mese di campionato, quando spesso hanno avuto bisogno di sbloccare il risultato per ritrovare quella fluidità di manovra che ne aveva caratterizzato il periodo precedente. E’ anche vero però che vittorie in trasferta come quelle di Ovaro, Trasaghis e Villa (tutte ottenute con grande fatica) avrà fatto crescere ai ragazzi di Buzzi un po’ di pelo sullo stomaco, determinante per diventare una grande squadra. La mentalità, insomma, non si allena, ma si costruisce attraverso la sofferenza, la concentrazione, quello stare sempre sul pezzo (anche nelle giornatacce) aspettando il momento per colpire con una giocata individuale.
CONDIZIONE FISICA. A questo punto della stagione è chiaro che la freschezza atletica è solo un ricordo. Non si può certo pretendere la brillantezza di qualche settimana fa, tenendo poi in considerazione che la tensione appesantisce non solo la testa ma anche i muscoli. Molti giocatori di entrambe le squadre hanno fatto più infiltrazioni che allenamenti ultimamente e le risorse atletiche sono veramente al limite.
FORMAZIONI. Davide Marsilio e Guariniello, da una parte, e Maichoal Cescutti, dall’altra, sono stati fermati dal giudice sportivo e sono assenze pesanti nell’economia delle rispettive squadre: Marsilio assicurava l’esperienza e la cattiveria in fase difensiva. Guariniello l’imprevedibilità dal centrocampo in su. Cescutti la prorompente fisicità che serve quando le partite sono importanti. Proviamo ad ipotizzare un undici iniziale, ribadendo che è solo un’ipotesi, visto che i tecnici non hanno ancora sciolto gli ultimi dubbi. Il Cavazzo potrebbe schierarsi con Chiandetti tra i pali; linea difensiva con Lestuzzi e Ortobelli ai lati dei centrali Mainardis e Marco De Barba; a centrocampo Tolazzi, Cappellaro e Andrea De Barba con il tridente composto da Burba, Dionisio e Nait in avanti. Più complicata la formazione per Buzzi, che alla fine potrebbe scegliere Di Vora in porta, Ermano e Martinis esterni bassi con Maieron e Nicola Marsilio centrali. A centro campo potrebbe giocare a 4 (D’Andrea, Selenati, Damiani Marsilio e Straulino) con Luca Marsilio e Vidali in attacco, oppure uno schieramento più spregiudicato togliendo un centrocampista e inserendo Del Linz in un tridente che richiederebbe grande sacrificio da parte di tutti.
ARBITRO. La designazione di Canci ha suscitato qualche polemica, perché in molti avrebbero preferito un arbitro non della sezione tolmezzina. A nostro parere invece il fischietto gemonese ci sembra una scelta assolutamente affidabile: conosce il calcio carnico, ha una grande personalità e doti tecniche decisamente sopra la media.
SEDE. Se ne è parlato fin troppo in questi giorni … Nel ricordo di una finale di coppa (quella del 2017) organizzata in maniera splendida, crediamo che la gente di Prato (splendida) farà di tutto per allestire un contesto all’altezza dell’importanza dell’evento. Il terreno di gioco dovrebbe essere perfetto, visto il clima di questi ultimi giorni, caratterizzati dall’umidità notturna e dal sole del giorno, condizione ideale per il manto erboso. In più stavolta si gioca di giorno, quindi un eventuale black out potrebbe solo raffreddare l’acqua delle docce.
RADIO STUDIO NORD. Radiocronaca diretta a partire dalle 14.40.
2 Comments
by Pino Princi
Buon lavoro a tutta la redazione impegnata anche oggi a tenerci aggiornati sul risultato , che vinca il migliore
by Maggiolina
Non è ancora finita ma di certo il.peggiore in campo è Canci…vergognoso !!!!!
Comments are closed.