di MASSIMO DI CENTA
È un Fusca che riparte da zero quello che Alberto Brollo si appresta a guidare nella prossima stagione.
Mai come nel caso del Fusca l’espressione “ripartire da zero” è assolutamente appropriata, vero mister?
«Direi proprio di sì – risponde il tecnico -: c’è stato un momento in cui il Fusca sembrava poter sparire. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta e a “Curiedi” si riaprono i battenti».
Il tuo è un atto di coraggio: devi in pratica rifondare la squadra.
«Credo che un grosso plauso vada fatto al presidente Antonio Valle e ancora di più al ds Gianluca Nucera. Non so davvero quante telefonate e incontri abbia fatto in questi mesi. Un lavoro ben fatto però, visto che alla fine abbiamo allestito una rosa di 25 giocatore e non è detto che arrivi ancora qualcuno».
Allora, tutti d’un fiato, fuori i nomi!
«Iniziamo con i ritorni, quei giocatori cioè, che in qualche modo abbiano già indossato la maglia arancione. Partiamo: Devis D’Orlando, Matteo Zanon, Daniele e Michele Muner, Andrea Fachin, Omar Del Linz e Thomas Cella. A questi vanno aggiunti i nuovi: Alessandro Donadelli, Matteo Candotti, Gabriele Di Gallo, Diego Peresson, Erik Bellina, Ali Persiani, Igor Cigliani, Fabio Di Bert, Mario Marcon, Homar Pivotti, Patrick Zamolo, Patrick Intillia, Michele Romano, Francesco Zuccolo, Leon Paralles, Mauro Tomat e il bomber Stefano Vidoni. Alcuni volti noti, come si può notare, ed altri invece alla prima esperienza nel Carnico».
Ma cosa ti ha convinto ad accettare un incarico così impegnativo?
«Ho capito che non ero il solo, con un consiglio quasi totalmente rinnovato e con molta gente giovane, piena di entusiasmo e voglia di fare. Volevamo dare un segnale di continuità, proseguire la tradizione del Fusca».
Chiedere che obiettivi potrete avere non è una domanda semplice alla quale rispondere.
«Con una squadra del tutto nuova non è semplice avere ambizioni o pensare di far bene. Abbiamo un’età media piuttosto alta, ma ci sono anche elementi giovani. Dovrò trovare soprattutto il giusto equilibrio tra i più anziani e quelli con meno esperienza, cercando di sfruttare al meglio le doti di ognuno. Partendo, naturalmente, dal mio schema, quel 4-3-3, dal quale non so prescindere per convinzione tattica. La cosa che più mi stimola è fare la conoscenza con i nuovi giocatori, farli innamorare di “Curiedi”».
(nella foto Alberto Brollo)