Potevamo scegliere tra mille foto per parlare della festa del Real, ma quella che abbiamo scelto ci sembra forse la più giusta, senz’altro la più significativa. Quel signore che vi si vede è Benito Candoni (il nome è per quei pochi che non lo conoscono). Perché Benito? Beh, prima di tutto perché è seduto (ed è un caso, davvero) sotto la targa che ricorda Sergio Pittoni, un altro pezzo di storia biancorosso e poi perché a chiunque abbiamo chiesto di indicare un simbolo della società quasi tutti hanno fatto il nome di Benito. Ecco, vederli idealmente vicini l’uno all’altro ha il significato delle origini. Origini di una storia iniziata 50 anni fa ed ancora tremendamente attuale. Benito avrebbe potuto raccontarci tanti fatti di questo mezzo secolo, ma un destino contrario gli ha lasciato solo la memoria ma non la possibilità di dare voce a questa memoria. La festa si è svolta secondo il programma, con una partita tra vecchie glorie, musica, risate e naturalmente tanto mangiare e tantissimo bere. La società ha limitato al minimo la parte protocollare, puntando invece sulla festa intesa in senso stretto: è stata scelta musica giovane, perché da sempre il Real è la squadra dei giovani. Quelli con qualche anno di più, magari, si saranno messi da parte a frugare tra i ricordi, raccontando di quel gol, di quella vittoria o di quella sconfitta. I giovani, invece, avranno apprezzato il lavoro di Cris DJ, che in una giornata come questa ha saputo far coesistere tutte le sue grandi passioni: il calcio (a proposito, Cris ha iniziato nel Real …) e la musica. Molto bella, all’interno della palestra vicino agli spogliatoi, la mostra con tutti i trofei ed i ritagli dei giornali con i trionfi dei biancorossi.
La festa è stata l’occasione per scambiare due parole con l’attuale presidente Mauro Cacitti.
“Abbiamo voluto questa festa proprio così – ci ha detto – con un’attenzione particolare per i giovani, che da sempre rappresentano la risorsa più importante per noi. E’ sempre stato così, in tutti questi anni, e tutti i presidenti che mia hanno preceduto non hanno mai derogato a questo principio”.
Puntare sui giovani, oggi più che mai. È l’unica via percorribile.
“Assolutamente sì, perché la gestione di piccole società dilettantistiche come la nostra, ha bisogno di una continuità che vada oltre una disponibilità finanziaria al momento complicata. Gli sponsor sono sempre meno e le spese aumentano, così come l’estrema burocratizzazione che comporta costi non indifferenti, in tempo e denaro”.
Qual è il tuo ricordo più bello del tuo mandato presidenziale?
“Tutte le domeniche. Non esiste un ricordo legato ad un risultato: è bello venire qui, quando si gioca e vedere i nostri tifosi, la gente impegnata al chiosco, a fare il biglietto ed i ragazzi che giocano, Dà veramente il senso di una grande famiglia, dove ognuno sa sempre quello che deve fare e lo fa con una passione ed un entusiasmo che sono sempre gli stessi, dal 1966 ad oggi”.
Bellissima l’idea della mostra con coppe e fotografie.
“L’abbiamo pensata perché anche i più giovani possano vedere quanta gente è servita per fare grande la nostra società. E’ la nostra testimonianza di tutto quello che abbiamo fatto in questi anni ed un tributo a quelle persone delle foto che purtroppo non sono più con noi”.
Due parole, di diritto, spettano anche al capitano Andrea Morassi.
Andrea, una bella soddisfazione essere il capitano in occasione del cinquantenario.
“ Posso dire di essere stato fortunato, anche perché sono stato preceduto da grandi giocatori ma soprattutto grandi uomini”.
Quali sono i simboli del Real, secondo te?
“Come giocatore Gino Candido, uno bravo davvero. Classe, tecnica, eleganza, umiltà e tanta, tanta serietà. Come dirigenti, beh, Benito è uno che avrà sempre un posto nella nostra storia, così come Diego Mattia. Dede ha fatto un po’ di tutto nel Real, facendolo sempre con il massimo impegno ripagato dal massimo profitto, in termini non solo di risultati, ma anche di stima e rispetto”.
Andrea, scaramanzia a parte, può arrivare lo scudetto nell’anno di una festa così importante?
“ Dipende soprattutto da noi. Se riusciremo a stare tranquilli, concentrati e senza farci prendere dalla paura di vincere ce la possiamo fare. Il turno infrasettimanale del 31 agosto e domenica 18 settembre sono due date importanti: giochiamo rispettivamente a Villa e a Cavazzo. L’ideale sarebbe poterci arrivare con questo vantaggio!”.
Il tuo ricordo più bello?
“La stagione 2009, quella in cui abbiamo centrato campionato e Coppa. L’ultima partita, quella pareggiata in casa che ci portò allo spareggio, credo che me la ricorderò per tutta la vita per le mille emozioni che ha saputo regalarmi”.
1 Comment
by Veritti
Grazie Massimo
Bravo Presidente, guardi al futuro.
Complimenti ai ragazzi della prima squadra. Hanno lavorato tutti moltissimo x la festa.
La migliore dello staff è stata la Rine. Ragazzina entusiasta di 75 anni…
Comments are closed.