di MASSIMO DI CENTA
Tempo di bilanci al termine del campionato. Dopo quelli della Terza e della Seconda, oggi spazio alla Prima Categoria.
CAVAZZO 9
Il pieno di vittorie, l’incetta di record e la sensazione forte di una superiorità schiacciante. Ci sono state delle partite, in stagione, in cui davvero sembrava che i viola facessero un altro sport. Questo dominio, naturalmente, non fa bene al movimento, ma sarebbe ingeneroso e ingiusto non tributare a questa squadra e a questa società il giuso riconoscimento che va ai più forti.
MOBILIERI 8
Come era prevedibile, lo scudetto perso lo scorso anno in quella maniera autolesionistica ha lasciato strascichi, togliendo sicurezza e autostima. Onore comunque a chi è riuscito a mantenere vivo il più a lungo possibile l’interesse per la lotta al vertice. La squadra di Buzzi ha pagato molto in termini di personalità: è finita a 8 punti dal Cavazzo e di certo in molti da quelli parti avranno ripensato ai 7 punti persi con Ovarese (due pareggi) e Cercivento (vittorioso a Sutrio all’andata).
VILLA 5,5
Una campagna acquisti importante, con giocatori di qualità, sembrava potesse schiudere orizzonti per la formazione di Dorigo, che invece si è troppo spesso dimostrata non all’altezza della cifra tecnica dei giocatori della rosa. Il terzo posto finale poteva avere un valore diverso se la distanza dalle prime fosse stata più contenuta. Mezzo voto in più per il raggiungimento della finale di Coppa che mitiga solo in parte la delusione.
CEDARCHIS 7,5
Il voto è alto e non potrebbe essere altrimenti. Per una squadra da sempre abituata a vincere, ritrovarsi in un pericoloso anonimato non è mai semplice. Gli stenti dello scorso anno sono stati un lontano ricordo, a dispetto di una rosa di cifra tecnica non eccelsa. Ci pare giusto sottolineare il lavoro di Giacomino Radina, cedarchino doc e forse proprio per questo capace di trasmettere il senso di appartenenza ai chi indossa la maglia giallorossa.
PONTEBBANA 7
Il solito inizio difficile e poi una crescita lenta e graduale fino ad un piazzamento finale che ricalca più o meno il cammino della scorsa stagione, rispetto alla quale ha però totalizzato un punto in più. A Fabris è mancata probabilmente la punta in grado di assicurare i gol necessari per puntare ancora più in alto. La squadra è giovane e quindi i margini di miglioramento ci sono.
REAL 6
Campionato in linea con le ambizioni della vigilia che prevedeva un cammino tranquillo. Il piazzamento finale è la media esatta tra l’ottimo inizio e gli stenti palesati per buona parte della stagione. Una rosa non ricchissima e con rincalzi non ancora in grado di garantire affidabilità.
OVARESE 5,5
Tante giornate vissute con la paura di non riuscire a staccarsi dalla zona salvezza. La squadra sembrava bloccata, eppure noi pensiamo che con Bortoluz, Manuel Gonano e un Rudi Coradazzi senza gli acciacchi che ha patito, i biancazzurri avrebbero potuto recitare un ruolo molto diverso. Alla fine i gol di Boreanaz e Josef Gloder hanno risolto molti problemi.
TRASAGHIS 5
Il terzo posto dello scorso anno sembrava uno step importante nel processo di crescita della squadra, che invece si è spesso accartocciata su sé stessa. Squadra indecifrabile, che a volte dava l’impressione di poter vincere con tutti ma mai offrire un’immagine di stabilità. Il ricorso a giocatori bravissimi ma un po’ in là con gli anni non sempre paga. Stagione francamente un gradino sotto le attese.
NUOVA OSOPPO 6
Non dimentichiamoci che è una squadra “giovane” come militanza nel Carnico e nonostante le grandi ambizioni del suo presidente, è necessario che tutto l’ambiente faccia l’esperienza necessaria. La salvezza alla fine è arrivata con qualche patema e ci sembra giusto sottolineare i meriti dei due allenatori che si sono alternati in panchina, perché sia Peirano che Gobbi hanno portato qualcosa di loro.
ARTA TERME 7
Squadra giovane e neo promossa che si è vista privata del suo miglior giocatore (Pasta, andato al Tolmezzo). Con i suoi gol, probabilmente, il piazzamento in classifica (comunque già lusinghiero) sarebbe stato certamente migliore. L’inizio difficile è stato assorbito grazie al gran lavoro di Vincenzo Radina, che ha saputo ottenere dai suoi il meglio che potessero esprimere.
CERCIVENTO 7
Prime giornate da urlo e poi una lunga involuzione, dovuta anche ad una serie di infortuni davvero impressionante. Ad un certo punto il tecnico Moser voleva dimettersi: buon per il Cercivento che alla fine ci abbia ripensato, perché restiamo dell’idea che solo lui potesse salvare la squadra, conoscendone limiti e potenzialità.
AMARO 6
Talotti, a inizio stagione, temeva molto la scarsa esperienza in Prima di molti suoi giocatori. I fatti gli hanno dato ragione, anche se lui ha cercato sempre di giocarsela in maniera propositiva. Giocare in Prima per la prima volta, insomma, è sembrata un’asticella troppo alta per ragazzi ai quali però non si può rimproverare l’impegno.
CAMPAGNOLA 4
Probabilmente la delusione più grande del torneo. E’ vero che D’Agaro ha dovuto sopportare un numero infinito di giocatori infortunati, ma se si pensa alle ambizioni di inizio stagione il confronto con l’esito finale è impietoso. L’arrivo di Komac sembrava il fiore all’occhiello, ma è chiaro che un giocatore, per quanto bravo, non farà mai una squadra. Un inizio stagione interessante e poi il crollo nel ritorno.
FUSCA 5
La salvezza dello scorso anno era già stata un mezzo miracolo che quest’anno non si è ripetuto. Anche per il Fusca bisogna fare il discorso degli infortuni, ma è evidente che Brollo avesse poche alternative. Peggiore attacco e peggiore difesa del campionato: i numeri, quando sono impietosi, dicono molto. Questa squadra poteva fare qualche punto in più. ma la salvezza sarebbe stata un altro miracolo, forse ancora più grande di quello del 2018.
(nella foto di copertina il Cedarchis)