di BRUNO TAVOSANIS
Campione con 5 giornate di anticipo: mai nella storia del Carnico il titolo era stato assegnato così presto. Grazie al successo ottenuto questa sera con il Sappada, il Cavazzo festeggia così il suo settimo scudetto, il quarto consecutivo, il quinto nelle ultime sei edizioni. E in questo lasso di tempo (dal 2015 a oggi) sono arrivate anche due coppe e quattro supercoppe. Insomma, non c’è alcun dubbio sul fatto che i viola siano la formazione simbolo dell’ultimo decennio, una striscia di successi iniziata non a caso proprio dieci anni fa, con lo scudetto del 2012, che arrivava 47 anni dopo il primo.
A inizio stagione non tutti erano convinti che la formazione di Mario Chiementin avrebbe dominato, specie dopo la grande delusione dell’eliminazione dalla Coppa 2021 ai quarti di finale. Anche il ko con il Villa negli ottavi dell’edizione 2022 (al momento l’unica sconfitta della stagione) aveva lasciato presagire qualche difficoltà e invece in campionato è stata una marcia trionfale, visto che solo i Mobilieri sono riusciti a fermare il treno viola (0-0 all’andata).
Il Villa ha provato a tenere vivo il campionato, ma la Coppa ha distolto attenzione e rubato energie, tanto che prima della vittoriosa finale di Tarvisio gli arancioni avevano perso con il Cedarchis e la stessa Folgore, dando il via libera definitivo al Cavazzo.
I Mobilieri invece avevano ceduto da tempo: dopo il pari di Cavazzo, ci si aspettava un filotto di risultati per i sutriesi, che invece con 3 punti nelle successive 5 partite hanno affossato ogni velleità.
Il Cavazzo, invece, ha sempre viaggiato che è un piacere. La bontà della rosa ha consentito a Chiementin di dare spazio a tutti senza abbassare la qualità: non a caso è difficile disegnare una formazione tipo, fermo restando le certezze quali Gressani (a 46 anni arriva l’ennesimo titolo per il portierone), il bomber Ferataj (il passaggio dalla Viola al “fratello maggiore” è stato assorbito con disarmante facilità), il collega d’attacco Nait, il giocatore simbolo Cescutti. E poi Lestuzzi, Selenati, Valent, Coradazzi, Miolo, Sferragatta e Tosoni. Ma in questa stagione c’è stato spazio per tanti giovani, una lunga serie di giocatori nati negli anni 2000 che hanno trovato spazio, spesso dal primo minuto: non una buona notizia per le avversarie, visto che il futuro sembra assicurato con i vari Urban, Ursella, Brovedan, Di Biase, Copetti, Bellina, Zanetti, Cimador, Di Bernardo e Dell’Angelo. A completare la rosa Ivan Danna, Venuti, Burba e Dionisio, anche loro in grado di dare un contributo importante.
Ovviamente grande merito va a Chiementin (terzo scudetto consecutivo per lui), capace di far rendere al meglio ciò che la società gli mette a disposizione.
A proposito di società, è evidente che una squadra vincente nasce nelle “stanze dei bottoni”, dove siedono Antonio Sferragatta e Nicola Ricci, senza dimenticare l’importante figura del presidente Dario Zearo. Un gruppo di lavoro destinato a tingere di viola il Carnico ancora a lungo.
(foto di Alberto Cella)