Le donne del Carnico: Marica Agarinis

di FEDERICA ZAGARIA

Iniziamo il 2025 della nostra rubrica con Marica Agarinis, una giovane donna che ho conosciuto al campo sportivo di Ampezzo, mentre aspettavo le liste per la radiocronaca della partita della squadra di casa contro il suo Ravascletto.
Marica, a primo impatto, mi aveva dato l’impressione di persona riservata e timida, ed invece, dopo la chiacchierata davanti ad un caffè, posso definirla una ragazza coinvolgente, simpatica, frizzante ma mai eccessiva, spontanea e totalmente adatta ad operare in un chiosco del Carnico, dove i dopopartita devono essere divertenti e rilassanti.
«Sono interista e sono sempre stata appassionata di calcio, soprattutto di quello Carnico – racconta -. È uno sport che avrei voluto anche praticare, ma non ne ho mai avuto la possibilità, se non con gli amici. Ho iniziato invece, fin da ragazzina, ad aiutare nel chiosco dell’Ovarese insieme a Jessica, nipote dell’allora presidente Rinaldo Beorchia».

Sei di Ovaro ma sei dirigente del Ravascletto: come è iniziata la tua collaborazione con la società biancoverde?
«Tutto è cominciato quando mio fratello Manuel è andato a giocare nel Ravascletto. Andavo a vedere le partite, poi ho cominciato a dare una mano quando serviva e, piano piano, all’epoca in cui era presidente Valter Fracas, parliamo di circa sette anni fa, ho iniziato nel chiosco, dove solitamente collaboro con Valeria e dalla scorsa stagione anche con Rosita, per poi entrare nella dirigenza. A volte mi capita anche di andare in panchina a prestare supporto».

Cosa ti ha regalato il Carnico e cosa invece ti ha tolto?
«Senza alcun dubbio posso dire che non mi ha tolto assolutamente niente ed anzi, mi sta dando molto, regalandomi nuove conoscenze, unione, senso di famiglia e di appartenenza. Infatti, quando il campionato termina, mi dispiace tantissimo e mi mancano le domeniche al campo».

Il calcio è considerato da molti ambito maschile: tu come lo vivi?
«Non ho mai avuto alcun problema: anzi, ne ho sempre tratto dei buoni rapporti, sia nel calcio che nella vita quotidiana. Mi sono infatti sempre sentita accettata e ben integrata».

C’è qualche momento particolare, un ricordo, che ti sia rimasto nel cuore?
«Il rientro al campo sportivo di Ravascletto mi ha molto emozionata. Dal 2020 giocavamo a Cercivento in quanto al Comunale si stavano attuando dei lavori. Siamo tornati “a casa” l’8 settembre scorso in occasione della partita contro l’Ardita».

Ipotizziamo che tuo fratello, Manuel, cambi squadra: tu lo seguiresti?
«Faccia un po’ come gli pare (sorride sorniona, ndr), ma io rimango a Ravascletto! Tra l’altro, siccome andiamo insieme al campo, a volte è lui che deve aspettarmi per tornare a casa, perché io non me ne andrei mai via! Pensa che faccio anche calciomercato: tormento amici e conoscenti che giocano a calcio per farli venire nel Rava e, pur di farmi smettere, alcuni mi dicono di sì (e ride mentre racconta, ndr)».

Quanto parli, nella tua quotidianità, di calcio?
«A casa ne parlo poco perché i miei genitori non sono grandi appassionati, ma ne parlo molto con gli amici ed anche a lavoro».

Come definiresti il Carnico?
«Famiglia e unione».

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10) Maria Nascimben
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8) Pasqualina Piredda
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6) Vanda D’Orlando
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3) Rosetta Del Monte
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