di MASSIMO DI CENTA
È un Maurizio Romanin a ruota libera quella che ci parla della sua Ardita. Concetti precisi, idee chiare e tanta voglia di fare.
Allora “Micio”, che ambiente c’è attorno alla squadra, dopo mesi difficili, supponiamo?
«C’è grande entusiasmo e questo è un dato di fatto che si spiega principalmente con la grande partecipazione agli allenamenti dei ragazzi; finora abbiamo avuto una media di 17 – 18 persone presenti ad ogni seduta. Questa evidenza nasce dal grande lavoro fatto negli anni qui a Forni Avoltri da questo direttivo e dai precedenti che hanno sempre dato l’importanza che merita al settore giovanile. Ora abbiamo in rosa 14 ragazzi nati dal 1999 in poi. La sintonia che si è già creata con i più esperti sarà la chiave per provare ad ottenere risultati importanti. Mi preme in questo contesto anche sottolineare il lavoro, e ringraziarli per la passione che ci mettono, dei miei fidati collaboratori Gino Caneva, che cura ogni dettaglio della parte atletica, e Pierpaolo Gusetti, che mi è sempre di fondamentale aiuto nel corso delle sedute. L’aspetto più stimolante è però un altro: con questa partecipazione il ruolo dell’allenatore è nettamente rivalutato e direi di grande responsabilità. Mi spiego meglio: con numeri risicati agli allenamenti, di fatto il ruolo dell’allenatore si riduce a selezionare la domenica gli undici da mandare in campo, con 18 persone presenti a ogni seduta si può veramente lavorare per trasmettere conoscenze e informazioni ai ragazzi con la speranza che vengano recepite e inserite nel loro bagaglio personale di calciatori. Lo ritengo un aspetto importantissimo e spero di essere all’altezza di tale compito non certo facile».
Quali sono i volti nuovi di questa Ardita?
«Tre difensori, ovvero Riccardo Bassanello dall’Ovarese, Fabio De Franceschi dal Comeglians e Francesco Restifo dal Tolmezzo.
Quali obiettivi pensate di potervi porre?
«Se guardo la faccenda con gli occhi del dirigente, l’obiettivo di esserci e partecipare è senza dubbio già un grande risultato. Mi riferisco alla pandemia e ai danni che ha portato a tutto il movimento calcistico carnico. Se la guardo invece con gli occhi dell’allenatore il discorso cambia: siamo in Terza categoria e se non do obiettivi importanti ai ragazzi, il rischio è quello di un appiattimento verso il basso e nel mio DNA non rientra certo il tirare a campare per 22 partite. Ritengo che nello sport l’ambizione di ottenere qualcosa di importante debba sempre esserci: chiaramente alla base di tutto bisogna porre l’umiltà e il rispetto per l’avversario, ma non si può prescindere da una grande preparazione fisica tecnica e tattica insieme a quella ancora più importante che è quella psicologica. Faremo del nostro meglio guardando una partita alla volta, consci anche del fatto che le nostre ambizioni saranno le stesse dei nostri avversari».
Farete la Coppa Carnia? E con quale spirito?
«Questo argomento merita delle considerazioni più approfondite: se la Coppa fosse strutturata come lo era in passato e quindi disputata nei primi turni prima dell’inizio del campionato, avrebbe un senso importante inteso anche come un oliare i meccanismi in funzione anche del campionato. Se viceversa, devo giocare in turni infrasettimanali e sempre in trasferta diventa complicato se non addirittura dannoso in un contesto come Forni Avoltri, in cui non abbiamo l’illuminazione. Non è assolutamente vero che non teniamo alla coppa: ricordo con orgoglio che ero in campo nel 1991 quando l’Ardita è stata la prima squadra carnica non di Prima categoria a vincerla. Mi ricordo tuttavia anche batoste in turni infrasettimanali con i giocatori contati perché impegnati col lavoro e altri in dovevamo cercare e pagare un campo che avesse i riflettori. A mio parere bisognerebbe probabilmente rivedere la durata del campionato, accorciandola, in modo da ridare spazio anche alla coppa, giocando la domenica. e soprattutto i vertici dovrebbero darci indicazioni puntuali su date e formula per dare modo alle società di fare le corrette valutazioni relativamente all’iscrizione. Qualcuno a oggi sa qualcosa? Parlo ovviamente contestualizzando la cosa alla realtà di Forni Avoltri, dove è da poco caduta la neve su un campo che era stato appena trattato. Stiamo cercando di disputare amichevoli chiedendo ospitalità».
TUTTE LE INTERVISTE AGLI ALLENATORI
Luciano Princi (Tarvisio)
Alberto Copetti (Viola)
Lucio Rapposelli (Amaro)
Massimo Marangoni (Campagnola)
Ugo Da Rin (Sappada)
Raffaele Agostinis (Illegiana)
Mario Chiementin (Cavazzo)
Max Brovedani (Edera)
Sandro Beorchia (Ovarese)
Marco Fabris (Pontebbana)
Franco Romano (Lauco)
Giacomo Di Bello (Paluzza)
Cristian Gobbi (Arta Terme)
Ivan Gressani (Velox)
Maurizio Talotti (Audax)
Francesco Marini (Real)
Giuliano De Conti (Comeglians)
Andrea De Franceschi (Ravascletto)
Stefano Maggio (Velox U23)
Claudio Fortunato (Val Resia)
Giancarlo Peirano (Stella Azzurra)
Gilberto Buzzi (Mobilieri)
Alberto Brollo (Fusca)