di MASSIMO DI CENTA
Franco Romano si appresta per la prima volta nella sua carriera (a parte una piccola parentesi con l’Edera) a guidare una squadra di Prima Categoria.
«L’Illegiana sarà sicuramente un bel banco di prova – afferma –, ma mi darà modo di potermi misurare con l’elite del calcio carnico e la cosa naturalmente mi affascina».
Ad Illegio troverai un ambiente di solito pieno di entusiasmo ma anche esigente. Quali sono state le prime impressioni?
«Innanzitutto voglio ringraziare i due mister che su questa panchina mi hanno preceduto e mi riferisco a Raffaele Agostinis e Maurizio Colosetti, che da subito mi hanno incoraggiato ad accettare questo incarico, rendendosi anche disponibili per consigli e suggerimenti, in virtù deo loro passato in Pradelat. Ho trovato un ottimo gruppo: i ragazzi sono coinvolti, entusiasti e impegnati e la società ci sta seguendo a tutto tondo, con grande disponibilità. Per non parlare di un ambiente a dir poco accogliente già dalle prime battute».
Il mercato ti ha soddisfatto?
«Ci sono state delle partenze importanti, è vero. Posso dirti però che gli arrivi di Daniel Melchior in porta, Thomas Di Bernardo, centrocampista dal Cavazzo, Alessio Banelli, difensore con un passato nella Juniores del Tolmezzo, Marco Del Bon, difensore, dal Collinare ed ex Fulgor, Thomas Bertoni, centrocampista, anche lui dal Collinare ed ex Ancona, il ritorno di Emanuele Bearzi e l’arrivo sempre in attacco di Thierry Peresson mi daranno sicuramente la possibilità di allestire una squadra in grado di salvarsi il più velocemente possibile. Perché il nostro primo obiettivo è rimanere in Prima.
Cosa pensi in generale delle novità previste per questa stagione?
«Direi di aspettare l’ufficializzazione da parte degli organi federali. Per quanto riguarda la Coppa, credo che il criterio di categoria sia una buonissima idea; confrontarsi con le squadre del proprio girone probabilmente renderebbe meno scontati certi risultati, anche se la Moggese dello scorso anno, che da formazione di Terza raggiunse i quarti, insegna che nel calcio nulla è matematico».
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