di MASSIMO DI CENTA
È un Cavazzo determinato e con l’atteggiamento giusto quello che si sta preparando per il primo appuntamento della stagione, la finale della Supercoppa in programma sabato alle 16 “Costantini” di Trasaghis, contro il Cedarchis (diretta Radio Studio Nord dalle 15.50). Il perché ce lo spiega Maichoal Cescutti, uno dei giocatori più rappresentativi della formazione viola.
«Ci sono tanti motivi – spiega – a darci stimoli forti. Prima di tutto il nostro rapporto con le coppe, che non sempre è stato particolarmente fortunato. E poi, una specie di rivincita, visto che lo scorso anno il Cedarchis ci ha battuto in campionato ed estromesso dalla Coppa».
Sei d’accordo sul fatto di disputare questa finale ad inizio stagione?
«Se devo essere sincero no. Riterrei più giusto giocarla a fine stagione, dando modo ai giocatori che hanno conquistato le rispettive manifestazioni di chiudere il cerchio. Faccio l’esempio di Ferataj, che avendo cambiato squadra non potrà partecipare a questa finale».
Come vi avvicinate alla gara?
«Ci siamo allenati bene, con la giusta intensità e le motivazioni che servono. C’è fiducia e voglia di fare, insomma, ben sapendo che in una partita secca può succedere di tutto».
Impressioni sul nuovo tecnico Sgobino?
«Lui è qui da tanti anni, conosce l’ambiente e conosce tutti noi giocatori. Cerchiamo di vederlo come un allenatore, anche se, chiaramente, resta soprattutto un rapporto di amicizia. Ha una grande capacità di coinvolgimento e molta disponibilità, soprattutto verso i nuovi».
Cosa temi del Cedarchis?
«Beh, la tradizione, il blasone, la determinazione dei giallorossi in Carnia è qualcosa che tutti conoscono. In più hanno preso un grande allenatore: Vincenzo Radina è uno che conosce l’ambiente e soprattutto conosce ogni risvolto del calcio, da quello tecnico a quello psicologico»