FABIO COSSETTINI: «CHE BELLA LA PASSIONE DELLA GENTE PER LA SQUADRA DEL PAESE»

Fabio Cossettini si avvia a guidare la Moggese per il terzo anno. Logico chiedere al tecnico tarvisiano come è andata finora.

«Il bilancio, dal punto di vista dei risultati – risponde – non può essere di certo positivo. Il primo anno non siamo arrivati lontanissimi dalle prime e abbiamo fatto risultato anche contro squadre che poi sono state promosse. Lo scorso anno, invece, le cose non sono andate affatto bene, per tutta una serie di motivi, anche per carenze di organico».

E queste carenze sono state colmate?
«La società ha cercato di portare qualche volto nuovo e ha chiesto a Gianni Tolazzi di venire a dare una mano. Gianni è stato un giocatore molto importante per la Moggese e se le ginocchia gli daranno un po’ di tregua potrà diventare un elemento determinante. In Terza, credo, possa fare ancora la differenza».

Oltre a lui si è puntato sui giovani.
«E’ arrivato, in prestito dalla Pontebbana, Matteo Marcon e in più, dal Venzone, Andrea Pugnetti e Alessandro Revelant. Il primo obiettivo, però, aldilà dell’aiuto che potranno darci i nuovi, sarà quello di dare a tutto il gruppo le motivazioni necessarie. Ricreare, insomma, l’atmosfera che c’era durante il mio primo anno a Moggio. Chiaro che poi i risultati positivi aiutino, ma il fattore più importante rimane quello dell’unità d’intenti».

Forse servirebbe anche un po’ di continuità a livello di giocatori.
«Assolutamente sì, ma attualmente è una strada difficile da percorrere. I paesi si stanno svuotando ed è molto difficile allestire settori giovanili in grado di costituire il serbatoio per la prima squadra. Si cerca di colmare le lacune della rosa coi prestiti, ma così facendo non si può dare corpo a progetti a medio termine. La società sta facendo sforzi enormi per creare quel vivaio che servirebbe, ma le difficoltà sono realmente oggettive, non è assolutamente questione di cattiva volontà«

Gli obiettivi, quindi, per la prossima stagione sono fatalmente limitati.
«Beh, diciamo che la promozione resta un sogno quasi irrealizzabile, o quasi… Chiaro che giocheremo sempre per vincere, ma con umiltà e consapevolezza dei nostri mezzi. Credo che il risultato migliore che dovremmo ottenere, intanto, sia quello di creare le premesse per migliorare gradualmente ed in questo è chiaro che dovrò metterci del mio».

A proposito qual è il calcio di Fabio Cossettini?
«Niente di particolare, cerco di adattare il mio gioco alle caratteristiche degli uomini che ho a disposizione. Non c’è un modulo vincente: cerco di far giocare la squadra nella maniera più semplice possibile. In questo ho imparato molto da Adalbarto Zanitzer, quello che ancora considero il “mio mister”: uno alla vecchia, che giocava con i due terzini, stopper e libero, due ali un mediano basso e uno alto e due punte. Ecco, credo che la sua semplicità sia l’arma più giusta da usare in un campionato come il nostro, anche se naturalmente non mi  sento di criticare chi prova a fare qualcosa di nuovo, anzi, possono essere elementi di crescita per tutto il movimento».

Mister, il bello e il brutto del Carnico?
«La cosa più bella è la passione della gente per la squadra del paese che viene vista come una componente all’interno della comunità e non una cosa a sé stante. Di brutto, veramente, non riesco a trovare niente. Anche l’esasperazione che in certe partite può saltare fuori per l’agonismo alla fine si stempera tutti insieme al chiosco. Sembra una cosa banale, ma invece secondo me rimane una straordinaria forma di aggregazione».

1 Comment

  • Posted 16 Marzo 2019 14:32 0Likes
    by Sandro

    Auguri al Mister e alla gloriosa Moggese.

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