QUEL RISOTTO A CASA DI ELIGIO

di FRANCESCA SPANGARO

Il risotto di Eligio aveva tutto di lui. Il sapore, la cura, la delicatezza, il saper far trascorrere il tempo assaporandolo, il calore, pazienza e quella punta di piccante.
Quello del 5 maggio scorso, sotto una nevicata che sembrava un effetto scenico perfetto per rendere ancora più soffice quell’incontro, è  uno dei regali più grandi che io abbia ricevuto. Ho assaporato ogni forchettata, e ogni angolo di quella casa ricordandomi del perché fin dalla prima visita ho sognato di avere i capelli bianchi come lui. Riuscire a fare di un luogo isolato e per molti malinconico un concentrato di vita, ricordi, risate, serate in compagnia e qualche piccola goliardata. Vivere intensamente amori, dolori e nostalgie senza perdere il sorriso e la capacità di sognare. Essere liberi e saggi. Ma senza forse nemmeno esserne consapevoli.
Cosí penso a Eligio. E a quel luogo un posto dove rallentare e dove imparare a non aver paura di guardarsi  dentro. Guidando lungo quella curva spero ancora di sorridere e di essere investita da una ventata di serenità. Sarà così. Da oggi con una lacrima e con una immensa tristezza. Ma con la gratitudine di una che ha conosciuto un uomo speciale. Non ho scritto Donna perché così potevi chiamarci solo tu.
Ci mancherai tanto Eligio.
Grazie per avermi invitato da te. Per aver insistito in mezzo ai miei giorni frenetici.
Ricordami ancora di rallentare e guardarmi attorno. Come su quella curva fuori da casa tua.

(nella foto lo staff di “A tutto Carnico” qualche anno fa ospite di Eligio Nassivera)

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