Bergagnin ritrova il San Pietro e il Carnico

di MASSIMO DI CENTA

Alla soglia dei 70 anni, Remo Bergagnin torna nel Carnico alla guida del San Pietro, rimettendosi a sedere su quella panchina che già aveva aveva occupato nel 2009 per poche giornate dopo essere stato sostituito dal compianto Ezio Casanova. Nella sua carriera di allenatore, che è seguita a quella da giocatore, Bergagnin ha fra l’altro guidato Santo Stefano, Domegge e Comelico.
« Anche se la mia esperienza più bella  – precisa – è quella vissuta nel calcio femminile, tre anni in serie C».

Insomma, dopo oltre 10 anni ti ritrovi nel Carnico. A proposito, ma questo campionato si giocherà?
«Mi sembra azzardato fare previsioni, lascio le decisioni a chi di dovere. Credo che alla fine si giocherà, perché comunque il Carnico va oltre l’aspetto puramente sportivo ma diventa un fatto sociale. Magari si cercheranno soluzioni per una formula ridotta, in modo di accorciare la durata del torneo».

Che effetto ti fa tornare ad allenare nel nostro campionato?
«Ancora non so, magari lo saprò dire dopo la prima partita. Di sicuro è un campionato che ho sempre seguito. La domenica andavo sempre a vedere il San Pietro quando giocava in casa. È una manifestazione affascinante e almeno fino a una decina di anni fa il livello medio era decisamente buono. Anche quelli un po’ più su con gli anni erano giocatori di assoluto valore».

Ma secondo te, perché il San Pietro ti ha cercato?
«Credo che le vicende degli ultimi anni siano state un boccone amarissimo: la vicenda disciplinare di due stagioni fa, la mancata promozione per due soli punti lo scorso anno, di sicuro hanno rappresentato momenti durissimi. Credo che in me abbiano cercato, oltre allla competenza, detto senza alcuna presunzione, anche esperienza, passione e attaccamento alla società. Mia madre era originaria di San Pietro e spesso mi dicono che sono uno di loro. Ed è vero perché il mio legame con la società viola è davvero forte».

Ci saranno volti nuovi rispetto allo scorso anno nella rosa?
«Qualcuno dei senatori ha manifestato l’intenzione di mollare e quindi si sta cercando di puntare sui giovani, anche se io, lo confesso, più che l’eta guardo la qualità: per me è meglio un cavallo zoppo ad un asino sano. Saranno con noi Daniel Pontil, Alex Marchesini. In più c’è il ritorno del portiere Tiziano Gandus, fermo restando che sarei pronto ad accogliere quelli che hanno mollato, nel caso dovessero ripensarci. Appare chiaro che per ripartire e tracciare un progetto a medio termine i giovani sono necessari».

E la società cosa ti ha chiesto?
«Non mi ha dato un obiettivo da inseguire. Credo che vogliano solo riportare un po’ di entusiasmo e un po’ di fiducia nell’ambiente. Ai risultati penseremo partita dopo partita».

Hai un modulo di preferenza per schierare la squadra?
«Diciamo che il mio modulo di riferimento è il 4-4-2, perché assicura copertura ed equilibrio. S3 poi gli esterni mi garantiranno corse e copertura potrei anche puntare su un 4-3-3, ma per prima cosa lavorare sull’assetto difensivo e quello non può prescindere da una difesa a 4».

Le altre interviste con gli allenatori:

18) Silvano Agostinis – Ancora
17) Giacomino Radina – Cedarchis
16) Davide Pelli – Folgore
15) Maurizio Talotti – Illegiana 
14) Renzo Piller – Sappada
13) Francesco Marini – Real
12) Marco Fabris – Pontebbana
11) Claudio Fortunato – Val Resia 
10) Francesco Moser – Timaucleulis
9) Mario Chiementin – Cavazzo
8) Andrea De Franceschi – Ravascletto
7) Massimo Marangoni – Campagnola
6) Maurizio Colosetti – Verzegnis
5) Sandro Beorchia – Ovarese
4) Cristian Gobbi – Arta Terme
3) Adriano Ortobelli – Villa
2) Franco Romano – Lauco
1) Giuliano De Conti – Comeglians

 

 

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