di MASSIMO DI CENTA
Gruppo di famiglia in un… esterno. L’esterno è quello del chiosco di Arta, al termine di Cedarchis- Velox di domenica scorsa. E senza scomodare Luchino Visconti, ma semplicemente parafrasandone un suo celebre film degli anni Settanta, in questa foto ci sono davvero tante cose di cuore e di campo, tanti significati.
Una storia vissuta in simbiosi dai protagonisti di questo scatto: da sinistra, ci sono Gianpietro Serini, suo figlio Nicola, Samuel Micelli e suo padre Stefano.
Ma cosa lega questi quattro personaggi? Beh, dire solo il calcio, i gol, le corse, le rincorse, le vittorie, le sconfitte sarebbe riduttivo, perché qui c’è di mezzo un legame anche fuori dal campo. C’è una storia di amicizia, iniziata da Stefano e Gianpietro, addirittura sui banchi di scuola e fino alle superiori, per poi proseguire sui campi di calcio, con i due che si rincorsero per poi ritrovarsi. Gianpietro giocava nella Virtus Tolmezzo e poi andò alla Tarcentina. E la Virtus, naturalmente, per rimpiazzarlo chiamò proprio Stefano. Ma due così, evidentemente, era come se si attraessero e i due finirono compagni di squadra nel Verzegnis e nell’Arta, qualche anno fa (vabbè, dai, non è necessario quantificarne quanti…). Buon sangue non mente e così anche Nicola e Samuel hanno avuto destini paralleli che li portarono insieme a Sutrio e poi quest’anno a Cedarchis. I due ragazzi sono anche colleghi di lavoro e insomma si vedono spesso, più che spesso. Ma non finisce qui… Sharon, la figlia di Stefano, è la ragazza di Nicola. Ce n’è abbastanza, insomma, per confondersi e chiamarli… Secelli e Mirini!