di FEDERICA ZAGARIA
Questa volta con la protagonista odierna della rubrica posso dire che giochiamo in casa. Chi segue il Carnico, infatti, sicuramente la conosce o, se non altro, conosce la sua voce, che a “A tutto Carnico” (e su questo sito) racconta le partite del nostro amato campionato. Per cui oggi vi farò conoscere un po’ meglio Rosella Iob.
Ovviamente, essendo colleghe di trasmissione, io e Rosella ci conosciamo bene e quest’intervista è stata l’occasione per un aperitivo insieme, senza i nostri compagni radiofonici ed è stata un’opportunità anche per me di scoprire aspetti della sua vita che non conoscevo e che ci ha portate anche a farci qualche risata.
Rosella ha un passato calcistico non indifferente, che le permette di trasmettere, a chi la ascolta, la sua competenza sul Carnico e su questo sport in generale. «Sono cresciuta ascoltando mio fratello Alessandro ed i suoi amici, tra cui il compianto Fiorenzo Scarsini, parlare a casa nostra, loro abituale ritrovo, di calcio – racconta -. Sono poi cresciuta insieme a mio cugino Lodovico Iob, per cui il calcio è sempre stato parte integrante della mia vita. Inoltre sono una sfegatata milanista».
Ricordo che mi avevi raccontato di aver anche praticato questo sport. Ti andrebbe di raccontarci di quel periodo?
«È vero, nel 1984 ho iniziato a giocare a calcio nella squadra femminile del Real Imponzo Cadunea e mi sono divertita tantissimo in quella fase, dopodiché sono passata nel Tolmezzo la cui squadra femminile si chiamava “Fiamma Tolmezzo” e, pensa un po’, sai chi mi allenava? Luigi Ongaro, quello che ora è il conduttore della nostra trasmissione! Poi però ho smesso di giocare, perché il Carnico femminile non esisteva più e avrei dovuto allontanarmi troppo da qui per poter continuare a giocare e , in quel periodo della mia vita, non mi era possibile, avendo da poco, iniziato a lavorare. In compenso, alcuni anni fa, ho ottenuto il patentino di allenatore Primi Calci».
Hai anche un passato da dirigente: come hai vissuto quest’esperienza?
«Ho fatto parte del direttivo dell’Illegiana, dove ho svolto vari ruoli, tra cui quello di gestione del settore giovanile. Poi, sempre tramite Luigi Ongaro, ho cominciato ad interfacciarmi con Adriano Dario a cui segnalavo i risultati della squadra del mio paese e di cui poi sono diventata anche vicepresidente».
Com’è iniziata la tua avventura in “A tutto Carnico”?
«Durante una partita ad Illegio era presente Renato Damiani, ideatore della trasmissione, e visto che già collaboravo con Adriano, segnalando appunto i risultati, mi ha chiesto se me la sarei sentita di iniziare a fare le cronache in diretta. Io, da persona timida quale sono, ero titubante e mi sono presa un attimo di tempo per pensarci. Ecco, da quel colloquio, la domenica successiva Renato, senza preavviso, mi ha fatta scendere in pista e da lì sono più di 10 anni che faccio la radiocronista. Pensa che agli inizi, dopo la diretta, buttavo giù un articolo che doveva durare obbligatoriamente un tot di battute, per cui dovevo usare la gran dote della sintesi. Poi telefonavo al Messaggero Veneto e dalla chiamata partiva la registrazione mentre io leggevo ciò che avevo scritto».
A proposito delle radiocronache, avresti qualche aneddoto da condividere?
«Ce n’è uno particolare, una specie di dispetto, che coinvolge nuovamente Luigi Ongaro: era finito l’incontro che avevo raccontato a Verzegnis e aveva iniziato a piovere abbondantemente. per cui l’avevo chiamato e chiesto di poter fare il commento subito, in modo da non prendere totalmente l’acquazzone- Lui però, sicuramente preso dalla trasmissione, ha continuato la scaletta e io ho atteso per un po’ il collegamento, dopodiché, un po’ infastidita e bagnata, sono salita in auto e ho spento il cellulare. Poi, mentre guidavo, sentivo la diretta radio e Luigi che ad un certo punto chiamava il collegamento con Rosella Iob da Verzegnis e io me la ridevo col cellulare spento (mentre me lo racconta ce la ridiamo entrambe, ndr)».
Cosa ti ha regalato il Carnico e cosa invece ti ha tolto?
«Mi ha permesso di conoscere tante persone, alcune delle quali sono ormai diventate amicizie consolidate. In più mi ha permesso di comprendere ancora di più quanto lavoro ci sia dietro ad ogni realtà che fa parte del campionato. Per il resto, invece, posso dire che mi ha tolto solo qualche domenica da poter trascorrere al mare».
Il calcio è considerato da molti ambito maschile: tu come lo vivi?
«In linea di massima bene, però ho notato che nel Carnico, in generale, se una donna ricopre ruoli marginali o comunque dove non deve svelare competenze calcistiche, tutto procede nel migliore dei modi, mentre se ricopre ruoli dove può dimostrare le proprie “capacità tecniche” non sempre viene valutata come attendibile e considerata meritevole di più valore. In ogni caso, per quel che mi riguarda, mi è capitato di ricevere alcune “critiche” ma anche tanti complimenti».
Quanto parli, a casa, di calcio?
«Tantissimo e continuamente, con il mio compagno non si parla d’altro!”.
Che definizioni daresti al Carnico?
«È aggregazione, passione, ma ancheimpegno per tutti quelli che ne fanno parte».
(in copertina Rosella Iob ieri e oggi)
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