Il pagellone della Prima Categoria

di MASSIMO DI CENTA

Concludiamo con la Prima Categoria il pagellone di fine stagione. Già pubblicati quelli della Seconda e della Terza.

AMARO – La comoda salvezza dello scorso anno doveva essere la base per un 2024 più o meno sulla stessa falsariga. Ed invece non è stato così: probabilmente tra Sandro Beorchia e i giocatori non è mai scoccata la scintilla e la squadra (che ha pagato un tributo pesantissimo alla cattiva sorte, bisogna dirlo) ha subito annaspato. L’arrivo in panchina di Massimo Pittoni non ha prodotto gli effetti sperati ma occorre dire che a lui, nel momento in cui è arrivato, si chiedeva un mezzo miracolo. VOTO: 4,5. IL MIGLIORE: Gianluca Fior.

CAMPAGNOLA – L’obiettivo di arrivare tra le prime cinque è stato centrato e la vittoria in Coppa Carnia ha impreziosito una stagione già positiva. Max Marangoni ha capito i limiti della sua squadra e la vittoria in coppa è il paradigma del suo lavoro. Con il successo nella Coppa delle Coppe si chiude il cerchio di un’annata molto positiva, in attesa che Max Forgiarini si scateni per allestire la squadra del prossimo anno. VOTO: 7. IL MIGLIORE: Morris Zucca.

CAVAZZO – A Cavazzo non se la prenderanno se catalogheremo questa annata come fallimentare. Partiti con quasi tutti i favori del pronostico, i viola, alla fine, si ritrovano con un pugno di mosche in mano e con la bacheca vuota dopo anni di dominio. La cause? Difficile individuarle con precisione: i tanti infortuni hanno finito con il ridurre ai minimi termini una rosa che sembrava davvero profonda. Forse un senso di appagamento dopo tante vittorie, forse cali di concentrazione in alcune circostanze (la sconfitta con l’Amaro è inspiegabile, altrimenti), Fatto sta che lo stesso Sgobino alla fine non ha capito cosa sia successo veramente. VOTO: 4. IL MIGLIORE: Samuel Micelli.

CEDARCHIS – La vittoria in Supercoppa e nella Coppa delle Coppe (edizione 2023) a inizio stagione aveva fatto immaginare altri scenari. E invece poi sono venuti a galla limiti di rosa e la mancanza di alternative in alcuni ruoli chiave (portiere e prima punta). Peccato, perché i giallorossi sono stati in grado di esprimere a tratti una calcio veramente spettacolare e di questo bisogna rendere merito a Vincenzo Radina. VOTO: 6,5. IL MIGLIORE: Jacopo Candoni.

FOLGORE – L’undici di Invillino conquista il primo scudetto della sua storia: un’impresa grandissima, arrivata al termine di una stagione in cui la squadra ha espresso calcio di qualità e messo in mostra individualità di assoluto valore. Negli undici la Folgore è sullo stesso piano del Cavazzo, solo che Adriano Ortobelli non aveva una panchina lunghissima e ha spremuto i suoi col suo calcio applicato. Nelle ultime giornate un leggero appannamento e forse l’impaccio psicologico di vedere lo scudetto sempre più da vicino. La finale di Coppa Carnia resta l’unico rammarico e toglie mezzo voto alla valutazione finale. VOTO: 9. IL MIGLIORE: Ivan Cisotti.

MOBILIERI – Qualche alto e basso di troppo, normale in una squadra con un’età media piuttosto bassa. A Sutrio nessuno pretendeva il titolo, ma un processo di crescita con picchi più alti di quelli raggiunti. I giovani in gamba ci sono, devono solo cercare di accelerare la loro crescita per non rimandare troppo la maturità che serve per diventare competitivi ai massimi livelli. Il lavoro sul settore giovanile propone un modello di “made in Sutrio” che negli anni pagherà. VOTO: 6,5. IL MIGLIORE: Davide Marsilio.

OVARESE – Salvezza doveva essere e salvezza è stata. Qualche periodo di preoccupazione nel quale è stato abile Max Brovedani a trasmettere grinta e voglia alla squadra. Al resto hanno pensato i gol di Josef Gloder, il rendimento di Flavio Fruch, la crescita di alcuni giovani e la sicurezza di Campetti. VOTO: 6. IL MIGLIORE: Federico Bassanello.

PONTEBBANA – Vale più o meno lo stesso discorso fatto per l’Ovarese, nel senso che a inizio stagione si è partiti per salvarsi. Ci sono stati momenti di difficoltà, ma l’ambiente ha saputo rimanere compatto, facendo quadrato e condividendo le responsabilità. Il pareggio salvezza ottenuto contro il Cavazzo rimane una delle prestazioni più sintomatiche di un gruppo che pur sapendo di essere inferiore agli avversari fa di tutto per non soccombere.VOTO: 6. IL MIGLIORE: Adil Eddaoui.

REAL – La squadra di Marini conferma, in parte, la buonissima impressione suscitata lo scorso anno: secondi nel 2023, terzi quest’anno (ma con 10 punti in meno nella classifica finale), i biancorossi possono comunque ritenersi più che soddisfatti. Francesco Marini è la solita sicurezza e crediamo che in questi ultimi due anni abbia ricavato il massimo da una rosa che anche a causa di qualche infortunio a volte è parsa oggettivamente corta. VOTO: 7. IL MIGLIORE: Samuele Di Giusto.

STELLA AZZURRA – A Gemona sapevano benissimo che la salvezza sarebbe stato traguardo difficile, per questo crediamo che davvero non sia il caso di fare drammi. L’inizio difficile ha finito con pregiudicare del tutto i rapporti tra Maurizio Talotti e parte della squadra. Cossettini è arrivato con la stalla aperta e i buoi già scappati. VOTO: 5. IL MIGLIORE: Daniele Passera.

TARVISIO – Un’ecatombe di infortuni ha privato Gianluca Mascia, per lunghi periodi, dei suoi uomini migliori. Le lunghe assenze di Matiz, dei fratelli Felaco e quelle più brevi ma importanti di altri elementi non hanno consentito alla squadra di giocarsi fin in fondo la salvezza. Nella finestra di mercato il tecnico ha avuto la possibilità di pescare anche qualche giocatore da quel calcio regionale che conosce bene e dove ha tanti amici, ma ha preferito fare con i suoi “tarvisiani”. Davvero un bel modo di allenare la squadra del paese. VOTO: 5. IL MIGLIORE: Francesco Vergara.

VILLA – Una bella stagione, niente da dire. Il sodalizio arancione si è presentato ai nastri di partenza con una nuova filosofia societaria voluta dal nuovo presidente Ugo Valle e tanti giovani in rosa. Poteva essere una stagione difficile e invece la squadra non è mai stata invischiata nella lotta salvezza. I meriti di Andrea De Franceschi sono indubbiamente da sottolineare, così come il lavoro oscuro ma prezioso di Luca Berti. Orgnacco e Miano sono state chiocce perfette e funzionali al progetto. VOTO: 6,5. IL MIGLIORE: Alessandro Marzona.

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