di MASSIMO DI CENTA
Si chiude dopo due stagioni l’avventura di Franceso Moser sulla panchina della Folgore. La squadra si è ben comportata col tecnico paluzzano in panchina e proprio questo precisa il presidente biancorosso Andrea Brovedani.
«Sono molto soddisfatto del rapporto che ho avuto con Moser – conferma –, perché aldilà dei risultati, comunque positivi rispetto alle nostre effettive potenzialità, del suo lavoro resterà sicuramente traccia anche in futuro. L’identità tattica che è riuscito a conferire alla squadra è di tutta evidenza. Certi meccanismi, certi movimenti faranno parte del modo di stare in campo a prescindere da chi lo sostituirà».
Cosa in particolare ti ha colpito del lavoro di Moser?
«La sua professionalità, la serietà e il modo che ha di interpretare il calcio ponendo grande attenzione agli equilibri tattici. Difficilmente in questi due anni siamo andati in difficoltà, anche con formazioni più attrezzate di noi. Il sesto posto del campionato 2022 ed il quarto di quest’anno fanno parte di quel processo di crescita che mi aspettavo. Una squadra vincente non si mette su in poco tempo, ma ha bisogno dei suoi tempi di maturazione. Bisogna avvicinare il vertice a piccoli passi per poi poterci rimanere più a lungo».
E in questo Moser ti ha soddisfatto?
«Assolutamente sì, perché ha dato una mentalità al gruppo che prima mancava, ha sicuramente lavorato non solo sui muscoli ma anche sulla testa dei giocatori».
E allora perché la decisione di non continuare con lui?
«Non è una risposta semplice, anzi… Abbiamo deciso di interrompere il rapporto per dare ulteriori stimoli alla squadra, per mettere ancora di più i giocatori di fronte alle loro responsabilità. E poi ci sono strategie e programmi societari che a volte impongono anche scelte dolorose. La mia speranza è che il nuovo allenatore Adriano Ortobelli sappia percorrere la stessa strada».
Cosa ti senti di dire a Moser?
«Un grazie di cuore, ma non sono parole di circostanza. La mia gratitudine nei suoi confronti ci sarà sempre. E se in un futuro prossimo dovessimo vincere o avvicinarci ancora di più al vertice, beh, credo di poter dire che in questo percorso i suoi meriti saranno indiscutibili. Lo spirito, l’atteggiamento, i comportamenti che ci lascia in eredità sono sicuramente una risorsa».
(in copertina da sinistra Moser e Brovedani)