IVANO CANDIDO: «DOPO LA MAZZATA IL SAN PIETRO RIPARTE A TESTA ALTA»

Toccherà ad Ivano Candido rilanciare il San Pietro dopo la delusione patita lo scorso anno, segnato dalla retrocessione dovuta alla maxipenalizzazione di 20 punti che ha cancellato il brillantissimo quarto posto ottenuto sul campo.

«E non sarà semplice – dice subito il tecnico – perché chiaramente quella vicenda ha lasciato in tutto l’ambiente un profondo senso di amarezza. Nessuno da questi parti ha contestato il provvedimento: se ci sono dei regolamenti è giusto che vadano rispettati. Quello che ha veramente sorpreso è stata la sproporzione della pena e soprattutto la tempistica».

Ma sarà un boccone difficile da digerire?
«Inutile negare che sia stata una vera e propria mazzata, ma guai piangersi addosso, non servirebbe e si rischierebbe di buttare via un altro anno. Siamo montanari e abbattersi non rientra nel nostro modo di pensare: testa alta e ripartire».

Intanto si riparte con un nuovo consiglio direttivo.
«Le persone più o meno sono sempre le stesse, con qualche nuovo ingresso. È cambiato qualche ruolo, a cominciare da quello più importante, il presidente: ad Orazio Cesco è subentrato Cesarino Casanova, uno che ha sempre fatto parte della società. È stato a lungo responsabile del settore giovanile e quindi conosce il Carnico. Ma principalmente conosce l’importanza proprio del settore giovanile, risorsa che è diventata fondamentale per la sempre minore disponibilità di risorse economiche ed umane».

Siete sulla stessa lunghezza d’onda, visto che anche tu punterai molto sui giovani a disposizione.
«Certo, ma è una scelta fatta in piena consapevolezza. I giovani garantiscono continuità a qualsiasi tipo di progetto. A loro fianco avranno qualche “vecchietto” che dovrà aiutarli nel percorso di crescita, per assicurare alla squadra la dose di esperienza necessaria».

Non ci sono stati grandi sconvolgimenti all’interno della rosa, ci pare.
«In effetti è così: l’organico della scorsa stagione è stato riconfermato praticamente in blocco. Evidentemente i giocatori hanno voglia di riprendersi sul campo quello che è stato loro tolto da una sentenza federale. Giusta, ripeto, ma spropositata. Abbiamo perso due giocatori importanti come Daniele Zandonella e Jeremy Pomarè, ma li abbiamo rimpiazzati con altrettanti arrivi: vestiranno la nostra maglia, la prossima stagione, Stefano Mario, un ragazzo del ’95 con un passato importante nel settore giovanile del Cavarzano, e Maurizio Pellegrina, uno che nel Carnico ha già avuto modo di farsi vedere ed apprezzare, nonostante una carriera che non gli ha risparmiato infortuni e malanni».

Avete cominciato la preparazione in ritardo rispetto a quasi tutte le squadre.
«Sì, il 25 marzo. Del resto non avevamo né un campo disponibile, né una palestra e ci siamo arrangiati per le strade del paese. Le sedute sul sintetico di Campitello saranno utili per iniziare a lavorare col pallone e a provare qualcosa dal punto di vista tattico».

A proposito di tattica, qual è il tuo modulo preferito?
«Ai nostri livelli è difficile proporre un modulo di riferimento. L’unica mia certezza sarà sempre giocare a 4 dietro, nell’ottica del primo non prenderle. Credo che la difesa a 4 sia quella che dia più garanzie ed in grado di assicurare equilibrio. Su quella poi si può costruire il resto della squadra, dal centrocampo in su, anche a seconda delle caratteristiche degli uomini che si hanno a disposizione».

Mister, ma un pensierino alla promozione lo fate o no?
«È chiaro che si parte sempre con delle ambizioni, che poi però vanno valutate in relazione al valore dei giocatori che si hanno e alla forza degli avversari. Il presidente ci crede, come è giusto che sia. Io e i ragazzi ce la metteremo tutta, su questo non c’è dubbio. Ma, come detto, ci sono anche altre squadre con gli stessi, identici obiettivi».

2 Comments

  • Posted 12 Aprile 2019 13:35 0Likes
    by Gianni

    Dove sono andati Zandonella e J. Pomarè?

  • Posted 12 Aprile 2019 13:43 0Likes
    by Bruno Tavosanis

    Zandonella ha smesso, Pomarè per motivi di lavoro si è spostato lontano dal Comelico

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