di MASSIMO DI CENTA
Al secondo anno sulla panchina del Ravascletto, Luca Craighero non si nasconde le difficoltà che lo aspettano.
«Bisogna guardare la realtà delle cose – ci dice –, inutile nascondersi. Il nostro obiettivo è la salvezza e ne siamo tutti consapevoli, anche perché la Seconda Categoria, quest’anno, mi sembra più competitiva che mai. Credo che un po’ tutte si siano rinforzate».
Quindi la scelta di rimanere in Val Calda diventa anche una sfida personale?
«È una sfida di tutti, perché il risultato è il premio all’impegno di ognuno. Ma sono voluto rimanere, nonostante avessi avuto altre offerte, perché lo scorso anno abbiamo fatto bene e mi sono trovato benissimo, sia con i dirigenti che con il gruppo giocatori. La salvezza conquistata e il titolo di capocannoniere vinto da Vidali sono state davvero belle soddisfazioni. E poi non potevo lasciare dopo un anno».
Cosa hai chiesto ai dirigenti?
«La società ha cercato di accontentarmi nei limiti del possibile e quindi a me va bene così. Portare giocatori a Ravascletto non è semplice per questioni logistiche. Abbiamo perso alcuni elementi come Matteo Rocca, Luca Campa e Luca Berti e inoltre quelli più anziani avranno un anno in più».
Chi sono i volti nuovi?
«Al momento sono arrivati dai Mobilieri il centrocampista Gabriele Straulino, dalle giovanili dell’Arta Daniele Tarussio, dal Timaucleulis Gianluca Puntel, dall’Ardita Sokol Kola. Inoltre, stiamo cercando di portare in Val Calda, dal calcio regionale, Michele Tomini e Matteo Righini, ma sarà veramente difficile E poi c’è ancora qualcosa che bolle in pentola».
La questione campo è risolta?
«Ancora no. Almeno per un paio di mesi dovremo giocare a Cercivento, poi speriamo di tornare sul nostro campo, perché è importante. Per ora a Ravascletto facciamo solo allenamento, ma abbiamo dovuto iniziare la preparazione tardi, perché sulla strada d’accesso passano le piste di sci e ho dovuto ripiegare su sedute in palestra, che non amo particolarmente, ma almeno ci permettono di rimettere in moto i muscoli».