Giacomo Di Bello: «È “crescita” la parola simbolo del mio Paluzza»

di MASSIMO DI CENTA

Dopo la salvezza dello scorso anno, Giacomo Di Bello sarà ancora sula panchina del Paluzza. Aver mantenuto la Seconda è stato un buon risultato per una società che negli ultimi anni ha perso giocatori importanti. A Giacomo chiediamo prima di tutto se è soddisfatto del mercato della sua dirigenza.
«L’obiettivo principale della società ed ovviamente anche mio – ci dice – era quello di mantenere in toto il gruppo dello scorso anno e così è stato, visto che solo un ragazzo ha scelto di trasferirsi in un’altra squadra con la legittima aspirazione e voglia di trovare maggiore spazio sul campo. Detto questo, la società è inoltre riuscita ad ampliare il parco giocatori, per di più con altri giovani del paese o delle zone limitrofe, che hanno espresso la volontà di unirsi al Paluzza. Un bel segnale. Un “acquisto” che spero ci faccia crescere è indubbiamente l’anno in più di esperienza e di conoscenza reciproca che abbiamo maturato. Va da sé che non posso che ritenermi soddisfatto».

Quali prospettive ritieni possano oggettivamente avere i nerazzurri?
«La prospettiva non può non prescindere dal continuare il processo di crescita iniziato lo scorso anno con una squadra nuova e giovane. Poi, come già dissi lo scorso anno di questi tempi, sono ancora dell’idea che le prospettive di crescita e di miglioramento dl  Paluzza debbano guardare anche e soprattutto al di fuori del rettangolo di gioco e in questo auspico che la società trovi l’adeguato appoggio e sostegno di chi ha a cuore i nostri colori. Sono convinto non siano pochi, e mi aspetto anche qualche risorsa da parte dell’amministrazione comunale».

Quale ruolo può avere la tua squadra? Obiettivi?
«L’anno scorso abbiamo raggiunto la salvezza matematica alla penultima giornata e con una quota punti che storicamente per la Seconda categoria è stata al di sotto della media degli ultimi anni. Ragion per cui il ruolo che dovremo ritagliarci deve necessariamente partire da questa considerazione. Assieme alla squadra abbiamo analizzato lo scorso campionato, dove e come abbiamo fatto bene e dove e come meno bene». Iniziamo a conoscere i nostri pregi e i nostri limiti, dovremo avere voglia e fame di esaltare gli uni e superare gli altri per fare in modo di mantenere la categoria con meno patemi». 

Cosa pensi della formula della Coppa di categoria?
«Innanzi utto posso dire che noi ci iscriveremo. Per quanto riguarda la nuova formula, apprezzo la voglia di portare e provare cambiamenti, mi piace leggerli come voglia di innovamento e miglioramento. Anzi, di crescita, che a ripensarci è il termine che ho più usato in questa nostra chiacchierata».

Già pubblicati:

4) Luca Craighero (Ravascletto)
3) Francesco Moser (Folgore)
2) Renzo Piller (Sappada)
1) Ivan Gressani (Velox)

 

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