Addio a Vinicio Feruglio, la Velox e Paularo nell’anima

di MASSIMO DI CENTA

Ci sono persone che restano nelle storie anche se da qualche anno rappresentano il passato. Perché gli anni passano, per tutti, ma quello che è stato rimane. Nei ricordi, nei ruoli che si è avuto e negli affetti. Ecco, Vinicio Feruglio è una di quelle persone e lui, nella storia della Velox ci resterà. Non per le vittorie, o non solo per quelle: ci resterà, perché ci ha messo il cuore, quel cuore che ha cessato di battere lunedì sera a 82 anni.

Feruglio è stato probabilmente una delle figure più importanti nella vicenda calcistica della società gialloblu. Il suo nome è indissolubilmente legato a quello di un altro pezzo di storia della Velox: quello di Nives Romano, che lo volle fortissimamente a Paularo. La dottoressa, che andava sempre a seguire la Velox e un giorno, in un Arta – Velox, lo “conobbe”. Feruglio giocava nell’Arta e a pochi minuti dal termine dell’incontro batté furbescamente una punizione a sorpresa siglando il gol della vittoria. Quel gol anziché stroncare un’amicizia ancor prima che nascesse fu al contrario la molla che fece scattare la stima, perché la dottoressa una volta capite fino in fondo anche le regole non scritte del calcio, capì che in quella furbata c’era l’essenza del gioco, l’abilità, la scaltrezza, l’intuizione e pensò che fosse la persona giusta per provare a pensare in grande. E infatti l’anno dopo l’approdo a Paularo, nel 1978, la Velox vinse il campionato con lui come allenatore. Dopo quel trionfo, come si dice in questi casi, si chiuse un ciclo, perché forse ai giocatori mancavano gli stimoli o più semplicemente perché avevano dato tutto. Seguirono anni di grigio anonimato con una salvezza dalla Terza conquistata per un solo punto. Eppure, passavano gli anni, i tecnici, i giocatori, ma Feruglio era sempre lì, senza nessuna intenzione di mollare.  Assieme a Nives Romano impiegò tempo e risorse nel settore giovanile, come segno di continuità. Nel frattempo i giovani crescevano e si stava riformando un gruppo abbastanza valido dal punto di vista tecnico. Vinicio Feruglio e i suoi collaboratori convinsero la dottoressa che con qualche innesto mirato si poteva addirittura ripetere l’impresa del 1978: lei allora si espose in prima persona, attirandosi anche qualche critica, ma riuscì a portare a Paularo i “pezzi” che mancavano, consegnando all’allenatore Gressani una fuoriserie. Gressani ci mise molto di suo ed alla fine del campionato 2004, nell’indimenticabile spareggio di Villa Santina contro il Campagnola, arrivò il secondo scudetto.
Ce n’è abbastanza, insomma, per considerarlo un pezzo di storia, della Velox, di Paularo e del Campionato Carnico.

Mercoledì alle 11, nella chiesa di Caneva di Tolmezzo, ci sarà per lui l’ultimo saluto.

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