CAVAZZO – MOBILIERI 1-4
GOL: pt 6’ Mirco Burba, 30’ D’Andrea (rig.); st 11’ Micelli (rig.), 17’ Michele Straulino, 46’ Guariniello (rig.).
CAVAZZO: Gressani, Valent (20’st Marco Burba), Lestuzzi, Voltan, Coradazzi, Mainardis, Mirco Burba, Matteo Selenati (20’st Sferragatta), Copetti (30’st Dionisio), Cescutti, Nait. All. Massimo Rella.
MOBILIERI: Simone Morassi, Cicutti (36’st Ermano), Candussio, Concia (31’st Costa), Davide Marsilio, De Agostini, D’Andrea (45’st Guariniello), Gabriele Straulino (25’st Valle), Micelli, Michele Straulino, Serini. All. Gilberto Buzzi.
ARBITRO: Benedetti di Tolmezzo.
NOTE: espulsi Mirco Burba per proteste (12’st), Voltan per gioco falloso (21’st), Lestuzzi per proteste (23’st) e Sferragatta per proteste (45’st). Ammoniti: Cicutti, Mainardis e Serini.
di MASSIMO DI CENTA
CAVAZZO CARNICO Come si fa a commentare una partita così? Davvero non si sa da dove partire. Cerchiamo almeno di mettere dei punti fermi. Allora, i Mobilieri sono in semifinale dopo una partita attenta e di grande sostanza, sfruttando al massimo le debolezze degli avversari. Avversari che dal canto loro hanno letteralmente perso le testa per alcune decisioni del direttore di gara, che, come è facile intuire è stato il protagonista assoluto del match. Benedetti non ha favorito la squadra che ha vinto a discapito di quella che ha perso: ha decisamente vissuto una brutta, bruttissima giornata. Succede, come succede ai portieri di fare delle papere o al centravanti di sbagliare gol clamorosi. Una prestazione da 3 in pagella, insomma. Il Cavazzo, da grande squadra qual è, però, non può perdere la testa in quel modo: in fondo la partita è precipitata dopo il rigore del 2-1 per i sutriesi a inizio ripresa quando c’era ancora tanto tempo per giocare.
Ma andiamo con ordine: Cavazzo in vantaggio dopo 6’ quando Mirco Burba approfitta di un mezzo pasticcio della retroguardia sutriese e calcia in porta. La conclusione non è irresistibile, la palla batte su palo, carambola sul corpo di Simone Morassi e termina in porta. I Mobilieri non si abbattono, fanno fatica contro la fisicità del Cavazzo che chiude tutti gli spazi, ma non perdono la testa, aspettando magari una sbavatura dei viola, o qualche metro di verde in più davanti da sfruttare. Quei metri di verde che trova D’Andrea alla mezz’ora, quando si invola sull’out di sinistra e mette in mezzo un pallone che a centro area trova un braccio di Coradazzi non perfettamente allineato. Benedetti fischia il rigore che lo stesso D’Andrea trasforma.
La partita prosegue a fasi alterne senza grandi emozioni e così sarà fino al minuto 11 della ripresa, quando per una strattonatina in area tra un difensore viola e Serini, Benedetti concede il secondo penalty. Stavolta sul dischetto va Micelli, che trafigge Gressani. Si torna a centrocampo per riprendere il gioco e Mirco Burba evidentemente dice qualcosa al direttore di gara, che lo caccia.
Dopo solo 6’ i Mobilieri fanno tris: Nait viene fermato in maniera irregolare dai centrocampisti sutriesi, tutti si aspettano il fischio di Benedetti che non arriva, Michele Straulino entra in area e batte Gressani. Mainardis rimasto a terra nell’azione, non dà segni di vita, facendo preoccupare la panchina cavazzina. L’accompagnatore Nicola Ricci si precipita in campo per verificare le condizioni del suo giocatore e il direttore lo espelle. Da regolamento ci sta, da buon senso molto meno. Gli animi si scaldano ancora di più e in 2’ il Cavazzo si ritrova in 8: prima viene espulso Voltan (fallo di gioco, come quelli commessi nel primo tempo su Nait e non sanzionati), poi tocca a Lestuzzi per proteste. Lo stesso destino tocca a Sferragatta che al 45’ in occasione del terzo rigore assegnato ai Mobilieri per il poker firmato Guariniello, non le manda a dire all’arbitro.
Alla fine insomma, vincono i Mobilieri (che in semifinale affronteranno la Viola senza Serini e Cicutti, in diffida e oggi ammoniti), senza rubare nulla, intendiamoci. Al netto di valutazioni tecniche, è stato un peccato che il protagonista sia stato uno solo, scegliendo però di farlo in maniera negativa.
(foto Cristy Flash)