di MASSIMO DI CENTA
Che Paluzza sarà quello che va incontro ai prossimi impegni? Giacomo Di Bello, chiamato a guidarlo è un nome nuovo da quelle parti, ma non per il calcio della Carnia, avendo guidato il Timaucleulis e collaborato nel settore giovanile del Tolmezzo.
Allora, Giacomo, cosa dici dell’avventura che ti aspetta?
«La rosa è composta da molti giovani e per la quasi totalità da ragazzi cresciuti e legati al Paluzza. Sono davvero molti quelli cresciuti nel nostro settore giovanile e si confronteranno con la prima esperienza, o quasi, in prima squadra. Sono quindi neroazzurri da sempre, ma dal punto di vista dell’esperienza nel calcio dei “grandi” si possono considerare nuovi acquisti. A questi si aggiungono alcuni “senatori”qui da diversi anni. I veri nuovi innesti sono sostanzialmente: il giovane portiere Alex Filaferro, scuola Sutrio, Nicolò Pometto, difensore proveniente dal calcio veneto, qui in Carnia per motivi di lavoro così come Andrea Beretta. Negli ultimi giorni si è poi aggiunto in organico Fabio Gardelli che non ho ancora avuto modo di vedere all’opera».
Che ambiente hai trovato?
«Il gruppo squadra sin dai primi incontri ed in questi primi allenamenti è motivato; ovvio e naturale che ci vorrà del tempo per amalgamarlo dentro e fuori il rettangolo di gioco, ma compatibilmente agli obiettivi che ci siamo posti, i presupposti per lavorare bene ci sono. Così come ci sono da parte della società le motivazioni e la voglia di ridare a Paluzza una squadra in linea con le sue tradizioni. Siamo consci, ed è indubbio e preoccupante, che a livello di organico societario abbiamo difficoltà numeriche e questo, guardando la dimensione del paese, la tradizione calcistica e la provenienza del gruppo squadra, può sembrare una contraddizione ed una anomalia. Mi permetto di usare il “può sembrare” perché da paluzzano conosco, e non me ne chiamo fuori, la realtà del mio paese ed il coinvolgimento e l’interesse a momenti alterni nei confronti del calcio, ma anche di altre realtà associazionistiche. Mi piacerebbe che quanto ho appena detto venga sì letto in termini “provocatori” ma anche di stimolo. Le porte del Mulines sono aperte a chi ha voglia di dare una mano!».
Vista la situazione, quali obiettivi vi sentite di porvi?
«Il Paluzza che nell’anno pre-Covid ha sfiorato la promozione in Prima categoria non è lo stesso di oggi. La parola “ripartire”, quindi, ben si adatta al nostro momento. Nel concreto ci siamo prefissati di fare del nostro meglio per far crescere i nostri ragazzi e garantire in prospettiva una buona continuità calcistica al Paluzza. Ovvio che guardare al domani non deve essere un alibi per il presente; quindi, insieme, dovremo lavorare, crescere, migliorare, divertirci e giocarcela con qualsiasi avversario, raccogliendo il massimo risultato sportivo che le nostre potenzialità ci permettono».
Ci hai detto che conosci bene la situazione Paluzza paese nei confronti di Paluzza squadra: perché hai accettato la proposta di allenarlo?
«La risposta sta nella parola passione e nel mix di quanto abbiamo scritto sopra. Da paluzzano sedere sulla panchina di un giovane Paluzza non può che essere uno stimolo. Auspico che la mia passione e i miei stimoli vengano recepiti sia dall’ambiente che dai giocatori».
TUTTE LE INTERVISTE AGLI ALLENATORI
Cristian Gobbi (Arta Terme)
Ivan Gressani (Velox)
Maurizio Talotti (Audax)
Francesco Marini (Real)
Giuliano De Conti (Comeglians)
Andrea De Franceschi (Ravascletto)
Stefano Maggio (Velox U23)
Claudio Fortunato (Val Resia)
Giancarlo Peirano (Stella Azzurra)
Gilberto Buzzi (Mobilieri)
Alberto Brollo (Fusca)