di BRUNO TAVOSANIS
Dalle interviste che Massimo Di Centa sta effettuando in questo periodo, più di qualche allenatore ritiene che nel prossimo campionato ci saranno 4 retrocessioni dalla Prima alla Seconda Categoria, anzichè le consuete 3.
Ma siamo proprio sicuri che andrà così? Perchè sinceramente ho più di un dubbio.
Tutto è nato dall’ultima riunione di Amaro dei presidenti delle società con i vertici della Federazione, nel corso della quale qualcuno (a partire dal presidente del Villa Enzo Dorigo) ha avanzato la proposta di diminuire da 14 a 12 il numero di squadre partecipanti alla Prima Categoria. Lo scopo è di evitare un sovraccarico di partite: l’esempio è la stagione 2019, dove Cavazzo e Villa fra campionato, coppa e supercoppa hanno disputato 35 incontri in meno di sei mesi, in media uno ogni 5 giorni, che per dei dilettanti è indubbiamente una bella cifra.
La soluzione, quindi, sarebbe scendere con il numero di squadre partecipanti alla Prima, passando a 12 e quindi disputando 4 partite in meno.
Ci sta, ma il problema riguarda le altre categorie: se la Prima ha 12 squadre, la Seconda deve averne altrettante, certamente non di più. Siamo quindi a 24. Restano 14 squadre in Terza: ma si può chiedere di giocare 26 partite di campionato, compresi almeno 3 turni infrasettimanali, a formazioni che hanno numeri ridotti rispetto alla “big”? Senza dimenticare chi non dispone del campo con l’impianto di illuminazione (in questa stagione Ardita, Comeglians e Timaucleulis) e dovrebbe giocare a metà settimana nel tardo pomeriggio, con tanti lavoratori impossibiliti ad essere presenti.
Ci sarebbe l’ipotesi di due gironi da 7, con doppia andata e doppio ritorno (24 partite a testa: ma giocare 4 volte contro la stessa squadre sarebbe stimolante?), però che succede se il prossimo anno si iscrive una squadra in meno o soprattutto una in più, magari con l’auspicabile ritorno del San Pietro, con le partite che per un girone salirebbero a 28?
Altra soluzione i play off, con varie ipotesi possibili (ad esempio girone unico di sola andata e poi partite ad eliminazione diretta, oppure due gironi con successivi incroci), ma in questo caso molte squadre giocherebbero un numero di partite ridotto, diciamo dalle 13 alle 15, a meno che non si organizzi un torneo tra le escluse dalla seconda fase, il cui interesse e significato però sarebbero relativi (a essere buoni).
Insomma, la diminuzione delle squadre in Prima comporterebbe una rivoluzione nella Terza. E siccome la decisione su promozioni e retrocessioni deve essere stabilita prima del via del campionato, siamo sicuri che il tutto possa essere formalizzato da qui al 30 aprile? Non impossibile, certamente molto difficile.
(foto di Alberto Cella)