Il Cavazzo torna in vetta, in coda tre squadre si staccano

di MASSIMO DI CENTA

Il fatto saliente della settima giornata in Prima Categoria è il ritorno del Cavazzo in vetta alla classifica: i viola passando a Sutrio, al termine di un partita molto più complicata di quanto dica il risultato finale, operano il contro sorpasso ai danni della Folgore che, nell’anticipo del sabato, impatta in casa con il Cedarchis, in un match che ha comunque confermato tutte le qualità delle quali sono accreditate le due squadre.
E intanto, zitto zitto, il Real, vincendo di misura a Tarvisio è a soli tre punti dalla vetta, con Marini che sta ritrovando nella sua squadra quella compattezza e quegli equilibri che erano il marchi di fabbrica dei biancorossi edizione 2023.
Nella parte alta della classifica c’è anche il Campagnola, che dopo le due sconfitte consecutive di inizio giugno ha infilato due successi di fila (clamoroso quello di Cavzzo, nella norma quello di ieri con l’Amaro) e la qualificazioni alle semifinali di Coppa.
Per quanto riguarda la coda, si fa sempre più difficile la situazione per Tarvisio, Amaro e Stella Azzurra. L’undici di Mascia soccombe come detto, di fronte al Real, evidenziando ancora una volta grossi problemi in chiave offensiva (un gol in sette giornate).
Mal di gol anche per l’Amaro (2 in sette gare) che non riesce ad uscire da quella sorta di blocco psicologico cui spesso fa riferimento il tecnico Beorchia.
Infine la Stella Azzurra, che vede svanire quasi al 90’ la possibilità di portar via qualche punto nell’anticipo del sabato a Pontebba. Chiaramente le vittorie della stessa Pontebbana e dell’Ovarese rappresentano per le due compagine una bella boccata d’ossigeno, allontanando per il momento le zone più a rischio.

IL PROTAGONISTA. Il rigore realizzato sabato a Villa contro la Folgore, per il cedarchino Jacopo Candoni non è così banale: l’ex giocatore del Tolmezzo (19 anni il prossimo novembre) a inizio giugno ne aveva sbagliato uno nella partita poi pareggiata a Sutrio. Lo ricordiamo in lacrime al termine del match, per cui la decisione di ripresentarsi dagli undici metri nel confronto delicatissimo con la Folgore, denota coraggio e personalità.

(nella foto di Alberto Cella una fase di Folgore-Cedarchis)

 

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