Renzo Piller: «Del Carnico mi mancherà tutto»

Due stagioni da allenatore e altrettante promozioni, con il Sappada portato dalla Terza alla Prima categoria del campionato Carnico grazie ad un calcio riconoscibile, divertente e produttivo. Così il nome di Renzo Piller, 39 anni sappadino, ha iniziato a circolare anche al di fuori del Friuli, non a caso negli ultimi mesi sono arrivate diverse richieste da società del Bellunese. «Tutte rifiutate, perchè volevo concludere il ciclo con il Sappada dopo averlo portato nella massima serie del Carnico», conferma Piller, che ad inizio marzo aveva iniziato la preparazione per il campionato della montagna friulana, successivamente annullato causa Covid-19.
Poi però è arrivata la chiamata del Cadore: «Inaspettata, perché ero convinto che a guidarla sarebbe rimasto Stefano De Mario – spiega Piller -. Una proposta troppo stimolante per essere accantonata. Ci ho riflettuto un paio di settimane, perchè non era facile decidere di lasciare un gruppo splendido come quello creatosi a Sappada, senza dimenticare che in paese contavano sulla mia permanenza».
Il sì è arrivato per una serie di valutazioni prettamente professionali e di crescita: «Oltre a disputare un campionato importante, il Cadore collabora con il Belluno. La dirigenza mi ha parlato di questo progetto, che prevede la possibilità di seguire gli allenamenti della squadra gialloblu e confrontarsi con lo staff tecnico. Un’occasione che non potevo lasciarmi sfuggire».
Piller ha conosciuto i campionati veneti una ventina d’anni fa, giocando con il Comelico, poi li ha sostanzialmente persi di vista: «Sarà un’esperienza diversa da quella alla quale sono abituato, ma non mi stravolgerà la vita, anche perché lavoro a Domegge, a 5′ dal campo di allenamento di Calalzo – spiega -. Di certo è un campionato impegnativo, anche per i lunghi spostamenti».
Il Cadore è una squadra con tanti giovani che Piller scoprirà giorno dopo giorno, ma qualche nome lo conosce bene: «Innanzitutto Igor De Mattia, un grande talento che se avesse avuto più testa sarebbe arrivato lontano e a questi livelli può fare la differenza. Conosco anche il portiere Remo Casanova, mio compagno nel Carnico al San Pietro, dove ha militato anche Alessandro Marta».
Che obiettivi si deve porre il Cadore nel prossimo torneo? «Siamo una squadra giovane, ma non voglio sentire parlare di salvezza. Bisogna sempre puntare al massimo, la mentalità vincente è fondamentale. In ogni caso mi dicono che sarà un campionato molto equilibrato e con tanti derby, quindi stimolante».
Come dire che difficilmente vedremo una squadra difensiva: «Ho studiato parecchi allenatori, ma il top rimane Pep Guardiola. Io, come lui, voglio fare la partita, non adattarmi al gioco dell’avversario. Per me non ci sono ruoli e schemi fissi, perchè meno prevedibile sei, più difficile rendi la vita agli avversari. I miei giocatori avranno così ampia libertà di muoversi, ovviamente seguendo una logica».
La notizia dell’addio al Carnico ha confermato la grande stima e l’affetto che Piller si è guadagnato negli anni: «Ho ricevuto tantissime telefonate e messaggi da tutto il mondo del Carnico e non nego che la cosa mi abbia colpito – dice non nascondendo un pizzico di emozione -. Di quel campionato mi mancherà tutto, dall’ambiente all’organizzazione, dalla passione alla grande presenza di pubblico ad ogni partita. Con la mia squadra, poi, si era creato un rapporto di fratellanza, perché abbiamo marciato tutti dalla stessa parte, dai giovani a coloro con i quali avevo giocato a lungo. Temevo che ritrovarsi un ex compagno di squadra come allenatore avrebbe potuto creare qualche difficoltà, invece sono stato fortunato, ottenendo il massimo rispetto da tutti. E comunque il mio non è un addio, ma solo un arrivederci».

(di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino edizione Belluno)

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