di MASSIMO DI CENTA
Sono stati mesi difficili per il Castello. A un certo punto sembrava che la squadra non dovesse iscriversi al prossimo campionato: problemi di organico e anche qualche altra difficoltà organizzativa sembravano ostacoli insormontabili. Poi è arrivata la svolta, una svolta che è stata soprattutto una scelta di cuore, quella fatta da Claudio Carnelutti, che si è assunto il compito di provare a fare qualcosa.
Perché, Claudio?
«Perché io sono troppo legato a questa squadra – afferma – e non sopportavo l’idea di vederla scomparire. Ero perfettamente consapevole delle difficoltà che mi aspettavano, ma ce l’ho messa davvero tutta, anche con l’aiuto della società e siamo riusciti a trovare un buon numero di giocatori».
Dicci chi sono.
«Innanzi tuttolo zoccolo duro, con Bianchi e Mapelli in testa. Poi ecco i nuovi: Lorenzo Bisogni, Edhemi Nusret, Alan Fiorte, Alan Martina, Serafino Mazzei, Oloman Megdiu, Riccardo Minutello, Sebastian Wayar Morales, Francesco Pedi, Salvatore Pescosolido, Alessio Pischiutti, Thomas Puglisi, Lorenzo Rossi, Rodolfo Revelant, Ivan Sacchetto, Manuele Serafini e Tommaso Tomadini. Avevo chiesto poi di trovare prima di tutto un portiere: una squadra di calcio non può prescindere da un buon estremo difensore e questa era l’unica condizione che ponevo per sedermi in panchina. Beh, devo dire che per questo ruolo abbiamo uno dei top in circolazione: a difendere la nostra porta sarà Kevin Ponte».
In effetti quello di Ponte è un colpaccio. Ma saprai far diventare una squadra quella che per adesso è solo una lunga lista?
«Ci proverò, ci proveremo. Vedo tanto entusiasmo, tanta voglia di fare in allenamento e questo mi fa ben sperare. È chiaro che per ora si lavori in prospettiva: dobbiamo conoscerci bene, capire l’effettivo valore del gruppo che sta nascendo. Non posso dire quali ambizioni possiamo avere: intanto iniziare è già un grande traguardo che abbiamo raggiunto. Cercheremo poi di creare una base solida che possa aprire un nuovo ciclo, che ci sia almeno garanzia di continuità».
Ci hai parlato di entusiasmo, di gruppo. Senti insomma che le premesse sono buone?
«Ne riparliamo magari dopo le prima partite di Coppa Carnia, sperando di vincerne qualcuna, perché è inutile raccontarcela: il gruppo si costruisce soprattutto attraverso le vittorie».
Come sta procedendo la preparazione?
«Direi bene. La sto mettendo giù dura, perché il lavoro atletico, quest’anno, è più importante che mai: due anni di stop sono duri da smaltire. Dobbiamo lavorare bene per evitare infortuni».
TUTTE LE INTERVISTE AGLI ALLENATORI
Edilio Toffoletto (Trasaghis)
Paolo Di Lena (Cercivento)
Fabio Picco (Val del Lago)
Davide Pittoni (La Delizia)
Silvano Agostinis (Ancora)
Francesco Moser (Folgore)
Luca Craighero (Moggese)
Aurelio Picco (Bordano)
Sandro Clapiz (Ampezzo)
Massimiliano Martina (Timaucleulis)
Maurizio Colosetti (Verzegnis)
Maurizio Romanin (Ardita)
Luciano Princi (Tarvisio)
Alberto Copetti (Viola)
Lucio Rapposelli (Amaro)
Massimo Marangoni (Campagnola)
Ugo Da Rin (Sappada)
Raffaele Agostinis (Illegiana)
Mario Chiementin (Cavazzo)
Max Brovedani (Edera)
Sandro Beorchia (Ovarese)
Marco Fabris (Pontebbana)
Franco Romano (Lauco)
Giacomo Di Bello (Paluzza)
Cristian Gobbi (Arta Terme)
Ivan Gressani (Velox)
Maurizio Talotti (Audax)
Francesco Marini (Real)
Giuliano De Conti (Comeglians)
Andrea De Franceschi (Ravascletto)
Stefano Maggio (Velox B)
Claudio Fortunato (Val Resia)
Giancarlo Peirano (Stella Azzurra)
Gilberto Buzzi (Mobilieri)
Alberto Brollo (Fusca)