di MASSIMO DI CENTA
Gino Di Gallo non c’è più. Se n’è andato a 67 anni, vinto da un male che lo aveva colpito da qualche anno e che si rilevato micidiale come le sue punizioni. Già, le sue punizioni: chi non le ricorda? Fanno parte della storia del Carnico e da quando ha smesso di giocare costituiscono un termine di paragone che però non potrà mai temere confronti, per potenza e precisione. Ma Gino è stato prima di tutto un signore ed un vincente e come tutti i signori sapeva vincere. Una carriera, la sua, infarcita di successi: giovanili con Real I.C , dove vince un campionato juniores, con alcune presenza nella prima squadra, che a fine stagione otterrà la promozione nella categoria superiore. Nelle giovanili della Tarcentina si aggiudica il campionato juniores provinciale, con esordio in Eccellenza a 17 anni. Nell’esperienza alla Gemonese è protagonista della promozione dalla Seconda alla Prima categoria, mentre a Tolmezzo sale di categoria al termine di un spareggio contro il Mariano del Friuli, anche grazie ad una buona dose di fortuna. Le due squadre infatti avevano chiuso la stagione a pari merito e per determinare la promozione si rese necessario uno spareggio, appunto, con gare di andata e ritorno: a Mariano finì 1 a 1, mentre nel retour match la sfida terminò a reti inviolate. All’epoca non esisteva la regola dei gol in trasferta e ci si affidò alla monetina che decretò la vittoria dei carnici.
Dopo tanti gol e tante partite nei campionati regionali, il ritorno nel Carnico: prima ad Ampezzo, dove vinse due campionati, e poi l’approdo a Cedarchis, dove, ormai quarantenne, partecipò al successo del primo storico titolo giallorosso del 1994. Titoli di cannoniere e record di gol su calcio di punizione (il top con 13 in una stagione e 12 in quella successiva!). Eppure, proprio alla conquista di un titolo di capocannoniere è legato uno dei ricordi più amari della sua carriera: all’ultima giornata del torneo del 1990 si contendono il titolo di tiratore scelto lui e Stefano Micelli del Verzegnis. Il Cedarchis è impegnato in casa dei Mobilieri, in una partita che non avrebbe niente da dire per la classifica. Solo che l’anno prima c’era stato uno screzio tra Verzegnis e Mobilieri e la squadra di Sutrio decise di “vendicarsi” sul campo nel campionato dopo: Gino, in quella partita, realizzò ben 7 reti (tre delle quali su altrettanti calci di rigore che i “marangons” concessero con insospettata generosità…). In campo Gino non si rese conto, ma a mente fredda la cosa non gli fece piacere e quella vittoria nella classifica marcatori non gli diede una gioia particolare, anzi, quasi preferiva non parlarne. Ecco perché vincente e signore.
L’ultima punizione, però, Gino, l’hai tirata proprio male: hai fatto un gol a tutti, tutti quelli che ti hanno voluto bene, apprezzato e conosciuto. Il Carnico, come i tuoi cari, non potrà mai dimenticarti e questa forse è la tua vittoria più bella.
Alla moglie Marisa, ai figli Giulia, Alessia e Gabriele, l’abbraccio silenzioso ma forte da parte di tutta la redazione.
I funerali si svolgeranno a Piedim di Arta Terme sabato 23 gennaio alle ore 14.30.