di MASSIMO DI CENTA
Cristian Gobbi e la sua Arta Terme vogliono ripartire dalla Coppa Carnia dello scorso anno, dalla quale uscirono a testa alta, ai rigori, nella semifinale di Resia contro il Real.
«Fu una delusione sul piano del risultato – afferma il tecnico –, ma io credo che tutto l’ambiente rossoblu abbia apprezzato il nostro cammino, anche per il fatto che tutti i giocatori della rosa avevano avuto la possibilità di giocare. E questa per un allenatore è davvero una grande soddisfazione».
La rosa è rimasta più o meno quella dello scorso anno, ci pare?
«Rispetto a quell’organico abbiamo perso solo Massimiliano Temil passato al Lauco. Personalmente ho chiesto soltanto Marco Burba, che avevo avuto con me ad Osoppo, perché avevo bisogno di un centrale difensivo coi piedi buoni in grado di uscire pulito da dietro. Oltre a lui è arrivato Francesco Colonnello, attaccante, amico del nostro capitano Giarle, che voleva fare un’esperienza nel Carnico».
Nel tuo staff sono entrati anche due allenatori con i quali hai lavorato a Tolmezzo.
«Sì, Emmio Lenisa e Simone Nenis, che verranno a darmi una mano per quanto riguarda il lavoro sulla tecnica. Sono dell’idea che bisogna sempre avere particolare cura nel migliorare la qualità del gesto tecnico, non solo quando si è giovani. Farò 3 sedute per tutta la stagione ed una sarà dedicata proprio ad allenamenti specifici».
Alla tattica invece ci penserai tu…
«Beh, quest’anno con la preparazione normale e spalmata su un periodo abbastanza lungo, potrò sicuramente cercare di far applicare la mia idea di calcio. Un’idea abbastanza semplice, che prevede equilibrio fra i reparti e soluzioni logiche. Da base prediligo il 4 – 4 – 2, però non ne sono schiavo, nel senso che se le esigenze di una partita o le caratteristiche dell’avversario lo richiedono si può sempre cambiare».
Quali obiettivi si può porre l’Arta?
«Credo che tutti siamo consapevoli dei valori delle squadre che partecipano al campionato. Personalmente mi piacerebbe far strada in Coppa Carnia. In campionato dovremo avere l’umiltà di pensare prima di tutto alla salvezza, senza dimenticare però che siamo una squadra con 24 titolari. La cosa alzerà la competizione interna e mi renderà difficili le scelte, ma di questo sono più che contento. Di sicuro proveremo a dar fastidio alle formazioni più forti di noi e poi, spazio ai sogni. Che restano sogni, è chiaro, ma intanto lasciamoli lì, tranquilli, in un cassetto…».