di MASSIMO DI CENTA
Dopo aver ottenuto la promozione con l’Illegiana nella scorsa stagione, Maurizio Colosetti aveva deciso di prendersi una pausa e invece quando si è fatto avanti il Verzegnis ha riposto in maniera positiva.
Cosa è successo per farti cambiare idea, Maurizio?
«Niente di particolare. La mia passione per il calcio alla fine ha avuto il sopravvento. Volevo prendermi un periodo di distacco, sia per motivi professionali che per implicazioni più strettamente personali. Lo scorso campionato è stato particolarmente impegnativo , con la promozione arrivata proprio all’ultima giornata. Un allenatore, di fatto, non stacca mai: in inverno è impegnato alla ricerca di giocatori assieme alla società, poi inizia la preparazione e quindi la stagione agonistica, che comporta decisioni da prendere e situazioni da valutare ogni settimana praticamente. Sentivo la necessità di mollare, insomma».
Questa idea è durata poco, però.
«Ripeto, la passione per questo sport è troppa, evidentemente. E poi Verzegnis rappresentava un’ottima soluzione anche per le mie esigenze lavorative: è un paese vicino alla mia abitazione, ha belle strutture, con un campetto illuminato che ci consente di fare gli allenamenti anche la sera».
Sulla tua scelta, però, avranno influito anche motivazioni più strettamente tecniche?
«Certamente. Il Verzegnis ha probabilmente una delle rose con l’età media più bassa e a me piace molto lavorare con i giovani. In più, avrò una persona di riferimento al mio fianco come Gianni De Sandre, un altro dei validissimi motivi che ha influito sulla mia decisione».
Sono arrivati tanti volti nuovi?
«In gran parte giovani che hanno fatto esperienza a Tolmezzo e poi qualche elemento di esperienza: Francesco De Santis, Raffaele Ermacora, Samuel Micelli, Marco Lupieri, Andrea Treu, Mirco Frezza, Riccardo Fachin, Davide e Filippo Fior, Gianni Franco e Donato Del Vecchio. Giovani e qualche elemento di esperienza, per garantire i giusti equilibri ad una squadra che ha perso giocatori importanti come il portiere Bazzetto, Amos Cacitti e Nicholas Di Lena».
Le premesse per poter far bene ci dovrebbero essere, quindi?
«Parlando con la società ci siamo detti che l’importante è fare in modo che il Verzegnis torni ad essere protagonista, dopo il trend degli ultimi anni non di certo esaltante. Credo che si debba essere umili e realisti. Il primo obiettivo resta una salvezza tranquilla, ma è chiaro che il discorso va visto in un periodo un pochino più lungo. Inutile fare proclami: consociamoci, lavoriamo per dare un’identità al gruppo e poi si potrà anche capire la portata delle ambizioni che potremo avere».
Stiamo parlando di calcio, programmi, obiettivi, ma secondo te, il Carnico 2020 è a rischio?
«Credo che in questo momento si debba vivere alla giornata, inutile fare ipotesi. La situazione è in continua evoluzione, aspettiamo e poi valuteremo. Al momento quella della salute di tutti mi sembra l’unica priorità. Se poi le cose dovessero volgere al positivo, potremo anche parlare di calcio. E allora mi sento di dire che una preparazione breve potrebbe ripercuotersi sul resto dell’intera stagione: infortuni, stato di forma approssimativo e via dicendo. Se si dovesse iniziare l’attività il 25 aprile con la Coppa Carnia credo che lo scenario sarà proprio questo. Se invece si dovesse cominciare con qualche settimana di ritardo, si andrà verso una compressione del calendario, con conseguente aumento delle gare infrasettimanali . Di certo, in un modo o nell’altro, credo che potrebbe essere un campionato con risultati a sorpresa».
Le altre interviste con gli allenatori:
5) Sandro Beorchia – Ovarese
4) Cristian Gobbi – Arta Terme
3) Adriano Ortobelli – Villa
2) Franco Romano – Lauco
1) Giuliano De Conti – Comeglians