di MASSIMO DI CENTA
In considerazione dell’incertezza che regna intorno all’inizio del Carnico, abbiamo cercato di saperne qualcosa di più da Flavia Danelutti, Delegata della LND di Tolmezzo.
Allora, a che punto siamo per questa edizione del Carnico 2021?
«Sto ricevendo molte telefonate in questi giorni da parte non solo di presidenti, ma anche di giocatori – afferma la Daneleutti -. Segno evidente che la voglia di giocare è davvero molto forte. Purtroppo però non sono in grado in questo momento di poter dare delle riposte. Mi dispiace solo cha la mancanza di comunicazioni sia interpretato come un segnale di immobilismo. Sento di poter dire che non è assolutamente così: il mio gruppo ed io, assieme al Comitato regionale, stiamo lavorando molto ed è un lavoro davvero difficile, perché il continuo mutare di situazioni e numeri legati alla pandemia ci costringe a cambiare spesso i piani».
È logico pensare che la riorganizzazione dei gironi del Carnico prospettata nella riunione di febbraio a Tolmezzo non possa più essere attuata?
«Più i giorni passano e più diventa difficile poter mettere in opera quella formula e quella calendarizzazione. Ipotizzando di partire a inizio giugno, si poteva anche pensare di mantenere quella formula. Partendo più tardi diventa praticamente impossibile: ci vorrebbero troppi turni infrasettimanali e francamente l’ipotesi non è percorribile».
Si è pensato quindi ad un format alternativo?
«Il tempo a disposizione è quello che è, ma si è voluto pensare a un qualcosa che non sia un torneo, ma un vero campionato, per non perdere l’identità che la manifestazione racchiude. Ho sentito in giro voci che parlano di un campionato con il solo girone di andata: ecco, smentisco categoricamente questa ipotesi. Si va verso un evento strutturato con mini gironi nell’ambito della stessa categoria di Elite e Promozione e poi eventuali play off e play out. Ma, ripeto, tutto andrà modulato in base alla data di inizio».
È auspicabile una partenza almeno in luglio?
«Stiamo aspettando decisioni da Roma, ma a questo punto è chiaro che ci vorrà tempo affinché tutti gli atleti effettuino le visite mediche e possano svolgere un minimo di preparazione, anche in considerazione del fatto che l’attività di fatto in Carnia si è conclusa nell’ottobre del 2019. DI certo chiederemo una deroga per i tesseramenti e una volta che tutto potrà essere chiarito, convocheremo le società per esporre piani e programmi».
Ma dal suo punto di vista quali sono le sensazioni?
«Generalmente sono una persona positiva e propositiva e cerco sempre di mettere molto dinamismo in quello che faccio. Stavolta, invece, mi sento molto demoralizzata, perché gli ostacoli da affrontare sono molto più alti della nostra voglia di fare, che è tantissima».
Gli allenamenti condivisi, previsti dal protocollo, potrebbero essere il punto di partenza?
«Assolutamente sì. Fa sempre piacere vedere gente che fa sport ed invece mi pare che tra le tante aperture decise in questi giorni, con le dovute e giuste limitazioni, per lo sport minore non ci sia stata tanta sensibilità. Ed io mi sento in dovere di fare qualcosa: me lo impone il mio ruolo istituzionale e la mia passione per lo sport sul mio territorio. Quando si continua a dire che il Carnico è un evento sociale ed in parte economico per la nostra zona, si dice una grande verità».