Rodrigues Filho (Verzegnis): «Vogliamo ritornare in Seconda»

di MASSIMO DI CENTA

George Celso Rodrigues Filho è uno dei due allenatori “stranieri” del Carnico (l’altro è il tecnico del Paluzza Almir Dzananovic). Brasiliano, è in Italia da quasi vent’anni e già lo avevamo visto all’opera, da giocatore, con la maglia del Fusca. Poi è arrivata la panchina del Verzegnis (con tanto di patentino allenatori Uefa B), esattamente dall’ottava giornata dello scorso campionato, quando subentrò a Luciano Patat, in un momento di difficoltà della squadra.
«E nonostante quell’inizio pieno di problemi – ci tiene a dire – avevo trovato un gruppo compatto e una squadra ben preparata, grazie anche al lavoro del mio predecessore: mi sembra giusto sottolinearlo».

Ma anche il tuo, di lavoro, è stato svolto in maniera egregia. E infatti la società ti ha confermato.
«Nell’insieme, poi, alla fine l’annata è stata complessivamente positiva e quindi ho accettato di rimanere molto volentieri. Ho grande rispetto verso il paese e la società, nella quale ognuno ha i suoi compiti che porta avanti nel migliore nei. Vorrei spendere una parola in più per la nostra segretaria, Romina Brovedani: brava ed efficiente».

Come procede la preparazione?
«Abbiamo iniziato l’11 marzo e c’è davvero un’atmosfera coinvolgente. A darmi una grossa mano ci sono Mattia Boria e Andrea Treu, che conoscono l’ambiente, avendo vestito in passato la maglia neroverde».

Questo del legame tra collaboratori e giocatori e Verzegnis sembra quasi un fattore determinante per lavorare da quelli parti, confermi?
«Esattamente e infatti anche i nuovi arrivati, oltre la qualità tecnica, hanno una forte identificazione con il nostro sodalizio, quasi tutti giocatori già visti quassù. I nomi? Maicol Facci, Amos Cacitti, Massimo Collinassi, Luca Gottardis, Erik Ridolfo, Michele De Toni e un amatore, Alessandro Gallucci, che porterà la giusta dose di esperienza. Contavo di avere a disposizione un altro elemento storico, un simbolo, vale a dire Mirko Frezza, che invece deve ancora smaltire i postumi di un infortunio dell’anno scorso. Ma è sempre al campo, ad incitare e a dare una mano. Spero di riaverlo quanto prima».

Cosa ti ha chiesto la società?
«Senza tanti giri di parole, il ritorno in Seconda. So che certe affermazioni si scontrano con la scaramanzia, ma io credo più al lavoro, serio, duro che alla scaramanzia. Il mio credo è: umiltà e fatica».

Punterete anche alla Coppa?
«Questa è una manifestazione che mi ha sempre appassionato tantissimo. Quando arriva il momento dell’eliminazione diretta è davvero emozionante. Come giocare sempre una finale!».

Modulo preferito?
«Sicuramente il 4-4-2-, perché è lo schema che più di ogni altro garantisce equilibrio e occupazione adeguata degli spazi. Poi è chiaro che mi adatterò alla caratteristiche dei giocatori che ho».

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