CHE SUCCEDE ALLA MOGGESE?

di MASSIMO DI CENTA

Dopo una buona partenza, la Moggese sta conoscendo un periodo di flessione abbastanza evidente, certificato dai numeri, che, come sempre, sono un dato incontrovertibile. Attualmente i bianconeri sono al sesto posto della Terza e nelle 9 partite disputate hanno ottenuto quattro vittorie (tutte nelle prime 4 giornate), 2 pareggi e 3 sconfitte, realizzando 21 gol e subendone 14.
Ecco, quelle quattro vittorie, forse, avevano illuso un po’ tutti, sicuramente non il tecnico Fabio Cossettini, che in un’intervista rilasciata ad inizio campionato aveva detto testualmente: “
Diciamo che la promozione resta un sogno irrealizzabile, o quasi… Chiaro che giocheremo sempre per vincere, ma con umiltà e consapevolezza dei nostri mezzi. Credo che il risultato migliore che dovremmo ottenere, intanto, sia quello di creare le premesse per migliorare gradualmente ed in questo è chiaro che dovrò metterci del mio”. Evidentemente il mister aveva ben chiare le potenzialità della propria squadra, anche se, come si diceva, quell’inizio aveva fatto immaginare prospettive diverse.

Andrea Pugnetti

Siamo andati a chiedere, allora, al direttore sportivo, Gabriele Pioli, cosa sta succedendo ai bianconeri.
«Chiaramente – ci risponde –  c’è una serie di cause, aldilà di quello che può essere l’effettivo spessore dell’organico. Avevamo preso Costantini, che dopo tanto tempo ci sembrava un’ottima soluzione per il ruolo di esterno basso, solo che il calciatore dovrà smettere probabilmente di giocare causa un problema fisico. Poi ci si è messa anche la cattiva sorte, che per un mese ci ha privato di elementi importanti come Raoul Missoni, Gianni Tolazzi, Pugnetti, Ciorba e Roberto Linossi. Non è un caso se i nostri problemi sono iniziato con le loro defezioni».
Oltre a questo, ci sono anche problemi di lavoro per molti dei vostri giocatori.
«Molto spesso devono dare forfait, perché impegnati nelle loro professioni, anche Raoul Missoni, Thomas Not, Nesina, Keita e Deganutti. Chiaro che per Cossettini allestire una formazione competitiva diventa un rebus. Spesso si deve ricorrere a ragazzi giovani, bravi ma ancora non pronti per garantire affidabilità e continuità in prima squadra».
Si prospetta quindi un campionato all’insegna dell’anonimato?
«La situazione non è rosea, inutile negare le difficoltà, amplificate anche dalle squalifiche, ora che iniziano a sommarsi anche le ammonizioni. Non voglio accampare scuse o giustificazioni di comodo, ma le cose stanno così. Speriamo solo di recuperare più giocatori possibili per il ritorno: il terzo posto, in fondo non è così lontano e magari se la sorte inizia a girare nel verso giusto possiamo ancora provarci».

(nella foto di copertina, da sinistra, Roberto Linossi e Manuel Nesina)

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