di MASSIMO DI CENTA
I bomber: spesso sono quelli che fanno la differenza, avere gente che la butta dentro risolve molti problemi ai mister. Ci sono attaccanti che hanno bisogno del gioco della squadra finalizzando la manovra, altri che inventano i gol dal nulla, altri ancora che vivacchiano aspettando l’errore delle difese. Ce n’è per tutti i gusti insomma ed anche nel Carnico la gamma è molto ampia.
Iniziamo la nostra rassegna dalla Prima categoria: al comando della graduatoria dei marcatori c’è Matteo Del Linz, dei Mobilieri. Del Linz è la classica punta che sa esaltare il gioco di squadra. Sempre pronto nei sedici metri finali, ha la caratteristica dei bomber di razza, quelli che hanno la sufficienza piena in tutti i fondamentali. Non è un grande colpitore di testa, ma di testa segna spesso, preferisce la precisione alla potenza nelle conclusioni e si fa sempre trovare al posto giusto.
Discorso diverso per Paolo Nait, del Cavazzo: lui è uno di quelli da azione solitaria, progressione, dribbling e tiro in porta. Non è quel che si dice un rapace d’area, dove però sa farsi valer per il colpo di testa, rivelando capacità quasi da cestista per il tempo in cui rimane in sospensione.
Luca Marsilio, dei Mobilieri, è uno degli attaccanti più completi: dribbling, tiro da fuori, colpo di testa. Esagera ogni tanto in un individualismo controproducente ma diamogli tempo di fare ancora un po’ d’esperienza.
Gabriele Guariniello, del Villa, ha il cambio di passo del giocatore di categoria: quando parte è davvero irresistibile anche perché in possesso di doti tecniche non comuni. Il tiro secco e improvviso, anche in scarse condizioni d’equilibrio, gli permette di sorprendere i portieri avversari, che non si aspetterebbero una conclusione. Con la luna di traverso diventa giocatore prevedibile.
Mirko Burba, del Cavazzo, è l’antitesi del calcio moderno: piccolo di statura, esile eppure dotato di una grinta e di un coraggio eccezionali. Bagaglio tecnico decisamente importante, è in grado di sorprendere i difensori avversari con i sui guizzi improvvisi.
Luca Micelli, della Pontebbana, è un centrocampista mascherato d’attaccante. Non ha le stimmate della punta di ruolo ma è in grado di segnare in qualsiasi modo.
Alessandro Radina: continuiamo a credere che sia sottovalutato a dispetto di grandi qualità. Ha lo scatto secco che gli permette di prendere un buon vantaggio sul suo marcatore ed una progressione notevole. Si smarrisce, ogni tanto davanti alla porta, forse la sua pecca più grande.
In Seconda, a guidare la classica dei marcatori è Daniele Iob, della Stella Azzurra. Cosa possiamo dire dire di lui più di quello che non dicono i suoi numeri straordinari? Vede la porta come pochi, un animale da gol che la sbatte dentro in ogni maniera. Un solista, un grande solista, che non ha bisogno di assist illuminanti, di passaggi smarcanti: trasforma in gol palle vaganti in area, sbavature dei difensori e situazioni “sporche”.
Matteo Iob, dell’Illegiana, non ha solo il cognome in comune col bomber gemonese, ma anche quell’istinto del gol che non si allena perché o ce l’hai dentro o non ce l’hai. In più, è abilissimo nei calzi piazzati, punizioni e rigori, dote non da poco.
Thomas Spilotti è un altro esilino, tipo Burba, per intenderci, del quale forse non ha quella cattiveria agonistica, ma una furbizia che gli permette di capre un attimo primo lo sviluppo delle situazioni per farsi trovare pronto al momento decisivo.
Riccardo Puntil, del Sappada, ovvero il fisico del ruolo: sa far gol in ogni modo, sfruttando l’uso adeguato del corpo e le intuizioni di attaccante di razza.
Loris Vezzi, del Ravascletto: una spremuta di talento. Sinistro fulminante, guizzi imprevedibili e l’irriverenza di una carattere estroverso: tunnel e “rabone” sono parte integrante del suo modo di interpretare il ruolo.
Gianluigi Fontana, dell’Ardita, un bisonte travolgente. Fisico devastante e coraggio da vendere. Segna di potenza, quasi mai si concede pennellate. L’essenza del bomber tutto muscoli e anche qualcosa di più, oggettivamente.
Matteo Zammarchi, del Paluzza: effervescenza allo stato puro: non è attaccante d’area, preferendo agire negli ultimi 20 metri. Anche lui fa parti degli attaccanti taglia small nel fisico e non si riesce a capire dove tiri la forza per le sue conclusioni a volte poderose.
In Terza comanda Michael Polonia, dell’Ancora: fisico da granatiere e piedi sufficientemente strutturati per il gol. Dopo qualche stagione in chiaroscuro è tornato ad essere quel bomber che gli inizi di carriera avevano lasciato intuire.
Gabriele Cristofoli, dell’Edera, è il classico attaccante moderno, tutto fisico e potenza. Non sappiamo se concluderà la sua avventura nel Carnico prima della fine della stagione: lo ha richiamato il Tolmezzo e resterà ad Enemonzo almeno fino a quando i biancoverdi avranno anche la più piccola ipotesi di promozione.
Flavio Basaldella del Castello, è il classico attaccante di una volta: uomo d’area che però si è evoluto nel ruolo, andandosi a cercare palloni anche al di fuori dei 16 metri finali. Furbo, esperto, cinico: il pelo sullo stomaco e il gol nel sangue.
Maurizio Pellegrina, del San Pietro, come Cristofoli, ha sfiorato il calcio professionistico. Qualche infortunio lo ha penalizzato nei momenti in cui la sua carriera poteva avere una svolta. Nelle movenze, e perché no, nei tratti fisici, ricorda Maurizio Ganz.
(nella foto di copertina, da sinistra, Matteo Del Linz, Daniele Iob e Michael Polonia, capocannonieri dei rispettivi gironi)