Brovedani (Ovarese): «Potrebbe essere una stagione molto complicata»

di MASSIMO DI CENTA

Sembrava destinata a concludersi l’avventura di Max Brovedani sulla panchina dell’Ovarese e invece, alla fine, sarà ancora lui a guidare i biancazzurri. «Una decisione maturata – spiega – per le attestazioni di stima di società e giocatori che mi hanno chiesto di restare con insistenza. A questo bisogna aggiungere il fatto che io a Ovaro mi sono sempre trovato bene, per cui, eccomi ancora qua».

Che annata ti aspetti?
«Bisogna essere realisti, per questo credo di poter dire che potrebbe essere una stagione complicata. Abbiamo perso davvero tanti giocatori: Marco e Michael Della Pietra, Paolo Gonano, Mestriner e Cencig. A questi si aggiungono gli infortuni , piuttosto gravi, di De Antoni, Rovis e Fabio D’Andrea. Quest’ultimo penso di poterlo recuperare a luglio inoltrato, ma vedremo. A fronte di questi vanno ricordati gli arrivi di Maurizio Pellegrina e tre giovani juniores».

A occhio, i problemi più grossi riguardano il reparto difensivo, è vero?
«Certamente, lì siamo davvero contati e infatti dovrà studiarmi qualche schema provando una difesa a 3, una novità anche per me che solitamente dietro ho sempre giocato a 4. Non posso rimproverare nulla alla società, perché nessuna si aspettava così tante situazioni sfortunate. Aldilà della qualità, abbiamo problemi anche di quantità, ma non è affatto semplice intervenire sul mercato in maniera tanto massiccia».

Su cosa punterai, allora?
«Abbiamo sicuramente elementi validi e di esperienza e attorno a loro dovrò modellare la squadra. Devo necessariamente puntare sul gruppo e sull’unità di intenti, privilegiando la parte atletica».

La società cosa ti ha chiesto?
«La dirigenza non si nasconde le difficoltà, è ovvio, ma è fiduciosa, perché conosce l’attaccamento e l’impegno di chi veste la maglia biancazzurra. La salvezza rimane il primo obiettivo e non potrebbe essere altrimenti».

Non ritieni strano il fatto che una piazza importante come quella di Ovaro possa vivere un periodo così difficile?
«La forza di questa squadra è sempre stata la continuità garantita dal settore giovanile. Ora che questo non c’è più, è normale che si potesse andare incontro ad un problema del genere. A questo va aggiunta la marginalità del paese. Portare giocatori ad Ovaro non è tanto semplice. Da parte mia posso garantire impegno, serietà e lavoro e sento di poter dire che le stesse cose promettono i miei giocatori».

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