di MASSIMO DI CENTA
Dopo pochi giorni dall’inizio della preparazione, il tecnico dell’Arta Thomas Cocchetto esprime innanzi tutto il suo rammarico per la retrocessione dello scorso anno.
«In effetti – ammette – mi brucia ancora molto il fatto di non aver raggiunto la salvezza. Nel campionato 2023 ho iniziato a 7 giornate dalla fine subentrando a De Franceschi con la speranza di salvarci, ma le cose non sono andate bene. La società mi ha dato l’opportunità di continuare ed essendo in primis un tifoso dell’Arta, ma avendo anche voglia io stesso di mettermi in gioco, ho accettato la sfida senza pensarci troppo».
Una sfida anche personale, quindi?
«Questa è la mia prima annata, spero intera, da allenatore di una prima squadra e quindi per la prima volta devo affrontare anche la preparazione di inizio stagione. Ma il lavoro non mi spaventa e cercherò di portarlo avanti nel miglior modo possibile».
Che impressioni hai della rosa a tua disposizione?
«La società ha operato nel limiti e nel rispetto delle sue possibilità. Più che una campagna acquisti nel vero senso della parola, c’è stato il rientro di molti giovani come Pittino, Di Monte e Federico Gortani, che provengono dal nostro settore giovanile e avevano disputato il torneo scorso in prestito ad altre squadre. Poi siamo riusciti a tenere Fabiani, in forza alla Velox B, che già giocava con noi nella juniores. Inoltre è arrivato Brian Esposito, un portiere con buone potenzialità, e il restante sono giovani che escono dalla juniores, come Mattia Cozzi».
Obiettivi ed ambizioni?
«Sarebbe impossibile non dire che c’è il desiderio di provare a tornare subito in Prima Categoria, ma tutte le squadre, come ho visto, si sono rinforzate e quindi sarà un’annata ostica. Questo, in fondo, è il bello del calcio. Ma non bisogna perdere di vista un altro aspetto: la voglia di far crescere i tanti giovani che abbiamo, anche per dare un senso al lavoro che da sempre facciamo a livello di settore giovanile.
Intanto ci saranno subito gli impegni di Coppa.
«Sfrutteremo questa manifestazione come occasione per trovare minutaggio nelle gambe e far così ruotare un po’ tutti i giocatori, senza però sottovalutare la sua importanza»
Ultime considerazioni?
«Sono grato alla società della fiducia che mi ha dimostrato e orgoglioso del gruppo che mi hanno messo a disposizione, tutti ragazzi seri e volenterosi, pronti a mettersi in gioco, con la voglia di dimostrare il loro valore. Un ringraziamento, da subito, va anche ai miei due collaboratori Davide Belgrado e Nicola Merluzzi, che avrei allenato ancora volentieri, ma mi fa piacere che una volta tolta la divisa siano rimasti nella famiglia rossoblu».