Un rigore di Maurizio Dassi nella ripresa consegna ai Mobilieri il titolo nel Torneo juniores nella finale disputata a Sutrio contro la Viola. Il destino, che a volte ha fretta di “apparecchiare” la vita della persone, stavolta ha provato a farsi perdonare, con un piccolo risarcimento verso Sutrio e la sua gente. Insomma, aveva un conto in sospeso con Nicola “Tino” Straulino, strappato troppo presto all’amore dei suoi cari ed all’affetto del paese. Un paese che vive di calcio, legno e tradizione. E proprio lì, su quel campo dove il “Tino” ha speso tanti giorni della sua breve esistenza ha voluto strappargli un sorriso. Un sorriso che non abbiamo visto ma siamo sicuri che avrà illuminato la sua faccia di ragazzo bello, bello dentro, e leale. O forse, chissà, il suo sorriso era stampato sui volti di sua moglie Monica e dei suoi splendidi figli Michele, Simone, Federica ed Alessia, quando a fine gara hanno premiato i giovani dei Mobilieri. Un sorriso bello e triste, allo stesso tempo, come belli e tristi sanno essere i sorrisi di quando si ricorda una persona che non c’è più ma è sempre come se ci fosse. Perché, in fondo, il “Tino” c’era, doveva esserci, per forza, per far vincere alla sua squadra e su quel campo un titolo in una giornata che era iniziata con la pioggia ed è finita con la luce del sole ed i fumogeni preparati dai tifosi in tribuna. Il resto lo ha fatto la gente di Sutrio, la società dei Mobilieri e tutti quelli per i quali il “maggiolino” non è un logo, né un luogo comune, ma solamente un modo di essere. Il maggiolino sul petto è un distintivo ma non a corredo di una maglia,. No, è a corredo di un modo di interpretare il calcio, lo sport o più semplicemente lo stare insieme. Un filo, che lega il passato al presente proiettandolo nel futuro, sempre nel solco della tradizione. Cosa c’entra la tradizione? C’entra, c’entra … Perché nel paese dei falegnami la tradizione vuole che i trofei siano rigorosamente in legno: come tutte le piccole coppe (una per ogni giocatore sceso in campo nella finale) consegnate alla fine o come il trofeo che Maurizio Dassi ha alzato tra le urla di chi aveva vinto e le lacrime (di molti) che erano il saluto più sincero a chi, questo trionfo l’ha visto dall’alto, dal cielo diventato improvvisamente celeste, dopo la pioggia ed il grigio degli ultimi giorni. E questo, scusate, non è un altro segno del destino? E tutti , a Sutrio, hanno dato una mano, come succede nel giorno della “Magia del legno” o di “Fasin la mede“. E allora, scopri che il trofeo in legno lo ha creato Carlo Di Lena, il presidente dei Mobilieri e le incisioni fatte sullo stesso con il pirografo sono opera di Sara Delli Zotti, compagna del tecnico dei gialli, Gilberto Buzzi, bravissima a stampigliare a tempo di record il nome “Mobilieri” subito dopo il triplice fischio finale sulla base del trofeo.
E poi, per il dopo partita, ancora tanta gente a collaborare, anzi a dare una mano, che sarà semplice come modo di dire ma rende maglio l’idea: i cacciatori (il “Tino” era un cacciatore) hanno preparato lo spezzatino, gli alpini della locale sezione la polenta ed i calciatori della prima squadra erano al servizio di chioschi ed organizzazione, come le loro donne, impegnate nel cosiddetto chiosco B. Un altro sutriese, poi, ha voluto dare il suo contributo: Suan Selenati (campione mondiale di deltaplano) è atterrato nel cerchio di centrocampo tra il primo e secondo tempo, con una manovra da autentico numero 1, sfiorando pali, reti e strutture da campione, ma campione vero qual è! E l’ultima immagine che rimane è quella della famiglia di “Tino” che consegna la coppa ai vincitori: il figlio Michele (attuale capitano dei Mobilieri) questo titolo lo ha sfiorato quando perse, qualche anno fa, la finale con l’Ovarese. Ecco, chissà, forse consegnare la coppa al capitano della formazione juniores non gli avrà ridato quella che lui si era giocato (e perso) sul campo, ma il fatto di consegnarla lì, sul campo dove ha giocato suo papà, forse, è un qualcosa che va aldilà dell’albo d’oro. Che conta, ma non racconta. Le emozioni, i ricordi e quello che non si può più fare con chi non c’è più. E la Viola? La Viola c’è rimasta male, perché prima della finale aveva pareggiato, in tutto l’anno, una sola partita vincendo tute le altre. Qalcosa non ha funzionato nell’ultimo atto della recita più importante. Ma si sa, nel mondo del teatro, il viola porta male … Agli straordinari ragazzi di Alessandro Donaer, nei prossimi anni, il compito di sfatare questo tabù. Intanto, in una sera di metà settembre, fanno festa i Mobilieri, con “Tino” che, da lassù, avrà sorriso …
4 Comments
by Carlo Di Lena
Grazie Max. Senza parole…
by marco
Max… Sempre 3m. Sopra il cielo… E sopra, guardano e sorridono! Grande!
by Poski
Articolo stupendo Max onorato di esserti amico
by Massimo Di Centa
Poski, ognuno ha gli amici che si merita. 🙂
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