Squecco: «Temo ripercussioni per il settore giovanile»

di MASSIMO DI CENTA

Giordano Squecco, presidente della Viola, ha le idee molto chiare in merito all’effettuazione del  Carnico 2020, soprattutto in tema di responsabilità che ricadrebbe sui massimo dirigenti delle squadre.

Presidente, in una situazione di incertezza iscriverebbe la sua squadra al campionato?
«Stiamo vivendo un periodo storico stracolmo di problematiche in molteplici aspetti, ci sono e credo per molto tempo ancora ci saranno difficoltà dal punto di vista sanitario, economico e sociale. La gestione di un’eventuale ripresa dell’attività sportiva, per una questione di priorità, sarà uno degli ultimi problemi da affrontare. Non sapendo come potrà evolvere la situazione, adesso come adesso io, e credo molti dei presidenti di Società, non potrei assumermi un carico di responsabilità così pesante. Quindi allo stato attuale la mia risposta è no nel modo più assoluto»». 

Si aspettava qualche decisione o presa di posizione più forte da parte degli organi federali?
«Capisco che in questa circostanza dove tutto è sospeso e ogni attività deve essere regolata dalle direttive di Governo e Regione ogni decisione è condizionata. Certo è che qualcosina in più si poteva fare: da una parte non ho visto un grande interessamento verso le Società da parte della Delegazione di Tolmezzo, dall’altra  la Federazione Regionale che oggettivamente in questi ultimi giorni è in costante contatto con noi presidenti, ma potrebbe attuare provvedimenti concreti. Mi riferisco alla restituzione delle iscrizioni di Campionato e Coppa, visto e considerato che gli impianti sportivi hanno comunque bisogno di manutenzioni, i cui costi gravano pesantemente sui bilanci delle Società». 

E cosa ne pensa, magari tra qualche settimana, quando la situazione sanitaria potrebbe essere più chiara, di un torneo con formula ridotta?
«Ormai lo sappiamo tutti che il distanziamento sociale è fondamentale nella lotta al Covid-19, questa è una pandemia che colpisce l’aggregazione e la socializzazione delle persone e questi due aspetti sono la base del nostro campionato. Non ha alcun senso giocare a porte chiuse e semmai fossero consentiti degli spettatori dovrebbe essere adottato il distanziamento. Esisterebbero enormi difficoltà nella gestione dei chioschi, un dopo partita che di fatto dopo partita non è. Un Campionato Carnico così, anche in forma ridotta o di Torneo, semplicemente non avrebbe senso. Credo sia più realistico usare questo tempo per programmare al meglio la prossima, stagione perché ci troveremo ad affrontare diverse difficoltà. Spero di sbagliarmi, ma questa mancata stagione sportiva porterà diverse criticità dal punto di vista gestionale per i mancati incassi futuri di manifestazioni e sponsor e soprattutto ho timore che il settore giovanile che già qui in Carnia soffre di mancanza di giovani calciatori, avrà le maggiori ripercussioni».

 

 

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