di MASSIMO DI CENTA
Nonostante la promozione dello scorso anno, sembrava che il rapporto tra Max Brovedani e l’Ovarese dovesse concludersi. E invece, alla fine, sarà ancora lui a guidare i biancazzurri nel campionato di Prima Categoria.
«In effetti – chiarisce l’allenatore – avevo pensato di cambiare aria. A Ovaro non ho avuto grandi problemi. Certo, ci sono state situazione difficili da affrontare, ma alla fine tutto è andato per il meglio e devo dire che sono contento di essere rimasto».
Cosa ti ha spinto a rimanere in Val di Gorto?
«Determinante è stato il gruppo che si è creato e senza il qaule sarebbe stato impossibile raggiungere la promozione. Poi, le prospettive di far bene, perché al nucleo dello scorso anno, la società ha saputo aggiungere, lavorando tutto l’inverno. Sono arrivati giocatori importanti, come Alex Rotter, Pio Cedolini, Andrea Quercioli, Luca Cencig, Michael Polonia, Fabio D’Andrea, Michael Della Pietra e Federico De Antoni. Nelle ultime ore, poi, è stato perfezionato l’accordo con Manuel Primosig, attaccante trentatreenne con trascorsi nel calcio regionale. In pratica ho a disposizione due elementi per ruolo».
Ti sei dimenticato un nome importante, Rudi Coradazzi…
«Non è propriamente un acquisto, ma è come se lo fosse, viste le vicissitudini degli ultimi tempi. Sembrava dovessimo perderlo e invece alla fine è rimasto con noi. Beh, il nostro capitano ce lo teniamo stretto!».
Una rosa che potrà contare anche su alcuni giovani, vero?
«Certamente e anzi la loro crescita è uno degli obiettivi che ci siamo proposti, assieme, naturalmente, ad una salvezza tranquilla».
E la Coppa come l’affronterete?
«Per tradizione, l’Ovarese ha sempre fatto belle figure in questa manifestazione e per questo tutto l’ambiente ci terrebbe ad andare più avanti possibile».
Insomma sembri soddisfatto?
«Abbiamo fatto già un paio di settimane di allenamento e il clima che si respira è davvero sereno. Il campo dirà quanto potremmo essere competitivi, ma voglio ringraziare ancora una volta la società per il gran lavoro svolto e per il fatto che la presenza di molti dirigenti alle sedute di allenamento sta a significare l’attaccamento alla squadra».