di MASSIMO DI CENTA
Dopo la retrocessione dello scorso anno, l’Edera riparte dalla Terza e con Sandro Clapiz in panchina. Il tecnico non nasconde le difficoltà che lo attendono e spiega la sua scelta ribadendo ancora una volta le motivazioni.
«Ho accettato la proposta della società per una questione di affetto e riconoscenza – afferma -. Non è un momento facile per la squadra di Enemonzo e ho deciso di venire qui per Vanny Pivotti e Lucio Diana, due persone importantissime nella storia dell’Edera e della mia vita. Mi sono stati vicini in un momento per me particolare e ho voluto in qualche modo ricambiare, proprio perché so quanto ci tenessero alle sorti della squadra».
Una squadra, al momento, che è davvero un’incognita.
«Ci sono tanti giovani, alcuni dei quali penso abbiano messo le scarpette da calcio per la prima volta in queste settimane, e altri che tornano a giocare dopo un periodo di inattività. A me piace lavorare coi giovani, a patto che ci siano risposte da parte loro. Pretendo impegno, serietà e spirito di sacrificio. Del resto, se si accetta di giocare e di prendersi un impegno, bisogna essere consapevoli di dover andare incontro a qualche rinuncia, a qualsiasi livello si giochi».
Quindi, non sai ancora quale ruolo possa avere la tua squadra.
«Devo capire bene cosa mi possono dare questi ragazzi, coi quali stiamo lavorando da più di un mese. La mia speranza è quella di poter creare un gruppo in grado di potersi prendere qualche soddisfazione, ma soprattutto mi preme creare qualcosa che possa avere uno sviluppo anche nei prossimi anni, senza dovere ripartire ogni stagione da zero».
Che impressione hai avuto della società?
«C’è tutta gente che ci tiene, che fa sacrifici e che ci mette molto impegno. Ho la sensazione che manchi un po’ di riscontro da parte dell’ambiente esterno. Spero di riuscire a coinvolgere maggiormente la comunità, perché quella dell’Edera, nel panorama del Carnico, è una storia importante. Voglio che i giocatori capiscano questo e dimostrino attaccamento alla maglia».
Ti piace la novità della Coppa di categoria?
«Moltissimo. Dà la possibilità di potersi misurare con squadre più o meno sullo stesso livello. Negli scorsi anni, nella fase iniziale capitava che squadra meno attrezzate subissero passivi pesante nel primo turno con formazione di categoria superiore e questo di certo non aiuta a livello di morale e autostima».
Già pubblicati:
31) Almir Dzananovic (Fusca)
30) Mario Chiementin (Cavazzo)
29) Carlo De Luisa (La Delizia)
28) Massimiliano Martina (Timaucleulis)
27) Massimo Cescutti (Ampezzo)
26) Marco Fabris (Pontebbana)
25) Giancarlo Peirano (Stella Azzurra)
24) Maurizio Talotti (Mobilieri)
23) Nicola Pontil (San Pietro)
22) Giacomino Radina (Cedarchis)
21) Luciano Patat (Verzegnis)
20) Francesco Marini (Real)
19) Giuliano De Conti (Comeglians)
18) Massimiliano Brovedani (Ovarese)
17) Giovanni Micelli (Val Resia)
16) Francesco Nodale (Cercivento)
15) Claudio Carnelutti (Il Castello)
14) Alberto Copetti (Viola)
13) Gianluca Mascia (Tarvisio)
12) Lucio Rapposelli (Amaro)
11) Marco Gollino (Trasaghis)
10) Giulio Di Prisco (Audax)
9) Angelo Spiluttini (Lauco)
8) Aurelio Picco (Bordano)
7) Franco Romano (Illegiana)
6) Stefano Maggio (Velox B)
5) Giacomo Di Bello (Paluzza)
4) Luca Craighero (Ravascletto)
3) Francesco Moser (Folgore)
2) Renzo Piller (Sappada)
1) Ivan Gressani (Velox)