di MASSIMO DI CENTA
È un Mario Chiementin molto motivato quello che si appresta a guidare il Cavazzo nella prossima stagione. Tornare in un posto dove si è vinto tanto a volte può rappresentare un rischio, perché i confronti potrebbero essere inevitabili ma lui non la pensa così.
«È chiaro che il rischio esiste – afferma – ma ho la consapevolezza di andare in un ambiente che conosco e soprattutto conosco la serietà e l’organizzazione della società».
Perché hai accettato un ritorno nel Carnico? I maligni dicono che non ti è andata tanto bene nel calcio regionale…
«Ma no, perché? Di Buia ho un bellissimo ricordo e non posso certo catalogarla come un’esperienza negativa. C’era un accordo per un programma triennale per raggiungere certi obiettivi. Evidentemente però il risultato immediato alla fine si è rivelata un’esigenza irrinunciabile. Ma, ripeto, questo non ha guastato i rapporti con l’ambiente».
Quindi il ritorno nel Carnico non lo vivi come un ridimensionamento?
«Assolutamente no. Cavazzo è un punto di ripartenza, un’avventura da vivere con lo stesso entusiasmo e la stessa professionalità, ci mancherebbe. Anche perché lì si lavora in un certo modo e questo lo so benissimo. Tornerò motivato e pronto a rituffarmi in un campionato che resta comunque un impegno non da poco».
La tua ambizione, però, è quella di poter tornare nei campionati regionali, vero?
«Sarei ipocrita che se dicessi il contrario. Diventa un discorso di principio: vedere quanto si vale quando si alza l’asticella. Questo però non deve far credere che Cavazzo sia solo di passaggio. Per me, e lo ribadisco, è una scelta tecnica. E anche di cuore. Sono e sarò sempre riconoscente ad una società che mi ha permesso di vincere. Avevo ricevuto altre offerte da squadre del Carnico, ma mi sembrava giusto dare la priorità a chi aveva creduto nel mio lavoro e nei miei metodi».
Ma se dovesse arrivare una proposta da parte di una squadra regionale prima dell’inizio del Carnico 2022, come ti comporteresti?
«Saranno scelte che valuteremo io e la società, non potrei mai prendere una decisone da solo. È una questione di rispetto, per le persone e per la programmazione. Dire che accetterei o meno, a priori, è inutile».
Torni a Cavazzo dopo la delusione patita nella Coppa Carnia 2021. Che ambiente ti aspetti?
«Un ambiente che cercherà di vincere, perché quello è l’obiettivo, inutile negarlo. Dicevano che il Cavazzo è una squadra che non ha bisogno di allenatori. Senza sminuire chi mi ha preceduto, credo che nel calcio, a tutti i livelli, ognuno abbia la sua importanza in tutti i ruoli. I risultati possono arrivare o non arrivare, ma i meriti o le colpe non sono mai di uno solo».
Probabilmente la società si stia già muovendo in chiave mercato.
«Certamente. Sappiamo che qualcuno non sarà più con noi e quindi servono le alternative. Credo che gli sforzi maggiori si concentreranno su una punta e un difensore centrale, fermo restando che a fine dicembre torneranno da noi Cescutti, Voltan e Valent».