Sono stati giorni emotivamente forti, per Valter Fracas, quelli tra sabato 25 e lunedì 27 maggio. Il presidente del Ravascletto ci dice il perché.
«In effetti è così – conferma Fracas -. Sabato 25 il mio Ravascletto ha giocato in anticipo la gara di campionato a Tarvisio. La sconfitta, piuttosto netta, non mi aveva fatto cominciare con il piede giusto in vista degli altri due “appuntamenti” importanti che mi aspettavano: la domenica la mia Inter si giocava l’ingresso in Champions ed io personalmente ero impegnato nelle elezioni per la carica di sindaco a Cercivento».
Diciamo che non è riuscito il “triplete”, ma le altre due sono andate benissimo!
«Eh sì, perché l’Inter alla fine è andata in Champions ed io sono stato eletto. Sono state emozioni diverse, perché ogni impegno aveva la sua motivazione:il Ravascletto è un qualcosa che sento appartenermi per impegno e passione che ci ho sempre messo. L’Inter è la squadra del cuore e, come si dice, due cose non si cambiano mai nella vita: la mamma e la squadra per cui si fa il tifo. La carica di sindaco a Cercivento è un’esperienza che ho voluto provare: sono di Zovello, un paese a metà strada tra Cercivento e Ravascletto e ho a cuore le sorti di entrambi i paesi».
Si aspettava di essere eletto?
«Devo dire che in campagna elettorale abbiamo lavorato bene col mio gruppo, ma anche l’altro schieramento è stato in gamba. Era composto da persone meno conosciute di me, ma hanno fatto un lavoro davvero eccezionale anche loro in campagna elettorale. Devo complimentarmi con loro, come sono abituato a fare anche nello sport con gli avversari. E il fatto di essere stato eletto a confronto di persone molto serie e preparate dà ancora più valore al mio successo».
L’ha aiutata in qualche modo la sua appartenenza al Carnico?
«Mi lasci dire che chi come uomo di sport mi ha sempre gratificato, apprezzando il mio impegno, la mia serietà e la mia onestà. Chi mi conosce sa che non faccio le cose tanto per fare. Ho accettato di candidarmi nelle comunali perché ritengo che ci voglia tanto tempo libero ed io che sono pensionato di tempo libero ne ho abbastanza».
Cosa sente di promettere alla gente di Cercivento?
«Impegno e serietà, come sempre. Voglio confermare la fiducia che mi ha accordato chi mi ha scelto nella cabina, ma anche farmi apprezzare dall’opposizione. Una cosa la garantisco fin da adesso: la mia assoluta disponibilità. Il mio cellulare è acceso giorno e notte e sarò sempre a disposizione di chi avrà bisogno di me. E la stessa cosa vale per il calcio».
Ma potrà restare in carica come Presidente?
«Devo valutare bene la legislazione attuale: fino a qualche anno fa le cariche erano compatibili se si era presidente della squadra di un comune e Sindaco in un altro. Adesso pare che qualcosa sia cambiato, con una legge sul tema uscita nei mesi scorsi. Valuteremo la cosa, col segretario comunale. Comunque anche se dovessi nominalmente rinunciare alla massima carica dirigenziale del Ravascletto, lascio la società in buone mani».
Ma sarà più facile amministrare Cercivento o la salvezza del Ravascletto?
«Bella domanda! Cercherò di fare il bene di entrambe. In Comune fatemi vedere da che parte cominciare, aldilà della certezze che mi offrono i dipendenti e tutto lo staff. Per il Ravascletto, posso dire che io alla salvezza ci credo: le difficoltà incontrate quando sembrava di non potersi neanche iscriversi hanno creato uno spirito di gruppo eccezionale, un’unità di intenti che non mi aspettavo. Credo proprio che ce la potremo fare, insomma …».