Campagnola-Folgore è una delle partite dell’ultima giornata di Prima Categoria, in programma domenica alle 15, e metterà in palio il quarto posto, visto che le due squadre sono divise da due punti, a favore degli ospiti.
Ma quello del “Tarcisio Goi” sarà qualcosa di più di un semplice incontro di fine stagione, perché sarà preceduto da un momento di riflessione sul vero “senso dello sport”, con un appuntamento che vuole superare, e allo stesso tempo nuovamente condannare, l’episodio accaduto sabato 12 agosto al “Simonetti”, sempre a Gemona, nel corso della finale della Coppa Carnia Cedarchis-Villa, quando durante il primo tempo un’esplosione aveva ferito due spettatori (un bambino ed un adulto), poi prontamente medicati e accompagnati in ospedale per i dovuti accertamenti e, nonostante lo spavento patito, subito fortunatamente dimessi. La finale era organizzata dall’ASD Campagnola.
Proprio per sottolineare che le dinamiche sportive esulano dalla violenza e che la competizione passa per altri canali quali il confronto, la sfida, la crescita, il senso di appartenenza ad un gruppo e il rispetto, poco prima dell’inizio della partita il bambino e l’adulto coinvolti nell’episodio verranno accolti dal presidente della LND regionale Ermes Canciani, da un rappresentante degli arbitri FVG, da alcuni delegati delle squadre finaliste di Coppa e dal presidente dell’Inter Club di Gemona. A questi si uniranno il sindaco Roberto Revelant e il presidente del Campagnola Stefano Marmai, che ha voluto questo momento per esprimere solidarietà per quanto accaduto e dare priorità allo sport prima che alla violenza.
All’uomo coinvolto dall’esplosione verrà consegnato un presente, mentre il bambino riceverà una maglia autografata da un giocatore della sua squadra del cuore di serie A ed un buono da spendere per l’acquisto di materiale sportivo in un negozio di Gemona.
Come sottolineano dal Campagnola, le buone pratiche dello sport sono altre e passano anche da questi momenti, sottolineati altresì dalla presenza dell’Inter Club gemonese, perché lo spunto di questa iniziava deve raggiungere anche chi organizza il tifo e più in generale gli adulti, affinché si promuova lo sport ed il tifo in modo positivo, impegnandosi a prevenire qualsiasi atto di violenza, estremismo o fanatismo tra tifosi e giocatori.
«Desideriamo far passare il messaggio che lo sport non tollera gesti come quelli accaduti nel corso della finale – spiega Marmai -. Quando è nata l’idea di dare un segnale forte contro l’episodio, stigmatizzando l’accaduto, la collaborazione è stata corale da parte di tutte le persone che ho contattato e che ringrazio, perché hanno fatto vedere che la prima e vera passione che muove lo sport è la promozione dello stesso e dei valori che lo caratterizzano. Vogliamo chiudere questa brutta parentesi con l’auspicio che non si ripetano mai più situazioni come quelle vissute in occasione della finale di Coppa Carnia – conclude il presidente del Campagnola -, sperando che tutti possano andare allo stadio senza paura di dover tornare a casa passando per l’ospedale».