Carnico Story: Vito Maresia

di RENATO DAMIANI

Dal libro “60 anni di Carnico” riproponiamo il capitolo dedicato al ricordo di Vito Maresia.


“Forza ragazzi si può ancora pareggiare”: così incitava una quarantina d’anni fa i propri giocatori sul campo di Gemona a pochi minuti dal fischio di chiusura sotto 18-2 e “Rina metti su subito due spaghetti che mangiamo in compagnia“. esordiva verso la moglie rientrando a tarda ora con gli amici sportivi.

Vito Matesia premiato da Antonio Matarrese

Sono questi due aneddoti abbastanza significativi per capire il personaggio Vito Maresia, presidente storico della società sportiva Fornese, che ha diretto per quasi quattro lustri tra la metà degli anni sessanta ed ottanta con una appendice nel 1996.

“Sempre propositivo, Vito aveva carisma e capacità organizzativa – ricorda l’ex guardia comunale Primo Coradazzi. al suo fianco per oltre trent’anni – rendendosi sempre disponibile e sapendo coinvolgere i giovani nell’allestimento di eventi sportivi a carattere nazionale ed internazionale”.

“Era un diplomatico nato – ha aggiunto l’ex presidente della FISI FVG Tita De Stalis –  e con quel sorriso solo abbozzato sapeva dirimere anche le faccende più spinose”.

Maresia è stato anche sindaco di Forni di Sopra a metà degli anni ’80 e da uomo eclettico qual era spaziava in tutti i campi a favore dello sviluppo della sua comunità. Impegnato nel rilanciare l’immagine del suo paese nel suo complesso, è stato tra gli artefici del boom turistico. Corrispondente del Messaggero Veneto per la cronaca ma specialmente per il calcio, sua vera passione, si è prodigato anche a favore della Croce Rossa Italiana; fu capo distaccamento dei Vigili del fuoco locali e direttore del Coro Fornese, oltre a consigliere regionale FISI. Sposato con Rina Montico di Valvasone, sorella di Antonio, il calciatore degli anni ’60 in forza all’Udinese, Juventus e alla Nazionale, collaborò con il cognato al trasferimento nelle file dell’Ancona negli anni ’60 di tre calciatori che militavano nell’Ampezzo, quali Mattia Luca, Tonino Ferrari e Angelo Del Fabbro. 

Da buona moglie la Rina non l’ha mai ostacolato nelle sue iniziative; anzi, spesso lo seguiva nelle trasferte della Fornese “dove pagavo sempre il biglietto per l’ingresso al campo”, ci tiene a precisare orgogliosa di affiancare silenziosamente il marito, tutto dedicato al prossimo e senza il senso dell’orario.

Nel ’71 è stato nominato Cavaliere al merito della Repubblica da Giuseppe Saragat e nell’85 è stato insignito della Stella d’argento al merito sportivo da Matarrese a Roma. Un anno prima di morire ha ricevuto da parte della Provincia di Udine e dal comitato FIGC di Tolmezzo un riconoscimento speciale come esemplare uomo di sport che ha dedicato una vita per i giovani e per il Campionato Carnico di calcio.

Vito Maresia con Bruno Pizzul

“Era una persona che operava in silenzio, senza alcun clamore, con una riservatezza e signorilità interiore che ne hanno caratterizzato il suo impegno in favore della sua Fornese sapendo infondere – ricorda l’ex assessore provinciale allo sport Fabio D’Andrea –. Quella passione e quell’attaccamento “alla maglia” che per molti, troppi oggi, non rappresenta forse l’assoluto”.

“Aveva anche una giusta dose di fortuna – aggiunge simpaticamente uno dei suoi discepoli prediletti Mauro Schiaulini –. Per gli appuntamenti importanti il “campo” poteva contare sulle buone condizioni atmosferiche, anche se due ore prima dell’evento c’era il diluvio o la bufera, come successo in occasione dell’inaugurazione dell’attuale campo di calcio “Nereo Rocco” o della partenza della prima gara internazionale di  sci di fondo della coppa 3C, Coppa Comunità Carnica, all’inizio degli anni ’70, altra perla delle sue innumerevoli iniziative. Anche oggi quando qualche manifestazione sportiva si apre con uno spiraglio di sole il pensiero ed un grazie sussurrato vanno a Vito Maresia.

Chi scrive ricorda ancora quando nell’estate dell’anno ’87 Vito gli disse di baciargli la mano destra, la stessa che un’ora prima aveva stretto quella di Papa Wojtyla (nell’immagine di copertina), cercando invano di portarlo a Forni di Sopra. Chissà che potendogli parlare più da vicino…

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